Giovanni Infante, candidato sindaco di Rifondazione Molfetta: Più forte di così: Sviluppo, Innovazione, diritti dei lavoratori, tutela ambientale
Giovanni Infante
MOLFETTA - Lo sviluppo economico di Molfetta non può prescindere da un ruolo trainante delle realtà industriali della zona ASI e PIP. L’amministrazione uscente ha ritenuto che le direttrici di investimento per il futuro della città fossero ben altre, rinunciando ad un ruolo attivo del pubblico nel rilancio delle attività produttive - scrive la lista "Più forte di così" a sostegno del candidato sindaco di Rifondazione, Giovanni Infante -.
Noi immaginiamo una città diversa, in cui lo sviluppo e l’innovazione tecnologica vadano di pari passo con i diritti dei lavoratori e la tutela dell’ambiente.
Per questo proponiamo che la prossima amministrazione si impegni nel sottoscrivere specifiche convenzioni con l’Università e il Politecnico di Bari per avvicinare il mondo accademico alle realtà produttive del nostro territorio. Serve fare rete per intercettare i fondi comunitari destinati alla ricerca e sviluppo e accrescere le competenze e le potenzialità delle nostre imprese, portando occupazione di qualità e sviluppo a lungo termine nell’ambito della meccanica, dell’agroalimentare e non solo.
Tutto questo è possibile immaginando un Osservatorio permanente tra Comune, sindacati e datori di lavoro, in cui l’ente comunale agisca come soggetto di controllo per garantire la sicurezza e la salubrità sui posti di lavoro, e come tramite tra l’imprenditoria locale e sistema dell’istruzione e formazione.
Un luogo istituzionale, insomma, in cui si concerti uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle condizioni di chi lavora e dell’ambiente, in cui l’amministrazione possa dire la sua sulle numerose crisi aziendali che vive il nostro territorio, a sostegno di quelle lavoratrici e lavoratori troppo spesso lasciati soli.
Sviluppo sostenibile appunto e rispettoso della peculiarità del territorio, per questo siamo contrari al maxi progetto di mitigazione idraulica della zona PIP da oltre 25 milioni di euro, progetto ad altissimo impatto ambientale e paesaggistico, che non risolve il problema del rischio idrogeologico dell’area.
Si sarebbe potuto fare di più e meglio, prendendo seriamente in considerazione le proposte alternative, che prevedevano di ristabilire il corso naturale delle lame, con opere meno impattanti, meno costose e più funzionali.
Il nostro impegno è nella costruzione di un’economia che sia più di così, pensando un modello di sviluppo che metta al centro le persone, le loro professionalità e la tutela dell’ambiente.