Recupero Password
Corre voce, diario di un soldato pugliese Parigi salvata dal contingente italiano nel 1918
15 maggio 2012

Gli italiani che salvarono Parigi nel 1918, questo il tema di un interessante convegno a cura dell’Associazione “Eredi della Storia” e della rivista “Quindici” nella Fabbrica S. Domenico per raccontare la storia del contingente italiano inviato in Francia, del quale faceva parte anche il soldato pugliese Vincenzo Sardano, che ha raccontato le vicissitudini dei nostri militari in un diario ritrovato recentemente dal nipote, Onofrio di Gennaro di Molfetta. Hanno presieduto l’incontro il dott. Felice de Sanctis, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e direttore di Quindici in qualità di moderatore; il dott. Michele Spadavecchia, presidente dell’associazione Eredi della Storia e consulente storico della stessa; il dottor Onofrio Di Gennaro, molfettese, ex dirigente Inail, che ha ritrovato il diario di guerra del nonno Vincenzo Sardano classe 1899 e ne ha tratto un video piuttosto toccante, rendendolo protagonista del convegno. Il nonno Vincenzo racconta in prima persona il dramma della guerra e delle sue catastrofiche conseguenze. Il dott. Felice de Sanctis, in apertura ha voluto subito condividere la sua soddisfazione per la riuscita dell’evento. Era molto importante far conoscere ad un pubblico più vasto un episodio della Prima Guerra mondiale che è stato taciuto dai libri di storia, ma che invece è di rilevante importanza per le sue conseguenze. Per la prima volta nella storia, nel 1918, delle truppe italiane si univano come alleate al fianco di un altro esercito, sotto l’egida della propria bandiera tricolore di uno stato sovrano, libero e indipendente e non più come mercenari al soldo altrui. Vincenzo Sardano era un giovane soldato di appena 19 anni che partecipò alla spedizione italiana sul fronte francese, condividendo con il resto dell’Armata gli oneri della violenta offensiva tedesca sul fronte occidentale. Con assoluta pacatezza e precisione, frutto di un approfondito lavoro di ricerca, il dott. Michele Spadavecchia ha raccontato nel dettaglio gli ultimi mesi della grande guerra e della battaglia di Bligny, che rientrava nella serie di scontri che caratterizzarono quella che è passata alla storia come 2ª battaglia della Marna. Nel 1918 la situazione dei belligeranti era ancora in bilico. Nel 1917, con la battaglia di Riga, la Germania aveva piegato la Russia, che caduta sotto il dominio bolscevico firmò la pace, tramite il trattato di Brest-Litovsk. In questo modo, un considerevole numero di truppe e divisioni tedesche fu trasferito su altri fronti, in particolare quello italiano. Questo spostamento di equilibri determinò la disastrosa Ritirata di Caporetto, con la Ritirata “Strategica” e l’eroica resistenza delle truppe italiane sul fiume Piave. Nel 1918 era tempo, secondo lo stato maggiore tedesco, di dare la spallata definitiva anche alla Francia. In uno scambio di prestiti di truppe e materiale bellico, gli italiani inviarono sul fronte occidentale il 2° corpo d’armata al comando del conte Alberico Albricci più un contingente di operai specializzati per sopperire alla mancanza di uomini nell’industria pesante francese, il TAIF: Truppe Ausiliarie Italiane in Francia, per un totale di 130.000 uomini. Fortuna volle che questa stessa armata avesse provato sulla propria pelle la nuovissima tattica offensiva tedesca, che aveva portato al successo le truppe del kaiser in Russia ed appunto in Italia. Nel tratto di fronte assegnato agli italiani, una striscia di 12 km nei boschi di Bligny, il generale Albricci preparò la sua personale e nuovissima tattica difensiva, chiamata “Difesa Elastica”. Essa prevedeva tre linee di trincea “a difesa” in cui retrocedere sfiancando il nemico tramite continui bombardamenti e assalti. A parole sembra facile, ma nella realtà è una tattica difficilissima da applicare, perché oltre all’addestramento, richiedere anche disciplina e coraggio, doti di cui i reparti italiani dimostrarono di esserne dotati. La resistenza sulla Montagna di Bligny a pochi chilometri da Epernay , importante nodo stradale che collegava in appena 120 km il fronte con Parigi, impedì il dilagare delle truppe tedesche nella pianura dove scorre il fiume Marna e niente avrebbe potuto fermarle se non la resa della Francia. Infine, l’intervento del dott. Onofrio Di Gennaro ha mostrato il lato crudo e sanguinoso della guerra. Ricordando il nonno, ha espresso tutta la sua ammirazione per il suo illustre parente, che all’epoca diciannovenne, ha partecipato ad un evento decisivo della storia del secolo appena trascorso. Alle parole ha subito sostituito un video di cui è regista e sceneggiatore, che riprende alla lettera le pagine del diario scritte dal nonno Vincenzo Sardano, durante la sua prigionia in terra tedesca. In queste pagine il giovane soldato racconta la sua vicenda come un cronista. Fatto prigioniero durante un azione di guerra, è costretto a lavorare nelle strutture e nei campi tedeschi, in condizioni infernali. Dalle sue parole si evince il suo s t raordinario coraggio, la sua immensa voglia di vivere, la totale da mancanza di odio, la generosità e l’amicizia nei confronti di altri sfortunati come lui. In un clima ascendente di tensione arriva la tanto sospirata pace, che riporta Vincenzo nella sua terra natale, dai suoi cari familiari e dalla sua Graziella. Tutti questi aspetti sono stati evidenziati nella conclusione del convegno, che ha visto il dott. Felice de Sanctis complimentarsi con l’associazione Eredi della Storia per l’impegno profuso e l’ottimo lavoro svolto, per rievocare una pagina di storia totalmente o pochissimo conosciuta. Hanno chiuso il dibattito il presidente della fondazione Anmig, l’avv. Nico Bufi, il segretario degli eredi della Storia, Sergio Ragno e l’ispettore della GDO l’avv. Angelo Gadaleta. Presso la Fabbrica di San Domenico é stata allestita anche una mostra sui molfettesi nella prima guerra mondiale a cura dell’associazione Eredi della storia.

Autore: Andrea de Gennaro
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet