Carmela Minuto: l’ostilità di verso di me, ha distolto voti (pochi) dal centrodestra. Una brutta campagna diffamatoria
Forza Italia esce a Molfetta fortificata. Carmela Minuto ne è certa questi i dati: 77.000 mila voti sul territorio. Questi i fatti: aver portato la coalizione Forza Italia a Molfetta dal 13 al 19%. Non si sente sconfitta la candidata di Molfetta di Forza Italia e del centrodestra al Senato. L’abbiamo sentita grintosa, come sempre, nella redazione di “Quindici” per commentare il risultato elettorale. Allora Carmela, quale è la sua analisi di questo risultato? «Un bella corsa estenuante. Più che le sfide a me piacciono le persone, il contatto col territorio. Nei 37 giorni di campagna elettorale, da quando ho ricevuto la candidatura, ho visitato 21 Comuni, un territorio molto vasto ed eterogeneo, da Altamura a Bisceglie e poi Molfetta. Non mi aspettavo la candidatura. Quando mi hanno chiesto di presentare il mio curriculum vitae politico, non ho neanche risposto perché in fondo da 25 anni per me fare politica è fare ciò che mi piace ed è più congeniale fare: il contatto con le persone, la mia forza e non ho bisogno di altro». Facciamo un passo indietro. Ha detto che la candidatura al Senato è giunta inaspettata. Molti in città si aspettavano la sua candidatura a sindaco nelle recenti consultazioni amministrative. «Vorrei ribadire che sono sempre stata rispettosa delle “gerarchie”. Già tre anni fa, l’On. Luigi Vitali (coordinatore di FI in Puglia, ndr) che, a livello nazionale, ha visionato, proposto e confermato le candidature per F.I., mi propose la candidatura alle consultazioni regionali. Era da poco mancato Antonio Camporeale, punto riferimento di F.I. a Molfetta, e io, prima di accettare, mi riservai di riflettere, non senza avere prima consultato Antonio Azzollini e averne ricevuto conferma, cosa che davo per certa. La risposta concreta è stata, poi, la candidatura di Stanislao Caputo che ho appoggiato. Anche la candidatura a sindaco di Isabella de Bari è stata da me appoggiata. I risultati delle amministrative hanno confermato la fiducia che i concittadini nutrono nei miei confronti, permettendomi di diventare consigliere comunale perché per me la politica è passione, missione, poter fare quello che mi piace fare: occuparmi degli altri. Sono passionaria, mi schiero, ma col tempo ho capito che mi piace molto ascoltare tutti perché è bello confrontarsi. Sono centrista e moderata, ascolto e imparo da tutti. La campagna elettorale è iniziata con i soliti “quattro amici al bar”, la mia forza, coloro che mi hanno sostenuta anche quando il complesso meccanismo elettorale ha prima dato la quasi certezza della mia elezione poi, come una pallina che oscilla in un flipper, ha messo in dubbio, poi escluso la mia elezione». Lei porta a casa sua, Molfetta, un ottimo risultato: è la prima dei non eletti. «Non ci si può considerare sconfitti se non si è eletti per una percentuale pari allo 0,1%. Il risultato ottenuto paga un incondizionato impegno personale. L’ho fatto perché lo sentivo, volevo e voglio impegnarmi. Sa benissimo che appaio poco sui social, ho imparato a non curarmi del parere di altri. Con dispiacere devo constatare che ancora oggi anziché parlare dei propri programmi, alcuni politici fanno campagne denigratorie su altri candidati e me nello specifico. E’ ora di finirla di denigrare soprattutto le donne, è ora di accettare e senza condizioni l’apporto fondamentale delle donne nella vita ed in politica. Da questa esperienza ne esco rafforzata e la mia forza è stata, ribadisco, il contatto col territorio che ha dato nuova linfa alla mia voglia di continuare a fare politica. Oso dire che non credo che altri candidati hanno tratto gli stessi benefici al di là del risultato e mi duole constatare che anziché spendere energie per autopromuoversi, hanno seminato zizzania come tra donnine d’altri tempi». Risponde al vero che anche Nicola Giorgino, sindaco di Andria, non abbia sostenuto la sua candidatura? Come valuta questo interesse nei suoi confronti? «Si dice che Nicola Giorgino non abbia sostenuto la mia candidatura per motivi personali. Al di là di motivazioni di opportunità politica, questo dato mi rammarica molto. Mi mortifica sapere che compagni di partito che ho sempre sostenuto, hanno osteggiato la mia candidatura, ma andrei contro la mia indole non facendone tesoro, andando avanti». L’assenza di una rappresentanza molfettese sarà un problema? «Mi lasci dire che l’assenza è un problema di chi non ha votato, di chi ha votato scheda bianca, di chi ha remato contro». Ha conferme circa la presunta “azione di disturbo” operata da Antonio Azzollini? «Le previsioni davano il successo del Movimento 5 Stelle, confermate dal grande consenso soprattutto al Sud. Sarebbe riduttivo affermare che la Lega al Sud è stata scelta per la lotta all’immigrazione e i pentastellati per il reddito di cittadinanza ed altre proposte “sociali”. Appare improcrastinabile, da parte di tutte le forze, un’analisi più approfondita. Pare che questa “azione di disturbo” ci sia stata e se confermata è un fatto grave poiché l’ostilità personale di Antonio Azzollini nei miei confronti ha distolto voti al centrodestra. Ancora una volta Azzollini palesa la sua incoerenza di uomo di centrodestra. Non ha guardato al bene del partito per il quale è stato eletto, ma remato contro una candidatura suggerita dal coordinamento nazionale. Con la sua presunta azione fa fatto autogol. Molti, ignari, hanno voluto approfondire le mie ragioni e mi hanno votata. La saracinesca della sede a Molfetta non è stata mai sollevata in questa campagna elettorale. Per anni, a proposito di coerenza e fedeltà al partito, ho appoggiato persone che non conoscevo pur di sostenere il centrodestra. Sono stata oggetto di una campagna denigratoria personale: è ora di finirla, di gridare che le donne non ci stanno più a questo gioco al massacro, a fare la parte di figurine intercambiabili anche e soprattutto in politica. Io non ho soffiato il posto a nessuno, sono stata candidata e aspettavo un ricambiato appoggio che da parte mia verso altri uomini e donne di partito non è mai mancato». Si aspettava commenti di stima da parte anche di donne di sinistra? «Come già ribadito non sono molto “social”. Pare che Paola Natalicchio abbia espresso parole di stima nei miei confronti. La ringrazio. E’ questa la politica che mi piace: andare avanti avendo un interesse comune senza il ricatto di presenze ingombranti. Se necessario vado contro e seguo il mio pensiero». Come vedi il futuro di Carmela Minuto e del centrodestra a Molfetta? «Mi sento più forte, non sono più sola, sono circondata da persone che mi appoggiano e che credono in me. Sono di Forza Italia e rimango di Forza Italia e vado avanti. Ho un buon rapporto con tutti, sono una persona molto moderata. Come consigliere comunale, laddove ci sono dei provvedimenti giusti mi schiererò, come già per la questione acqua bene comune, sentirò il parere della Direzione ma rimango una persona libera e coerente. Mi chiedo perché consiglieri e assessori di centrodestra siano in un’Amministrazione PD. Credo che la coerenza sia di pochi e forse sono una delle ultime sognatrici». Di qualsiasi credo politico, non si può non riconoscere che Carmela Minuto è una persona che si è sempre esposta, non si è trincerata dietro a “no comment”, ha risposto con sincerità e passione. Da donna di sinistra e amica mi chiedo: sarà capace di unire la componente di destra con quella di sinistra? O forse ci è già riuscita? La determinazione tipica di donne forti che non s’arrendono non manca. Ai posteri l’ardua sentenza. © Riproduzione riservata
Autore: Beatrice Trogu