Consumo responsabile e lotta alle mafie: don Raffaele Bruno presenta a Molfetta le attività di Libera
MOLFETTA - Aiutare le famiglie ad assumere stili di consumo socialmente responsabili e sensibilizzare la comunità molfettese rispetto ai temi della lotta alle mafie. Questi, in sintesi, gli obiettivi del dibattito dal titolo “Libera Terra in uno Stato Liberato dalla Mafia” organizzato dall'Azione Cattolica il 7 dicembre scorso. L'incontro è stato brevemente introdotto da Sergio Amato, presidente dell'Azione Cattolica della Parrocchia Cure Immacolato, che ha ospitato e organizzato la serata. Dopo il predidente ha preso la parola don Raffaele Bruno, referente regionale dell'associazione Libera fondata da don Ciotti. Don Raffaele, nel suo appassionato intervento ha innanzitutto presentato Libera e il suo impegno contro tutte le mafie e a favore della diffusione dei valori della cittadinanza attiva e della legalità e ha quindi descritto le attività e le complesse fasi di gestazioni di due cooperative sociali nate in Puglia per la gestione dei terreni confiscati ad appartenenti ad organizzazioni mafiose. I ricordi emozionati delle fasi della semina e della raccolta del grano, della potatura dei tralci di vite e della vendemmia hanno condotto il pubblico attraverso esperienze ed iniziative imprenditoriali dal forte impatto simbolico e sociale.
In due meravigliosi terreni del Salento dove in passato imperava l'arbitrio, la sopraffazione e la cultura mafiosa oggi si coltivano, con metodi rigorosamente biologici, il vino ed il grano. Questo grazie alla passione civile, all'impegno e al coraggio, di tanti ragazzi che hanno scommesso sulla possibilità di fondare anche in Puglia imprese agricole impegnate nella coltivazione di terreni sottratti al giogo mafioso. I prodotti agro-alimentari (vino, pasta e taralli) di queste imprese sono prodotti sani e naturali il cui acquisto sostiene ed incoraggia il lavoro delle cooperative sociali sorte sui terreni confiscati. Di qui l'invito ad una scelta dei prodotti da acquistare che tenga conto non solo del prezzo e della qualità ma anche del valore sociale delle imprese produttrici.
Prima di concludere, il referente regionale di Libera ha voluto tratteggiare il suo ministero come cappellano della Casa Circondariale di Borgo San Nicola di Lecce descrivendo le attività che, in carcere, accompagnano il percorso di rieducazione dei detenuti, anche di quelli condannati per il reato di associazione di stampo mafioso. “Anche i mafiosi- ha sottolineato don Raffaele - vanno liberati dalla mafia”.
Le mafie hanno radici culturali e social profonde e, per questo, pensare di sconfiggerle unicamente per via giudiziaria è quantomeno velleitario. Solo accompagnando all'azione della magistratura e delle forze dell'ordine anche l'attività paziente e determinata dell' antimafia sociale è davvero possibile sconfiggere il potere mafioso.
Autore: Francesco dell'Olio