Comparto 18 e maxicomparto il gioco del Monopoli
Si costruirà ancora a Molfetta. L’adozione del Piano particolareggiato del maxicomparto e della variante al Piano Urbanistico Esecutivo (PUE) del Comparto 18 dovrebbe «avviare processi di sviluppo» e «riavviare l’attività edilizia a Molfetta», come dichiarato in Consiglio comunale dal dimissionario sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini (stesse motivazioni addotte per il discutibile e non del tutto legittimo Piano Casa). Purtroppo, i due provvedimenti presenterebbero alcune lacune tecnico- amministrative che potrebbero inficiare il successivo iter burocratico, danneggiando non tanto i costruttori, che in molti considerano ormai una vera e propria “casta politica” (alcuni interessati alle faccende politiche locali), ma gli operai edili, le cooperative edilizie e i proprietari dei suoli che, soprattutto per il comparto 18, stanno sopportando dopo anni di attesa ancora ingenti spese. Allo stesso tempo, non si esclude una “manovra” politico-finanziaria, che giustificherebbe l’urgente adozione dei deliberati: da un lato si rinfrancano i costruttori di Molfetta, dall’altro si motivano alcune previsioni di bilancio per il 2012 e per il triennio 2012/14, in particolare per gli oneri di permessi di costruire (pdc). L’amministrazione Azzollini ha così innescato quel meccanismo burocratico che dovrebbe concludersi proprio con la richiesta dei pdc da parte delle imprese edili e il versamento delle relative quote al Comune di Molfetta (se si aggiungono anche le adozioni giuntali delle varianti al comparto 5 e 3 ad ottobre). In pratica, è stato creato ad hoc un “ombrello di cartapesta” non solo in caso d’intoppi amministrativi per l’assenza di alcuni pareri preventivi e a ingiustificati “difetti” tecnici, ma anche di fronte all’accertamento di un buco di bilancio da parte del commissario prefettizio o della prossima amministrazione comunale per la natura fittizia e dopata di qualche posta in entrata (in primis, gli oneri di pdc). MAXICOMPARTO 10.11.12 Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e la modifica legislativa delle distanze minime da rispettare per l’edificazione nei pressi degli elettrodotti (DM 28.05.2008) hanno imposto una rielaborazione della planimetria urbanistica per i comparti 10, 11 e 12 (tra via Berlinguer, la provinciale per Bitonto, la SS 16bis e la vicinale Serra Nicola). A prescindere dalla collocazione delle varie unità edilizie e delle aree a verde, l’assenza del parere dell’Ufficio Tecnico Regionale (ex Genio Civile), necessario per l’adozione del provvedimento, potrebbe invalidarne le fasi dell’approvazione e bloccarne l’iter amministrativo. Infatti, secondo l’art.89 del Testo unico dell’edilizia (DPR n.380/01) «tutti i Comuni […] devono richiedere il parere del competente ufficio tecnico regionale sugli strumenti urbanistici generali e particolareggiati prima della delibera di adozione […] ai fini della verifica della compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio». Di contro, l’ing. Enzo Balducci, dirigente ad interim del Settore Territorio, ha posticipato la richiesta del parere all’approvazione definitiva, perché la situazione geomorfologia sarebbe già conosciuta dagli uffici regionali (spiegazione addotta in Consiglio comunale). Come per il «Piano Casa», il Comune di Molfetta è un carro a briglie sciolte. Inoltre, con una parcella di 24mila euro l’incarico di coordinatore del gruppo di lavoro per la sistemazione del maxicomparto è stato assegnato all’ing. Domenico Mastropierro, professionista privato, con delibera firmata la mattina del 26 ottobre a poche ore dal Consiglio comunale. Nessuna legittima o accettabile motivazione per il conferimento dell’incarico, solo la solita scusante: il personale tecnico del settore è impegnato in compiti istituzionali. Non si sa ancora se per lo stesso incarico sia stato retribuito anche l’ing. Rocco Altomare, ex dirigente del Settore Territorio, e primo affidatario nel 2010. VARIANTE COMPARTO 18 È un deliberato con qualche insidia, quello approvato in consiglio a maggioranza. Da un lato, i due verbali della Conferenza di Servizi, convocata per la discussione della variante, non chiudono in modo ufficiale l’iter del precedente procedimento (solo la relazione tecnica dell’ing. Balducci dichiara nulla la variante del Consorzio dei proprietari approvata nel novembre 2011). Dall’altro, la deperimetrazione di quasi 4mila m2 per le aree a verde tra il cavalcavia di via Berlinguer e Viale Martiri della Resistenza e la loro nuova destinazione ad area fondiaria (3.736 m2) potrebbero anche risultare non del tutto regolari se «l’attuale variante al PUE propone di reperire ulteriori aree da destinare all’edificazione attuando una riperimetrazione delle aree tipizzate a “verde pubblico” dal Prgc». L’Ufficio Tecnico Comunale ha, perciò, individuato «ulteriori aree a verde non previste dal Prgc in prossimità della maglia C e D», ma le stesse interessano zone perimetrate dal PAI: in pratica, le aree a verde stralciate saranno gettate come rifiuto biodegradabile nella lama, come confermato dal gruppo di progettazione nella relazione tecnica («a verde saranno destinate le aree a rischio idraulico esterne alle aree destinate a verde dal Prgc»). In questo modo, il comparto 18 è stato maggiormente intasato da cemento e asfalto, con un indice di fabbricabilità molto elevato: basti pensare che i balconi della palazzine tra il cavalcavia e Viale Martiri della Resistenza non solo sporgeranno sull’asfalto del ponte, ma saranno anche adiacenti l’isola ecologica dell’ASM, respirando un intruglio di smog e monnezza. Insomma, si tratta di una variante che soddisfa un PUE d’iniziativa privata e non pubblica, nonostante i vincoli del PAI e delle RTF siano subentrati solo negli ultimi anni. Del resto, con la modifica della destinazione d’uso dei suoli (che potrebbe anche derogare agli standard previsti del Prgc), il trasferimento delle volumetrie (non previsto dalla legge per aree non contigue) e il pesante addensamento edilizio del comparto sarebbe stato opportuno rivedere l’iter autorizzativo, compresa la valutazione degli impatti ambientali, benché le variazioni siano state dettate da sopravvenute esigenze e imposizioni di nuovi vincoli. Resta un grosso interrogativo sull’opera di mitigazione idraulica richiesta dall’Autorità di Bacino, indispensabile per ottenerne il parere favorevole sulla variante. La planimetria generale del comparto 18 ne prevede l’esistenza parallelamente a via Berlinguer fino al ponte della linea ferroviaria in località Chiuso della Nepta: purtroppo, i tempi di realizzazione sono sine die. Il comparto 18 potrebbe essere già pronto quando il progetto dell’opera di mitigazione sarà ancora una ipotesi