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Fiori d'Azzurro 2011: "Scriviamo la parola fine alla violenza sui bambini"
12 aprile 2011

Sabato 16 e Domenica 17 aprile, contro l’abuso, la violenza fisica, sessuale e psicologica sui bambini, Telefono Azzurro sarà nelle piazze con le ortensie, simbolo della tradizionale campagna “Fiori d’Azzurro” che vedrà 10.000 volontari impegnati in oltre 2200 piazze italiane per raccogliere i fondi necessari al sostegno delle Linee d’Ascolto, il cuore dell’associazione che dal 1987 si impegna nella prevenzione dei maltrattamenti e nella difesa dei più piccoli.
L’obiettivo della campagna “Fiori d’Azzurro” è fermare la violenza sui bambini, lottare contro il silenzio e dare voce ai più piccoli attraverso un’intensa attività di sensibilizzazione e informazione nelle scuole per far conoscere i servizi di ascolto e aiuto che Telefono Azzurro dedica ai ragazzi. Dal 1987 Telefono Azzurro rappresenta l’unico servizio in Italia cui i più piccoli possono accedere direttamente.
Ogni giorno le Linee di Telefono Azzurro accolgono 800 chiamate di bambini e adolescenti: oltre 3500 i casi di abuso e violenza gestiti dall’ 1.96.96 (gratuito per bambini e adolescenti).
Per tutti quei bambini e adolescenti che hanno bisogno di essere ascoltati e lanciano segnali troppo spesso trascurati, Telefono Azzurro rappresenta la speranza di trovare una soluzione e ritrovare il sorriso e la fiducia in un futuro sereno.
Aderendo alla campagna, con ogni ortensia si può contribuire a sostenere la linea d’ascolto 1.96.96 dedicata a bambini e adolescenti, offrendo loro la possibilità di parlare con operatori qualificati in grado di offrire sostegno e risposte concrete al disagio e, se necessario, attivare l’intervento. I fondi raccolti serviranno infatti a:

rafforzare la linea di ascolto aumentando la capacità di risposta fino ad accogliere 2000 chiamate al giorno
formare e aggiornare gli operatori e l’infrastruttura tecnologica del Centro Nazionale d’Ascolto per rispondere sempre più efficacemente e tempestivamente
  Sviluppare la consulenza via chat;
  Avviare una campagna nazionale di sensibilizzazione e informazione dedicata ai bambini e agli adolescenti 
Vi chiediamo di sostenerci promuovendo l’iniziativa attraverso le vostre testate.
A tal fine Telefono Azzurro è fin da oggi a vostra piena disposizione per aiutarvi a sensibilizzare l’opinione pubblica mettendo a disposizione delle Vostre redazioni le testimonianze dei suoi esperti e degli operatori, per fornirvi tutti gli elementi di approfondimento necessari a descrivere il fenomeno della violenza e dell’abuso sui bambini.
Possiamo inoltre contare sul contributo di personaggi illustri che da anni sostengono Telefono Azzurro.
Per conoscere le piazze di Fiori d’Azzurro:
www.azzurro.it
numero verde 800.090.335
Ufficio Stampa SOS Il Telefono Azzurro Onlus
Ufficio stampa + 39 06 95219201
Simona Saraceno - simona.saraceno@azzurro.it + 39 06 95 219.204 - 348.79.08.056
Martina Antinucci – martina.antinucci@azzurro.it + 39 06 95 219. 201- 348.7908063
 
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E' fondamentale che gli adulti comprendano che le forme attuali dell'infanzia sono complesse e diverse e costituiscono, nelle migliori delle ipotesi un'opera in divenire ad eccezione dei più fortunati. L'infanzia che cresce in alcune parti del mondo è diversa. Vi sono luoghi in cui i ragazzi non giocano alla guerra, ma sono vittime dei signori della guerra, e in cui molte ragazzine non oltre i dieci anni gestiscono intere famiglie, a causa dell'AIDS o per un matrimonio precoce. Il trenta percento non è stato vaccinato contro alcuna malattia e soffre di denutrizione nei primi cinque anni di vita. Più del diciotto per cento non andrà mai a scuola e il diciassette percento non imparerà mai a leggere. Oggi l'aspettativa di vita varia ampiamente in relazione al luogo, andando dai settantotto anni dei paesi industrializzati fino ai quarantatre anni dei paesi più svantaggiati. In qualsiasi luogo essi si trovino, i bambini necessitano di un ambiente che permetta loro di accedere alle informazioni disponibili e in cui possano ricevere protezione mentre esplorano da soli nuove frontiere. Ciò richiede grande dedizione e anche una riconfigurazione delle priorità nazionali e globali. Il Dalia Lama ha ammonito che “se l'umanità dovrà sopravvivere, la felicità e l'equilibrio interno sono fondamentali. In caso contrario, le vite dei nostri figli e dei loro figli, rischiano con tutta probabilità di essere infelici, senza speranza e brevi”. Le soluzioni ai problemi che affrontano i bambini di oggi sembrano quindi risiedere solo parzialmente in loro, ma indiscutibilmente di più nei loro genitori.
“full of grace”!!! continua.......... Non fu prima del 1874 che gli inglesi emanarono leggi che vietavano l'impiego del bambini sotto i dieci anni, leggi inizialmente ignorate o imposte debolmente. In America, durante la guerra civile, il governo acconsentì al reclutamento dei bambini nelle forze armate. Oltre ottocentomila bambini sotto i sedici anni furono impiegati come “voci di guerra” (tamburini, suonatori di piffero, trombettieri e reggitori di stendardi) mentre altri furono artificieri (portatori di munizioni) o corrieri messaggeri) o, peggio ancora, soldati di fanteria. Alcuni furono presi dal terrore, disertando l'esercito, lasciando il proprio lavoro, fuggendo dalla cruda vita familiare, e si unirono ad altri giovani in gruppi di anarchici ma autosufficienti. Tre giganti della letteratura mondiale, Lewis Carrol, Mark Twain e Carlo Collodi celebrarono la gioia dell'infanzia facendo dei bambini il centro della propria opera: “Alice in Wonderland”, “The Adventures of Tom Sawyer”, “Pinocchio”. Negli anni sessanta dell'Ottocento, l'Italia come l'America, si trovava nella burrasca del cambiamento politico, sociale e culturale. Il risorgimento portò un'unificazione travagliata. Sentendo il bisogno di rieducare i giovani, il paese in fasce dette avvio ad un programma mirato. Carlo Lorenzini (Collodi, il piccolo paese dove trascorse la gioventù), si rivelò la persona giusta. Alla richiesta di creare una storia sulla e per la nuova generazione di bambini italiani, egli rispose con “Pinocchio”. Pinocchio è essenzialmente la storia del percorso verso l'età adulta di un bambino egocentrico. Ma dal punto di vista dei critici letterari è molto di più, poichè rappresenta le istanze fondamentali dell'epoca: il benessere contro la povertà, l'ipocrisia contro il candore, il conformismo contro l'individualismo. La Storia dei bambini è la nostra Storia: la Storia dell'Umanità. Da questa Storia dipende il nostro FUTURO.

1° Parte. - I bambini fanno parte della STORIA in tutte le epoche e i passaggi evolutivi umani: sociali, culturali, scientifici e industriali. Che siano venuti alla luce nei campi del Kansas, nelle risaie del Giappone, nei campi di papavero del'Afghanistan, in Europa, in quelli sterili del Sudan o in qualsiasi parte del pianeta Terra, quella bambina o quel bambino saranno nati senza dubbio pieni di grazia. Ciò non significa che la presenza della grazia garantirà ad ognuno di loro una vita fortunata, poiché l'infanzia non è mai stata, né sarà mai, un paradiso protetto per tutti. Molti bambini soffrono la sciagura di infermità ereditarie, di guerra, pestilenza, fame, malattie e abuso. Ma tutti i bambini, almeno per qualche tempo, godranno di quell'intangibile attributo chiamato grazia. Attraverso la maestria che ne contraddistingue le storie, i grandi scrittori di libri per ragazzi riescono a comunicarci moltissimo, con parole e illustrazioni dell'infanzia della propria epoca. Per i figli dei poveri la vita era tutt'altro che innocente e romantica. Loro inseparabili compagni non erano ubique istitutrici, bensì gli spettri onnipresenti della povertà, della malattia e dello sfruttamento. Gli spostamenti della popolazione indotti dalla Rivoluzione industriale portarono al sovrappopolamento dei maggiori centri urbani. I nuovi arrivati non riuscivano spesso a procurarsi né un lavoro, né un tetto ed erano costretti a vivere ai margini. Ad aggravare il problema si aggiungeva la concezione vittoriana della povertà, come un giudizio morale imposto da Dio ai malvagi, piuttosto che come una condizione sociale. Le elemosina quando concesse, erano assegnate con una certa dose di virtuoso ammonimento. (continua)
2° Parte. - Tale intolleranza rese ancor più gravi queste condizioni e si rivelò particolarmente punitiva nei confronti dei bambini. La malattia era dilagante. Nella maggiore parte delle comunità più abbienti un bambino su quattro moriva prima dell'anno di vita e due su cinque non raggiungevano i sei. Morbillo, scarlattina, pertosse, polmoniti non ancora identificate e diarree affliggevano i più piccoli, mentre la difterite e il vaiolo falcidiavano le file degli adolescenti. Ai più fortunati ed abbastanza forti da sopravvivere si guardava come ai membri di una squadra di lavoratori straordinariamente giovani e malleabili. Le famiglie povere necessitavano del maggior introito possibile, e il commercio aveva bisogno di corpi giovani per corroborare i propri ingranaggi. Ancora una volta, interpretando un principio vittoriano secondo cui (in particolari quelli poveri) non dovessero mai rimanere inoperosi, i sindacati proclamarono in Inghilterra che “ogni bambino sopra i nove anni dovesse essere lavoratore attivo”. Di fatto non era l'età a determinare quando si potesse lavorare, bensì la capacità. Ragazzini di quattro e cinque anni erano reclutati per fare gli spazzacamini e spesso costretti a lavorare più velocemente, letteralmente “accendendo un fuoco sotto di loro”. Nel 1852, in Inghilterra, il settantasei percento di tutte le quattordicenni e il sessanta percento dei sedicenni erano impiegati full time, spesso fino a dodici ore al giorno. Negli stati americani orientali, i bambini costituivano più del cinquanta percento della forza lavoro della maggior parte delle fabbriche, degli opifici e delle miniere, con impieghi che non promettevano altro futuro che le cicatrici fisiche ed emotive che procuravano. I BAMBINI……….(tratto da, ”FULL OF GRACE” – UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA STORIA DELL'INFANZIA – RAY MERRITT). (fine)
I bambini maltrattati sono tanti. Quelli maggiormente seviziati sono i neonati o hanno un'età compresa tra i due e i quattro anni. E' difficile immaginare a che punto arriva il sadismo di alcuni adulti nei confronti di questi esseri indifesi. I carnefici, spesso, sono i genitori. Chi sono questi genitori? Sono padri padroni, che abusano dei mezzi correzionali, o genitori di famiglie in crisi, che riversano sui figli i propri problemi di coppia. Sono genitori affettivamente immaturi, appartenenti a tutte le classi sociali e che spesso sono stati a loro volta abusati dai propri genitori. La grande maggioranza dichiarano di aver avuto “esperienze negative” durante l'infanzia; per essere stati maltrattati, o per aver vissuto in ambienti disgregati, con genitori alcolizzati o con madri che si prostituivano. Il loro ingresso nella vita adulta è stato difficile e la loro esistenza è rimasta instabile e insicura. La notizia del maltrattamento provoca due reazioni diverse: c'è chi indaga e denuncia il colpevole perché sia punito; c'è chi invece sta zitto per quieto vivere. Dopo studi approfonditi sul modo di essere genitori e sullo sviluppo del bambino nella prima infanzia, gli psicologi sono tutti d'accordo nell'affermare che gli effetti della violenza emotiva possono essere devastanti quanto quelli della violenza fisica. Nei bambini vittime di questo tipo di violenza lo sviluppo mentale e psicologico è più stentato che nei bambini picchiati. Ciò accade, secondo gli esperti, perché la violenza emotiva comporta la distruzione sistematica della considerazione che il piccolo ha di sé. Chi esercita violenza sul piano delle emozioni è spinto a farlo non tanto dal comportamento dei bambini quanto dai suoi stessi problemi psicologici. Per il genitore violento, un bambino non piange perché affamato o impaurito, ma perché è “cattivo” o ha deciso di “farmi impazzire. Non si dovrebbe mai tacere quando sono in pericolo la salute e la vita di un bambino, sia fisiche che psichiche.

1° Parte. - Compito arduo, difficile, quasi impossibile se non sovvertiamo la nostra cultura, effettuando un cambiamento di pensieri e quindi anche di vita. Nella società contemporanea fatta di realtà improponibili, false, illusorie, piene di apprensioni e paure, debolezze, insicurezze, scarichiamo tutto a mo' di rivalsa sui più deboli quali bambini, poveri, deboli, diversi, animali domestici e non. L'infanzia è stata oggetto di fascinazione fin dai primordi, ma come concetto sociale ha solo 150 anni. Victor Hugo una volta disse di aver scoperto l'infanzia. Ciò a cui alludeva era che aveva scoperto l'essenza dell'infanzia – quella qualità particolare presente in grande quantità solo nei giovani. I bambini riempiono la vita di ilarità. Sono per l'uomo il patrimonio più prezioso. Anche nei momenti più difficili, prevale in loro una spensieratezza profonda. Come disse Robert Coles “essi ci pongono di fronte a prospettive ed attitudini, muovendoci alla riflessione ed all'azione e sollecitandoci, mente e cuore, a reagire”. Rappresentano gli innocenti che eravamo e un futuro che non vedremo mai. Riflettono il nostro passato, preconizzano i nostri successi e portano con sé la nostra eredità. Alla metà dell'ottocento, i bambini dei paesi industrializzati stavano iniziando a trovare una propria collocazione nel mondo. Furono date loro scuole, abbigliamento consono all'età ed un ruolo maggiormente definito e rispettato nell'ordine sociale. La letteratura a loro rivolta mosse oltre l'obiettivo rigorosamente educativo. (continua)
2° Parte. - La società si mostrò più indulgente e premurosa nei confronti dei giovanissimi, mentre le gioie dell'infanzia cominciarono ad essere considerate un diritto di nascita. Il bambino era rappresentato nella pittura, nella scultura e nell'illustrazione, ma i vari Cupido mitologici e cherubini ultraterreni dell'arte occidentale non erano veri e propri bambini, quanto piuttosto simboli stilizzati. Anche Gesù Bambino costituiva una rappresentazione in miniatura di Dio incarnato. Non fu prima del diciottesimo secolo che i bambini divennero soggetto predominante. Mentre la società abbandonava l'idea che fossero umani imperfetti ed immaturi nati nel peccato, i bambini sarebbero stati riconsiderati come creature innocenti, e di quella innocenza gli adulti si sarebbero sentiti in dovere di essere i garanti. E' nell'infanzia che si sperimentano le prime gioie, i primi dolori e le prime delusioni – un luogo e un tempo in cui scarsa è la necessità di sotterfugio o compromesso. I più giovani sono viscerali: non hanno convinzioni strutturate, sono privi di preconcetti, non conoscono intolleranza, sono brutalmente onesti e incapaci di Nascondere le proprie emozioni. Esibiscono l'orgoglio senza vanità e si dimostrano indulgenti nei confronti dell'errore. I bambini rifiutati e quelli in pericolo manifestano spesso altri aspetti della grazia – la capacità di adattarsi e la capacità di sopportare e perdonare. Poi vengono a “contatto”con gli adulti, i “grandi”, e..... . (fine)

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