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Cinque stelle, Molfetta e Bisceglie Insieme in Movimento sulla depurazione
27 dicembre 2013

MOLFETTA - Sabato 28 dicembre dalle ore 18 alle ore 22 in corso Umberto I° a Molfetta i MeetUP Molfetta a 5 Stelle e Cittadini a 5 Stelle in MoVimento a Bisceglie, organizzano un incontro pubblico al Gazebo Multimediale.

«Insieme per informare sul caso depurazione in Puglia – dice un comunicato - e, in particolare, sulla reale situazione dell'area presso Torre Calderina in cui si prevede lo scarico di 40.000 tonnellate al giorno di reflui provenienti dalle 5 città di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi per un totale di 220.000 abitanti attraverso la costruzione di una condotta sottomarina che scaricherà i reflui dei 4 impianti sequestrati a 2km dalla costa, con la spesa iniziale di 20 milioni di euro pubblici:  questo è un danno economico, ecologico e sociale perchè spreca le risorse del territorio e ne aggrava i problemi  causati dagli stessi soggetti che continuano a proporre le loro false soluzioni.  Cementificare condotte sotterranee e collettori sottomarini non risolve un problema che già da troppo tempo le Amministrazioni hanno irresponsabilmente e ciecamente ignorato.

Piuttosto che nascondere i reflui in un tubo, utilizzando il suolo e il mare (le risorse più preziose che abbiamo) come una discarica, chiediamo che i nostri soldi vengano utilizzati

-per l'adeguamento dei depuratori che scaricano sul suolo, in modo che le acque emesse dagli impianti possano essere riutilizzate in agricoltura

-per dimensionare correttamente gli impianti che scaricano a mare siano affinchè non inquinino le nostre coste, eliminando i rischi igienico-sanitari a cui oggi siamo tutti esposti.

 In una terra assetata come la Puglia le acque reflue, correttamente depurate,  sono una risorsa da riutilizzare;  noi cittadini paghiamo la depurazione in bolletta: vogliamo acque pulite sul nostro suolo e nel nostro mare.

 Per questo diciamo insieme NO ai collettori sotterranei e NO alla condotta sottomarina che porterebbero un maggior inquinamento scaricando 40.000 metri cubi di reflui in un solo punto in mare: la nostra acqua la vogliamo depurata e riutilizzabile.

Stanchi di perdere tempo dietro false promesse... Insieme al Gazebo!».

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1°Parte - Le tecnologie oggi disponibili consentono in teoria di eliminare dagli scarichi urbani e industriali qualunque tipo di sostanza inquinante; tuttavia i costi, anche ambientali, associati alla depurazione, consigliano di limitare il livello di trattamento al raggiungimento di obiettivi di qualità prefissati in relazione alle necessità d'uso e a quelle di conservazione delle risorse. Mentre le acque industriali, a causa della variabilità delle caratteristiche degli scarichi da un'industria a un'altra, non esiste un processo tipico a cui fare riferimento,, ma piuttosto una serie di trattamenti specifici, per i reflui fognari, nei quali peraltro confluiscono spesso scarichi produttivi più o meno pretrattati, si sono affermati diversi processi che sono alla base del funzionamento dei depuratori urbani. Un tempo, le acque di fogna, così come gli scarichi delle industrie, venivano semplicemente allontanati e scaricati nei corpi idrici superficiali o infiltrati nel terreno. Ci si affidava essenzialmente alla capacità di diluizione e quindi ai processi naturali di auto depurazione dei corpi idrici. I filtri per-colatori comparvero negli Stati Uniti verso la fine dell'Ottocento e solo alla vigilia della prima guerra mondiale, in Inghilterra, si realizzò il primo impianto di depurazione a fanghi attivi. I processi biologici artificiali, proprio perché basati su quelli naturali, hanno comunque la caratteristica di essere efficaci solo per abbattere gli inquinamenti organici biodegradabili; di conseguenza, altre componenti, quali per esempio, molti scarichi provenienti dalle industrie e gli stessi scarichi civili, sempre più ricchi di sostanze chimiche estranei ai cicli naturali, sono destinati, nella migliore delle ipotesi, a essere immessi tali quali nell'ambiente o, nella peggiore, a determinare la crisi del processo di depurazione. Il sistema di depurazione dell'acqua più diffuso nel nostro paese è certamente quello a fanghi attivi, anche se le realizzazioni su biodischi sono in buona espansione. (continua)

2° parte. - I filtri per-colatori, diffusi soprattutto in altri paesi (Inghilterra, Stati Uniti), sono da noi limitati a realizzazioni medio-piccole. Caratteristica comune dei processi di depurazione è quella di produrre, nelle diverse fasi, ingenti quantità di fanghi che devono essere a loro volta sottoposti a trattamento. E' evidente che, se le caratteristiche qualitative del fango lo consentono, lo sbocco in agricoltura è quanto mai auspicabile in quanto, sia pure in modo differito, e con modalità diverse, si chiude un ciclo, ovvero la biomassa, che proviene dai suoli agricoli sotto forma di prodotti alimentari, ritorna alla terra. Purtroppo, la commistione di scarichi di diversa origine nelle fognature urbane, che apportano inquinanti non compatibili con l'uso agricolo del suolo, rende quanto mai problematica tale soluzione, cosicchè i fanghi devono essere spesso inceneriti o smaltiti in discarica. In definitiva, la depurazione delle acque reflue urbane e industriali produce inesorabilmente dei fanghi che devono essere attentamente gestiti, e comporta comunque consumi energetici che si traducono in una forma di inquinamento indotto. Quindi, il miglioramento delle condizioni ambientali che si ottiene in ambito locale non è privo di conseguenze negative in ambito più ampio: pertanto, un miglior sfruttamento delle capacità auto depurative dell'ambiente, ottenibile solo con significativi interventi di prevenzione dall'inquinamento, dovrà, in una prospettiva ambientalmente sostenibile, essere opportunamente valorizzato. (fine)


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