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Di Gioia: appello all'unità delle forze di centro sinistra
23 dicembre 2005

MOLFETTA 23.12.2005 Sarà casuale, ma è col sottofondo di zampogne, suono proveniente da chissà dove, che inizia la conferenza stampa di Lillino di Gioia (nelle foto), quasi a rafforzare la tesi che l'abbia convocata per fare gli auguri alla città che, a suo dire, ne ha gran bisogno, visti i disastri perpetrati dall'amministrazione di centro destra, da cui potrebbe risollevarsi solo con un rovesciamento di fronte. Quel rovesciamento possibile solo ad un centro sinistra unito, lo sa benissimo Di Gioia, che su questo tasto ha incentrato il suo dire. La prende alla lontana, ricostruendo le vicende politiche degli ultimi cinque anni, passaggio elettorale per passaggio elettorale, fino all'ultimo appuntamento, quello delle primarie del 4 dicembre, da cui è uscito come più suffragato, senza che questo, a quanto è stato dato di vedere, si traducesse automaticamente nell'esser riconosciuto dalla coalizione di centro sinistra quale suo candidato sindaco. Non si esime, però, dall'affrontare le questioni più scottanti. L'alta affluenza Perde l'aplomb ostentatamente esibito e si accalora, quando gli si riferisce del giudizio negativo, che circola in città, sulla percentuale di votanti, troppo alta, prova provata dell'inquinamento delle primarie, ovvero che abbiano votato anche cittadini di centro destra. “Se non voleva la partecipazione, allora l'Unione avrebbe dovuto organizzarle solo fra gli iscritti ai suoi partiti le primarie – ha affermato Di Gioia – e non chiamare i cittadini”. Cita Prodi, che non s'è certo lamentato se, al posto del milione di votanti alle primarie nazionali delle più ottimistiche previsioni, alle urne se ne sono presentati quattro. Perché questo non dovrebbe valere a Molfetta, si chiede? A meno che, e qui parte l'affondo contro gli scontenti: ”Qualche provocazione sia presa ad alibi per mettere in discussione il risultato”. A meno che le primarie, le regole con cui si sono svolte, l'alta partecipazione non vadano più bene, ma solo perché ha vinto lui, mentre si sarebbe gridato alla prova di democrazia se il primo fosse stato un altro, senza tutta questa necessità di riflessione. L'inquinamento Quando, proprio i cronisti di Quindici on line, insistono sul tasto del possibile inquinamento della consultazione, replica secco: “Che lo dimostrino, io risponderò in maniera altrettanto documentata, certificando le spese sostenute e l'infondatezza di tutto quanto mi verrà obiettato”. E quando gli fanno notare che forse non tutti coloro che si sono espressi il 4 dicembre sono di centro sinistra, si infiamma ancor più, riconoscendo di aver pescato nell'elettorato di centro, di aver catalizzato i voti democristiani, “annidati ovunque”, ma perché è così che si agisce nell'ottica del maggioritario, è così che si fa per raggiungere il 50% dei voti più uno, che valgono la vittoria. Aggiunge che proprio a questa maniera si è comportato Nichi Vendola, che non ha certo disconosciuto, per poter vincere, l'apporto di voti di centro, addirittura quelli provenienti dagli scontenti di Fitto. Un candidato estraneo Gli vien fatto notare che forse avrà conquistato al centro sinistra le preferenze di molti moderati, magari in precedenza attratti da Tommaso Minervini, ma rischia di perdere quelli di parte della sinistra, il cui popolo lo percepisce come elemento estraneo. È l'unico momento in cui alza la voce, mandando a chiedere a costoro perché se “il popolo di Boccia si è riconosciuto in Vendola, questa volta non si può fare il contrario”. Per ammorbidire subito i toni e ricordare che si tratta di una coalizione “fatta di pezzi diversi fra loro”, ad ognuno dei quali verrà riconosciuto un ruolo, che devono comporsi in una sintesi, senza con questo annullare le loro identità, solo rispettandole, aggiungendo ancora una stoccata: “Io sono in grado oggi di capire logiche diverse dalle mie, non so se altri abbiano nei mie confronti la stessa capacità”. L'unità della coalizione Insomma, Di Gioia invoca la compattezza, mostra di apprezzare le posizioni dei partiti, Ds, PdCI, i movimenti che hanno appoggiato Vito Copertino, che si sono schierati, pur accogliendo le perplessità dell'elettorato di sinistra, per l'unità del centro sinistra, si appella a tutte le forze politiche perché abbiano senso di responsabilità, affinché si ritrovi “l'unità di tutte le componenti della coalizione di centro sinistra, con le proprie storie, con le proprie sensibilità e con le proprie differenze”. Come si legge in un passaggio del comunicato distribuito ai presenti alla conferenza stampa, inviato ai segretari di partiti, leggendo il quale Di Gioia ha chiuso l'incontro. Fuori da questa unità vi sarebbe solo il disconoscimento di un processo che pure tutti hanno condiviso e della volontà di seimila cittadini. “Una scelta fatta a tavolino può essere cambiata - ha concluso Di Gioia – ma quando si fa appello al popolo, il risultato non può essere messo in discussione. Se minoranze lo vogliono fare, se ne prenderanno le responsabilità, anche perché così consegnerebbero la città al centro destra”. Lella Salvemini
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