Concita De Gregorio e l'ex sindaco di Molfetta Paola Natalicchio insieme nel programma giornalistico “Fuori Roma” in onda da domani su Rai3
Inchiesta giornalistica condotta attraverso l'Italia dei sindaci, per scoprire il Paese che cambia
ROMA - Parte domani, lunedì 12 settembre, alle 20.10 su Rai3 “FuoriRoma”, il nuovo programma giornalistico di Concita De Gregorio, prodotto da HangarTv di Gregorio Paolini, che per la prima settimana sarà in onda tutti i giorni, dal 12 al 16 settembre. Poi ogni lunedì a partire dal 19 settembre.
Del progetto è coautrice anche l’ex sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio (nella foto a sinistra con Concita De Gregorio) tornata a fare la giornalista. Al programma collabora come giornalista anche un altro molfettese, Michele de Sanctis.
Ecco i contenuti di questa inchiesta giornalistica condotta attraverso l’Italia dei sindaci: nel cuore del caso-Raggi che scuote la capitale e preoccupa il Paese, FuoriRoma tiene al centro la provincia italiana e la politica nei territori e racconta le storie, personali e politiche, dei sindaci e degli amministratori che stanno cambiando la geografia del Paese. Nel vivaio della politica, fuori dalle grandi città, cresce una nuova classe dirigente quasi sempre esclusa dalla ribalta dei giornali e delle tv. Dietro un successo elettorale però c’è sempre un lungo lavoro, la sorpresa – quando qualcosa cambia nelle grandi città e nel paese - è solo di chi non ha visto arrivare il futuro.
Il programma è una rassegna di volti ancora poco noti della vita pubblica, in pole position per diventare protagonisti: un talent dei sindaci, si direbbe con il linguaggio dei format televisivi.
La periferia al centro. E non esiste uno studio tv da cui raccontarla. Nello spirito dell’anti-talk, vicina al linguaggio del documentario e senza le pretese del programma d’inchiesta classico, mescolando profondità e leggerezza, Concita De Gregorio viaggia, taccuino in mano, in treno, in auto o in traghetto, e incontra, uno per uno, i protagonisti della vita politica di 19 città d’Italia.
Si comincia lunedì 12 settembre, con la storia del nuovo sindaco civico di Latina, città simbolo del fascismo littorio, in cui la destra politica per la prima volta esce sconfitta dalle urne e non vincono la sinistra o il Movimento 5 Stelle. Ma una lista civica: “Latina Bene Comune” del nuovo sindaco Damiano Coletta, un cardiologo cinquantenne, ex calciatore professionista. “Nessuno li ha visti arrivare” dicono i candidati sconfitti dei partiti di destra e di sinistra, eppure erano lì da molti anni da quando hanno iniziato a fare attività nei quartieri periferici.
La prima settimana si completa scoprendo il volto della sindaca di Cascina espugnata dalla Lega, la Lecce roccaforte del centrodestra nella Puglia di Vendola e Emiliano, si racconta il giovane sindaco di Pesaro che in molti indicano come erede di Matteo Renzi, si arriva nella Carbonia rossa delle miniere e dell’Alcoa, espugnata dalla neo sindaca dei Cinque Stelle. Tutt’attorno, il contesto: i problemi del territorio, i volti degli abitanti del posto, le battaglie e le speranze di ogni giorno.
Ecco come la stessa Paola Natalicchio racconta questa esperienza: «Per tre anni e mezzo ho lasciato il mio lavoro per la politica e per il servizio alla città in cui sono nata, Molfetta, e in cui ho fatto con entusiasmo infinito il sindaco. Poi l'esperienza politica si è interrotta, due anni prima del dovuto. Un sipario improvviso e doloroso, legato a una crisi politica non più sostenibile. Era maggio, fine maggio.
L'estate si spalancava davanti a me come una imperdibile occasione di riflessione e di riposo. Ho passato i primi giorni della mia nuova vita al centro di un fortissimo disorientamento. Mi sono chiesta a lungo da dove ricominciare. Tre anni nella pubblica amministrazione sono un'esperienza di crescita incredibile ma il mio lavoro - il giornalismo, la scrittura - sembrava intanto essersi allontanato a largo. A fine giugno, però, la mia amica e maestra Concita De Gregorio mi ha fatto leggere un format televisivo. E mi ha proposto una ripartenza sorprendente: "facciamo
un viaggio in Italia e spieghiamo come lavorano i sindaci e la politica sui territori, che nessuno racconta".
Così siamo partite ed è iniziato "Fuori Roma". Ci lavoriamo da luglio insieme ai colleghi della Hangar Tv di Gregorio Paolini. Insieme a una squadra di colleghi giovani e motivati abbiamo girato - valigia, taccuino e telecamera in mano - alcune città d'Italia in cui ci è sembrato che stesse succedendo qualcosa di politicamente interessante e forte.
Siamo partiti da Lecce, roccaforte di centrodestra nella Puglia nostra. Poi Latina, dove un medico cardiologo è riuscito a fondare un movimento civico che, senza sigle partitiche, ha restituito alla cittadinanza attiva una possibilità di governo.
Siamo stati in Toscana, nella Cascina espugnata clamorosamente dalla Lega Nord. Poi in Sardegna, a Carbonia, dove sembra che i Cinque Stelle abbiano saputo intercettare meglio di tutti le ferite della chiusura delle miniere e dell'Alcoa. Poi nella Pesaro di Matteo Ricci, che in molti indicano come l'erede possibile di Matteo Renzi.
In tutto gireremo 19 città. Continueremo fino a dicembre: un viaggio nell'Italia che nessuno racconta e anche nell'Italia che verrà, quella che tra le stanze dei sindaci ma anche nei circoli delle associazioni e dei partiti qualcuno sta già costruendo.
Le prime cinque puntate vanno in onda da domani sera, tutte le sere, alle 20.10, su Rai Tre. Poi andremo in onda ogni lunedì, stessa ora, fino a Natale.
Lasciatemelo dire: smettere di fare il sindaco e tornare al giornalismo e alla scrittura per la tv con un programma in cui incontro un sindaco a settimana è un'esperienza agrodolce e uno stranissimo destino. Così come tornare a Roma e però cercare "Fuori Roma" tutto quello che serve per capire il Paese e da dove farlo ripartire. Evidentemente doveva andare così.
E chissà come altro ancora deve andare dopo dicembre. Intanto un grazie pubblico me lo dovete concedere. E lo rivolgo a Concita, che da quindici anni è entrata nella mia vita e la rende sempre un posto molto speciale. Che non ha mai smesso di essere il mio direttore dai tempi dell’Unità e da cui ho imparato molto di quello che so. Che c'era sui palchi e le piazze di Molfetta quando bisognava fare la nostra rivoluzione gentile. Che c’è stata sempre, in questi tre anni di governo, con la pazienza dell'ascolto, il sussurro di qualche consiglio e la condivisione di spazi di creatività impagabili come il Festival di Teatro Civile. E che quando ho smesso di fare il sindaco non mi ha fatto sentire il dolore del passaggio da una vita all'altra. Mi ha messo subito all'opera. Con una cosa bellissima da fare insieme tra le mani.
Mi rialzo, dunque. E' ufficiale. Fatemi sapere cosa ne pensate del programma.
Buona domenica».
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