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Grande successo di pubblico a Bari per Alessandro Mannarino, si racconta tra il suo ultimo album, poesia e lotta al sistema
19 maggio 2014

BARI - Grande successo di pubblico per  il noto cantautore romano, Alessandro Mannarino presso la Feltrinelli di Bari. E’ un cantautore di 34 anni e laureato in Antropologia. E’ cresciuto a San Basilio tra le storie e i libri di Trilussa raccontati dal nonno partigiano e la musica di Gabriella Ferri e Fabrizio De Andrè.

Il giovane artista amante della musica e della poesia ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti come il Premio Giorgio Gaber a Viareggio e finalista della Targa Tenco 2009 nella categoria “ Album emergenti- Opera Prima”. Inoltre, è stato premiato dalla SIAE come “Miglior giovane compositore italiano”. Ha firmato la sigla d’apertura della stagione di Ballarò, la trasmissione condotta da Giovanni Floris su Rai Tre. L’11 novembre 2011 ha partecipato ad Alba al finissage della mostra “La rivoluzione terrestre” dell’artista Valerio Berruti per cui ha composto il brano “Vivere la vita”, interpretato da Ruben Aprea.
Grande importanza ha avuto la sua tournée americana nell’ ambito dell’Hit Week Festival, suonando al Highline Ballroom di New York all’Arts and Park Amphitheatre di Miami e al Leonardo da Vinci Theatre di Montrèal. La sua lotta e la ribellione contro il sistema lo hanno portato ad essere escluso dalle radio e dalle tv ma ha avuto grande visibilità al concerto del Primo maggio, all’Auditorium Parco della Musica di Roma e  nelle piazze italiane.
Mannarino è stato accolto con grande calore ed entusiasmo dai giovani che hanno colpito l’ artista. Il cantautore ha presentato il suo ultimo album dal titolo “Al  Monte” e ha cantato alcune sue nuove canzoni. E’ un viaggio che l’artista-poeta ha condotto nel suo percorso di vita per raggiungere il Monte, il luogo di arrivo. E’ un pellegrinaggio, una fuga o un cammino di formazione. E’ un lungo  percorso  per le strade della vita dove si incontrano personaggi e paradigmi, si superano le difficoltà e si arriva cambiati  al Monte. “Si parte da una condizione di vuoto. Ci si sente persi ma con la voglia di cambiare si giunge purificati al Monte, un luogo alto, particolare da dove guardare con un’altra prospettiva e un nuovo modo di pensare la città, la propria storia, la vita”, ha affermato l’artista.
“Al Monte”  è un viaggio tra il militare, l’ alienazione  religiosa, gli animali e l’ idea del carcere ma succede qualcosa di straordinario dove le storie d’ amore finite male si incontrano al Monte per scrivere la storia dell’ umanità. E’ un cammino di speranza per un futuro migliore dove solo l’ amore ci salverà. Il cantautore si è raccontato al suo pubblico senza peli sulla lingua, è stato un fiume in piena. L’ artista ha interagito  con i suoi fans e ha risposto in modo ironico ad un giovane che gli ha chiesto se nella sua vita avesse perso del tempo. “L’ arte è tempo perso ma poi alla fine fa bene, porta benessere all’ anima e si raggiungono grandi obiettivi”, ha affermato Mannarino.
Gli effetti della cultura si notano nel corso del tempo, stimolano il pensiero e la propria visione del mondo e delle cose e contribuiscono a formare l’ uomo in tutti gli aspetti. Inseguito, il cantautore ha raccontato il suo stretto legame con il nonno perché  gli ha trasmesso l’ amore per la poesia. Inoltre, la voce del nonno è presente nel suo album dell’ artista perché ha  recitato una parte della canzone “ Gli animali”. Nel brano il nipote domanda al nonno il motivo per cui ogni tanto qualche pesce del mare scompare e chiede se ci sarà un modo per non farsi prendere. Il nonno risponde affermando che: “ Bisogna saper distinguere la luce delle stelle da quella delle lampare”.
Poi, Mannarino da buon antropologo  ha espresso una breve riflessione sulla nostra società trafitta dalle banche, dalla politica dell’ austerity che schiacciano l’ uomo come se fosse un oggetto, un animale da sfruttare, da macinare per servire il denaro. Se qualcuno prova a ribellarsi scendendo in piazza c’ è il rischio di essere picchiati perché è una società che addormenta le coscienze alla rassegnazione. “E’ finito il tempo della rabbia, dobbiamo far  qualcosa noi”, ha declamato l’ artista. L’arte, la cultura, la poesia, l’ amore sono i migliori strumenti per creare una rivoluzione culturale e andare contro il capitalismo che uccide l’ uomo. Per questo “ Al Monte” può essere una guida per cambiare il nostro modo superficiale di guardare la vita. Il viaggio tra poesia e musica si conclude  con una profonda ricerca nella propria anima, nella propria storia e solo uscendo dagli schemi imposti dalla società potremo anche noi raggiungere quel Monte. Il Monte della libertà di essere uomini e della forza dell’ amore che ci salverà dalla tempesta della vita. E allora non resta che augurarci un buon viaggio verso quel Monte che ognuno di noi sogna di raggiungere.

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Autore: Maria del Rosso
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