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Congresso eucaristico, l'allarmismo ingiustificato da 11 settembre della protezione civile
30 maggio 2005
BARI – 30.5.2005 A conclusione del congresso eucaristico, ci sembra opportuno fare alcune considerazioni sull'organizzazione della Protezione civile. Ha funzionato bene l'impianto organizzativo al termine della S. Messa, grazie ai bus navetta, la folla ha potuto lasciare rapidamente l'area dove la temperatura superava i 30°. Per fortuna i fedeli erano solo 150mila rispetto ai 300mila attesi, questo ha evitato rischi di caos. Probabilmente le preoccupazioni della Protezione civile sono state eccessive. Come sempre in Italia, si è esagerato nei blocchi stradali, creando non pochi disagi anche nei giorni precedenti. Basti un esempio per tutti: l'organizzazione della Via Crucis con il blocco totale della zona, che ha creato notevoli difficoltà sia a coloro che dovevano recarsi al Policlinico, sia a chi doveva raggiungere il luogo di lavoro e perfino la propria abitazione. Poi, a conti fatti - come ci hanno detto alcuni partecipanti alla processione -, le auto hanno circolato liberamente dalle parti del Policlinico fino a 5 minuti prima della Via Crucis. La Protezione civile, perciò, ha lanciato un “allarme” ingiustificato con divieti inutili. A che è servito, allora, al capo della Protezione civile Guido Bertolaso (nelle foto) scegliere la strada dell'«allarmismo», con cartine pubblicate sui giornali, elenchi di strade bloccate, divieti ripetuti fino all'ossessione, come se ci fosse l'emergenza terremoto? Paura di sbagliare. E' proprio nella predisposizione di misure adeguate e non eccessive che si misura la sicurezza e l'efficienza di un'organizzazione. Vietare è sempre facile. Anche la Protezione civile, a nostro parere, deve imparare ad essere meno italiana e più europea, valutando con più realismo le situazioni e gestendole con maggiore professionalità. E' fin troppo facile bloccare tutto, creando disagi alla gente, invece di gestire l'emergenza con razionalità. Molto facile parlare di “organizzazione impeccabile”, quando in realtà, si è arrivati a disorientare la gente, che ieri ha abbandonato la città per un timore di un assalto di pellegrini che non c'è stato, perché i baresi spaventati hanno abbandonato la città e ci sono stati perfino problemi di rifornimento dei generi alimentari. Un'assurda logica da 11 settembre ha animato la Protezione civile che ha “blindato” la zona, imponendo una sorta di “coprifuoco” (al quale, purtroppo, anche noi giornalisti abbiamo creduto), impedendo perfino l'accesso alle biciclette, trasformando Bari in una città fantasma. I commercianti che hanno protestato perché alcuni clienti “non sono stati fatti passare nemmeno a piedi”. Insomma, un eccesso di zelo.
Il risultato? Molti baresi hanno regolarmente violato i divieti (tolleranza in nome della flessibilità?), anche perché non c'era sufficiente controllo. E a rimetterci sono stati solo i cittadini che hanno voluto rispettare le assurde regole imposte, autocensurandosi e autoaffliggendosi per… espiare così i propri peccati e partecipando moralmente alla Via Crucis. Bertolaso è soddisfatto e contento di poter dire che “i giornali stranieri non riconoscono le capacità organizzative del nostro Paese” che invece sarebbero straordinarie. Forse perché all'estero non fanno allarmismo. Probabilmente il capo della Protezione civile - che ha avuto tanti giusti riconoscimenti per l'organizzazione dei funerali di Giovanni Paolo II nella Capitale e in altre situazioni - dovrebbe vivere meno di immagine e più di realtà, ricordando, tra l'altro, che Bari non è Roma. Non è una differenza da poco.
Felice de Sanctis
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Massimiliano F
01 Giugno 2005 alle ore 00:00:00
ma abbiamo sempre da lamentrarci!? io penso che l'organizzazzione del congresso sia stata ottimale. se non fossero andate bene le cose, avremmo detto che noi del sud non sappiamo fare niente come al nord. era logico che i baresi avrebbero dovvuto sacrificarsi qualche giorno, perchè l'evnto della settimana congressuale era di portata nazionale! inoltre, avendo partecipato anche alla messa, ho notato una organizzazzione, certo un pò esagerata ed esagitata, però dobbiamo considerare che l'11 settembre 2001 o 11 marzo 2004 essendo ancora ferite fresche nella gente, era ovvia tanta apprensione. proviamo a mettere quest'evento fra 10 o 15 anni e vedremo come l'apprensione sarà naturalmente meno opprimente!!! smettiamola di vedere tutto male! scusate la grammatica, ma vado di fretta!
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antonio raguseo
31 Maggio 2005 alle ore 00:00:00
Egregio signor Tommaso de Palma, lei che capisce di sistema "Protezione Civile", afferma l'idea che tale sistema suggerisce di dotarsi di un cannone per sparare ad un uccellino. A questo punto mi chiedo a cosa servono i mega esperti super pagati che sovraintendono a questo sistema (Bertolaso & Co.), questa tecnica la saprebbe gestire anche mio figlio piccolo che ha 14 anni. Infatti se si ha a disposizione mezzi illimitati e si può creare qualsiasi tipo di disagio in una zona (al punto di bloccare un'intera città), credo che non ci servono dei grandi geni a disposizione. La realtà è che per gestire sistemi complessi come la "Protezione Civile" occorre gente appropiata e chi sbaglia le misure di intervento creando facili allarmismi ha gestito male, in questa specifica occassione, la problematica. Non serve a migliorare il servizio giustificare sempre tutto e tutti.
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Nicola De Palma
30 Maggio 2005 alle ore 00:00:00
Dovevo accompagnare mia suocera al Policlinico, sapendo che non potevo utilizzare la macchina, sono stato costretto a portarla col treno. Una cosa molto disagevole perché la signora è molto anziana e ha difficoltà a camminare. Poi sono arrivato con mille vicissitudini al Policlinico e ho visto che el macchine circolavano liberamente. Bastava un po' di flessibilità, soprattutto fuori della zona di Marisabella. Non si può blindare l'intera città e poi consentire ai "furbi" (?) di passare. Ha ragione De Sanctis quando dice che Bari non è Roma. Eccesso di zelo, forse, ma anche molta esagerazione.
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Amedeo Palomba
30 Maggio 2005 alle ore 00:00:00
Non per fare le solite critiche sull'organizzazione di tali eventi,perchè in effetti tutto è stato gestito molto bene, tranne il ritorno, a causa delle lunghe attese per salire sui bus navetta. La gente sembrava impazzita, e dopo che si riusciva ad entrare nei bus,la partenza avveniva solo dopo 15-20 minuti. Il caldo era insopportabile e molta gente chiedeva di scendere perchè stava male. I vigili e la polizia sono arrivati solo dopo mezz'ora. Per farvi rendere conto dei tempi: alle 12.00 era tutto finito e alle 13.45 eravamo in stazione. Peccato....comunque un grande esperienza!!!
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Tommaso De Palma
30 Maggio 2005 alle ore 00:00:00
A proposito dell'articolo da voi pubblicato volevo esprimere la mia opinione. Dovete sapere (nozioni di protezione civile) che quando si pianificano e gestiscono maxi-emergenze si sovrastimano sempre le aspettative. Ovvero in questo evento non si sapeva bene quante persone effettivamente fossero arrivate. Per cui la protezione civile ha gestito l'evento ipotizzando l'arrivo dai 300mila ai 500mila. Di conseguenza erano posizionate delle ambulanze oltre nei parcheggi dei pullman (carrefour, caserma briscese, ecc) ma anche sulla tangenziale, una era presente allo svincolo con la SS100 zona Mungivacca. Se fossero arrivati 400-500mila pellegrini Bari era preparata. Ne sono arrivati un terzo e tutti giù con le critiche. Penso anch'io che sono stati creati moltissimi disagi ai cittadini baresi putroppo però faceva parte del gioco. Per cui prima di avanzare critiche bisogna prima studiarsi come funziona la Protezione Civile, provare a mettersi al posto di chi conduce la macchina organizzativa e forse poi si può ragionare.
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