MOLFETTA - Prima rivalutata, poi ristrutturata (?). È la recinzione della discarica di Coda della Volpe, ancora disfatta come
Quindici aveva documentato a
gennaio 2012. Ma dopo 5 mesi lo scenario kafkiano è rimasto immutato (foto). L’area continua a essere abbandonata all’incuria e al degrado, con il nuovo impianto di selezione e stoccaggio lasciato a metà da mesi. Uno dei cancelli, quello più nascosto, è spalancato, facilitando così l’ingresso di vandali e scaricatori abusivi di ogni genere di rifiuto.
Com’è stato possibile rivalutare la discarica 688mila euro nel bilancio 2010 dell’Asm, con una differenza dal 2009 di ben 435mila euro? Ma, soprattutto, la recinzione, passata da poco meno di mille euro nel 2009 a ben 69mila euro dopo la perizia del 2011, nonostante le sue orribili condizioni, come documentato dalle foto? Già
Quindici aveva spiegato la reale valenza tecnica della rivalutazione dei cespiti aziendali, dopo il
consiglio comunale di approvazione del bilancio 2010 dell’Asm. E nel numero di maggio in edicola la questione è stata approfondita.
Sono stati scaricati a Coda della Volpe gli inerti (materiali derivanti da demolizioni, costruzioni e scavi, ceramica e vetro di ogni tipo, rocce) che avrebbero gonfiato i dati della raccolta differenziata nel 2010? Un dato «
anomalo», come scritto dallo stesso direttore dell’Asm,
Silvio Binetti, nella sua relazione, dovuto «
a un intervento di pulizia straordinaria delle aree periferiche dell’abitato e delle strade campestri». Come motivare la diversa colorazione del materiale inerte che pare aver assunto la stessa consistenza dei fanghi di depurazione o industriali? La discarica,
messa in sicurezza, è adibita allo scarico degli inerti?
Insomma, un mistero. Che s’infittisce per una serie di tubi neri (di diverse dimensioni) lasciati ammucchiati lungo tutto il perimetro della recinzione. Una vicenda già denunciata da Quindici sul numero di marzo 2011, poi ripresa nel numero di aprile 2011 quando quei tubi fotografati erano stati bruciati e fotografati. Anche in questo caso, lungo l’area perimetrale restano alcune parti di tubo nero bruciato. Se la discarica non era usata da anni, come giustificare la presenza di questi tubi neri? Come sono stati utilizzati? Per il solo scarico di acqua naturale nella discarica, tra l’altro priva di qualsiasi tipo di verde, o di percolato o per un altro uso sconosciuto? Perché quei tubi sono bruciati? Ci sono le necessarie autorizzazioni?
Non solo, ma alle spalle dell’erigenda struttura un prefabbricato lasciato incustodito e aperto pare essere stato il luogo di una serie di incendi che hanno lasciato sul soffitto delle strane colorazioni biancastre. Quali sono i materiali incendiati? Perchè sul pavimento si notano delle chiazze scure circolari, come il fondo di fusti? Anche in questo caso, ci sono le opportune autorizzazioni? O è semplice vandalismo?
Un mistero dietro l’altro, un interrogativo dietro l’altro. Perché i lavori al nuovo impianto di selezione e stoccaggio sono stati interrotti?
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