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Cemento selvaggio e piscina abbandonata a Molfetta: successo per l’evento zoom “Vento di Levante” Sinistra Italiana e Area Pubblica: “Abbiamo fatto chiarezza, ora andremo fino in fondo”
26 aprile 2021

MOLFETTA - La sera del 19 aprile scorso, in pieno rispetto delle norme sulla pandemia, i due gruppi di Area Pubblica e di Sinistra Italiana hanno chiamato i cittadini ad una assemblea pubblica telematica sulla piattaforma Zoom, per affrontare e per fare chiarezza sui negativi sviluppi che stanno interessando la fascia costiera della zona di Levante. L’incontro ha trattato in modo particolare la sconsiderata nascita di palazzi alti fino a 7 piani a pochi metri dalla costa, con invece il totale abbandono della Piscina comunale adiacente.

L’iniziativa ha acceso i riflettori su un quartiere che per anni è stato interessato da tante promesse di qualità urbana. Una zona che collega il lungomare alla Prima cala, dove si estende l’unico lembo di spiaggia pubblica urbana (nella zona ex INPS) e dove si è sviluppato, negli anni, un polo di impiantistica sportiva che comprende gli stadi Paolo Poli e Petrone, il Palazzetto dello Sport e la piscina, un tempo adibita anche a scopi turistico-balneari. Zona, peraltro, ormai diventata un passaggio obbligato per tanti runners che chiedono spazi ampi e lontani dalle strade trafficate, specie in questo periodo di pandemia.

Purtroppo, gli abitanti della zona di Levante hanno assistito in quest’ultimo anno da un lato all’ edificazione selvaggia del cosiddetto “comparto B2.1” e, dall’altro, al perdurante stato di abbandono del fabbricato della Piscina comunale. E questo assieme ad altre situazioni di prolungato abbandono e degrado che hanno riguardato più complessivamente il quartiere, come lo stato indecoroso in cui versano i giardini pubblici di Piazza 1 Maggio e del Parco di Levante.

L’assemblea è stata molto partecipata (con circa 100 presenze nelle due ore di collegamento).  Sinistra Italiana e Area Pubblica, che hanno organizzato l’evento, hanno scelto di dare la parola a chi aveva affrontato queste problematiche nella scorsa amministrazione comunale, dando quindi indicazioni puntuali che potessero far meglio comprendere i motivi che hanno generato tali situazioni. In particolare, sulle edificazioni che stanno cementificando la costa, sono intervenute Rosalba Gadaleta e Paola Natalicchio, che hanno ricostruito la vicenda, spiegando che il comparto B2.1 risulta essere previsto dal Piano Regolatore Generale, datato ormai vent’anni fa, ma che sono stati il sindaco Antonio Azzollini e il dirigente Rocco Altomare, nel 2010, ad adottare e approvare il piano di lottizzazione, così impattante e privo di qualità urbana, con altezze in deroga e standard sacrificati.

Carte alla mano, Gadaleta e Natalicchio hanno dimostrato che tra il 2013 e il 2016 si è tentata una mediazione con i proprietari per arrivare a delle costruzioni meno impattanti ed evitare di edificare nella fascia dei 50 metri dalla costa (visto che, purtroppo, la Legge Galasso non è applicabile ai territori costruiti), ma senza successo. Costruttori, tecnici e proprietari non accettarono di modificare il piano e valorizzare anche la vocazione turistico-balneare della zona, insistendo sull’edificazione delle palazzine pluripiano. Sino alla firma dei permessi a costruire avvenuta durante l’amministrazione di Tommaso Minervini.  

A tal proposito, sono intervenuti alcuni abitanti del quartiere, rappresentati anche da Giulia De Ceglia, vice presidente di Area Pubblica e Cosimo Sallustio, portavoce di Sinistra Italiana, entrambi residenti della zona, che hanno espresso tutta la delusione per le trasformazioni negative di quell’area che sta perdendo in servizi e in vivibilità per le famiglie, i bambini e gli anziani.

Sulla Piscina comunale è stato Bepi Maralfa a fornire tutti gli elementi di conoscenza per comprendere le cause di questo abbandono che ormai dura da cinque anni. L’intervento di Maralfa ha ricostruito ampiamente le ragioni del ritiro della concessione all’ATI che gestiva la piscina, con una dura critica dell’incapacità dell’Amministrazione comunale di far proseguire l’appalto nella legalità e in modo efficiente nei cinque anni successivi al 2016, con grave danno per i lavoratori, per gli atleti, per le persone con disabilità e le loro famiglie e per tutti i cittadini molfettesi che hanno frequentato la piscina negli anni. A seguire, sono intervenuti i rappresentanti dei dipendenti della piscina e degli atleti che animavano il gruppo sportivo locale.

Per dare seguito a quanto emerso nell’assemblea di lunedì scorso, gli organizzatori hanno deciso di sottoscrivere un documento politico da inviare al Sindaco sotto forma di interrogazione consiliare - come annunciato dalla consigliera Silvia Rana, che si farà carico di presentarla all’Amministrazione - contenente le conclusioni dell’assemblea. Sarà chiesta copia della Convenzione del B2.1, per capire se altre palazzine oltre alle due in costruzione saranno ancora costruite e per visionare il piano delle urbanizzazioni e dei servizi concordato con i costruttori. E sarà chiesto un cronoprogramma chiaro sulla riapertura della piscina comunale. “Abbiamo fatto chiarezza, ora andremo fino in fondo”, dichiarano i due movimenti.

Intanto, per accogliere le segnalazioni dei cittadini del quartiere Levante ed eventuali suggerimenti per la stesura dell’interrogazione consiliare, è stata aperta la mail ventodilevantemolfetta@gmail.com

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