Che cosa sono i voucher
I voucher (buoni per il lavoro occasionale accessorio) furono introdotti nella legislazione italiana nel 2003 per regolare in maniera semplice ma formale, prestazioni lavorative di natura occasionale, di breve durata, saltuaria nel tempo che spesso avevano forme di compensazione irregolare o “in nero”. Il costo di un voucher è di 10 euro lordi per ora lavorata, 7,5 euro al netto, che corrisponde al compenso minimo di un’ora di lavoro. In pratica, una media di 324 euro l’anno. La validità massima per fruire dei buoni lavoro è di 24 mesi. Nei 10 euro lordi di voucher è, inoltre, compresa la contribuzione obbligatoria per il lavoratore pari al 13% a favore della gestione separata Inps, che viene accreditata sulla posizione individuale contributiva del prestatore; 7% a favore dell’Inail per l’assicurazione anti-infortuni; 5% di compenso al concessionario (Inps), per la gestione del servizio. Non si tratta, in pratica, di un contratto di lavoro e non si instaura alcun rapporto di lavoro, quindi non sussistono altri diritti connessi. Con la legge di riforma Fornero (l. 92/2012) viene eliminata la caratteristica dell’accessorietà ed occasionalità della prestazione, si ampliano i settori per il quale può essere utilizzato il voucher, si indica solo un vincolo economico massimo utilizzabile per il prestatore d’opera, aumentato a 7.000 euro (da 5.000 euro come era in precedenza) con il recente d.lgs. 81/2015 (in attuazione del Jobs Act). I Voucher vanno da 10 euro o multipli che consentono a chi li acquista, ovvero, al committente di pagare l’attività svolta saltuariamente dal lavoratore come prestazione occasionale. Rispetto alla precedente normativa i buoni Inps possono essere utilizzati in tutti i settori e categorie di lavoratori, quali i disoccupati, inoccupati, lavoratori autonomi o subordinati, full-time o part-time, pensionati, studenti, percettori di prestazioni a sostegno del reddito, ma sempre entro i imiti di reddito. Il boom dei voucher ha richiesto alcuni correttivi che hanno previsto la nuova tracciabilità dei buoni lavori Inps, attraverso la comunicazione obbligatoria dei Voucher Inps un’ora prima del loro utilizzo da parte del committente. In base alle nuove regole 2017 sui voucher Inps, il committente ha l’obbligo di comunicarne l’utilizzo del buono almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa. Nella comunicazione obbligatoria devono essere indicati: dati anagrafici del dipendente; codice fiscale; luogo e durata della prestazione. Per comunicare l’utilizzo del buoni lavoro Inps: SMS al numero 339/9942256, oppure, email alla sede dell’Ispettorato del Lavoro (intermittenti@ pec.lavoro.gov.it). Per queste categorie di lavoratori non c’è obbligo di comunicazione: Enti pubblici; attività non commerciali; famiglie; lavoro domestico; lavoro agricolo: obbligo comunicazione entro 3 giorni, senza indicare data inizio e fine della prestazione lavorativa. I committenti che non rispettano i nuovi obblighi per i Buoni Lavoro Inps, ossia, comunicazione entro 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, rischiano una multa che va dai 400 ai 2.400 euro per ogni dipendente irregolare. Il lavoratore può cambiare i buoni lavoro Inps lavoro occasionale, presso le Sedi Inps entro 24 mesi dal giorno dell’emissione. Ai fini di riscossione del buono lavoro, i voucher vanno compilati rispettando la compilazione di tutti i dati richiesti al fine di identificare senza errori il lavoratore e il corretto accredito dei contributi previdenziali e assistenziali.
Autore: Felice de Sanctis