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Arriva il check-up degli edifici Anche a Molfetta dopo il crollo di Foggia
15 gennaio 2000

Anche Molfetta si orienta verso il check-up degli edifici. Il crollo di una palazzina di 6 piani sbriciolatasi lo scorso 11 novembre in Viale Giotto 22, a Foggia, infatti, ha lanciato l’allarme rosso sullo stato di fabbricati italiani. I dati del Censis sono inequivocabili: 3 milioni e 537 mila immobili sono potenzialmente a rischio in Italia: il 36,5% per ragioni di anzianità, il 63,5% per cause tecniche. La dichiarazione del sottosegretario alla protezione civile Franco Barberi, dinanzi alle macerie della palazzina foggiana, è una chiara ammonizione che non lascia indifferenti: “Dopo il crollo di Foggia cominciano a diventare fenomeni ricorrenti e inquietanti”. Che fare? Il primo Comune a porsi il problema è stato Roma, balzato tragicamente alla ribalta delle cronache per un altro crollo, quello del dicembre 1998 della palazzina in via di Vigna Jacobini, nel quartiere Portuense. Con delibera approvata il 4 novembre dal Consiglio comunale è stato deciso che tutti gli edifici devono essere dotati di un “fascicolo del fabbricato”, che permetta una prima e sommaria verifica dell’immobile e suggerisca le eventuali ulteriori perizie da effettuare. Si tratta di un libretto (un “patentino”, come lo hanno definito alcuni) che dovrà essere compilato da un professionista abilitato (ingegnere, architetto, geometra o perito) e nel quale dovranno essere raccolte tutte le documentazioni e i progetti disponibili sul fabbricato, nonché i risultati di un sopralluogo e di una verifica a vista sulla eventuale presenza di fessure o lesioni, e in generale sul rischio dell’immobile. Il progettista dovrà poi segnalare al proprietario, a cui spetterà decidere, l’eventuale necessità di effettuare più approfondite verifiche di staticità. L’idea del fascicolo del fabbricato è oggetto di un disegno di legge del ministro ai Lavori Pubblici Micheli, incluso nella Finanziaria, ma il Comune di Molfetta ha deciso di scegliere la via di Roma, ossia l’anticipo sulla normativa governativa e l’ “iniziativa personale”. Del progetto si occupa l’assessore al Territorio, Cives, al quale abbiamo rivolto alcune domande per conoscere tempi e modi di realizzazione del progetto. Assessore Cives, in cosa riscontra l’effettiva utilità dell’idea del “fascicolo del fabbricato”? “Il fascicolo del fabbricato è utile per tutte le parti in causa. E’ utile per i proprietari, innanzitutto, che possono avere delle garanzie in termini di sicurezza e anche in termini di valutazione dell’immobile: un immobile valutato più sicuro è certamente un immobile di maggiore valore. E’ utile per il Comune, che in questo modo potrà realizzare un archivio completo della situazione edilizia a Molfetta, frutto di un’indagine che si preannuncia auspicabilmente “ a tappeto” (non si tratta, infatti, di una normativa obbligatoria n.d.r.). E’ utile, infine, per i professionisti chiamati in causa per redigere il fascicolo, in particolare ingegneri e architetti”. In tal proposito c’è stata una dichiarazione del presidente della Confedilizia, Sforza Fogliani, molto forte: “Il crollo di Foggia va a tutto vantaggio di categorie di professionisti in cerca di lavoro e dei loro protettori politici”. Come intendete arginare il rischio di speculazione? “Ho già convocato l’ordine degli Ingegneri e degli Architetti e altre associazioni professionali da inserire nel progetto. L’intenzione è di agire in concertazione con questi attori, creando delle convenzioni e stilando un tariffario da poter pubblicare a uso del proprietario. Intendo anche organizzare un convegno di discussione con gli stessi, prima di portare il progetto in Consiglio. Oltre che agli accordi con gli ordini intendiamo “invogliare” i proprietari a dotarsi del fascicolo del fabbricato, come per il comune di Roma, con agevolazioni fiscali ancora da definire”. Tutti i palazzi saranno interessati a questo provvedimento? “Ci rivolgeremo in particolare, salvo casi specifici di rilievo, ai fabbricati di costruzione precedente al 1972. Infatti risale al 5 novembre del 1971 la regolamentazione dei parametri di utilizzo del cemento armato, per cui si suppone che i palazzi antecedenti a quella data siano quelli maggiormente a rischio. Si vuole intervenire il più possibile in maniera mirata, senza creare inutili allarmismi”. La questione della rinascita del centro storico “puntellato” rientra in qualche modo in questo provvedimento? “Per il centro storico e il rione Catecombe il discorso si pone in atri termini, che sono quelli della ricostruzione, e quindi meriterebbe un discorso a se’. Si sta lavorando anche in questa direzione, soprattutto cercando di indirizzare verso queste aree soprattutto investimenti privati”. Quali sono prevedibilmente i tempi di attuazione del provvedimento? “Come ho già detto, ho già convocato gli ordini dei professionisti e ho intenzione di attendere le loro risposte, perché agire in concertazione con gli stessi è un punto nodale dell’iniziativa. Con loro e con i nostri ingegneri adatteremo la delibera di Roma alla situazione immobiliare Molfettese e prepareremo una proposta da portare in Consiglio comunale quanto prima, si spera entro la prossima primavera”. Paola Natalicchio SCHEDA Due decenni di crolli Due decenni di crolli, centinaia di vittime in Italia negli ultimi 20 anni. Morti nel sonno, all'ospedale, per una fuga di gas, per un'esplosione. Ecco alcuni degli incidenti più gravi dell'ultimo ventennio. 13 novembre 1979: lo scoppio di una bombola provoca il crollo di tre piani degli Ospedali riuniti di Parma: 22 i morti. 27 dicembre 1981: un edificio nel centro storico di Pisa crolla in seguito a una fuga di gas. Nove i morti. 7 febbraio 1985: infiltrazioni d'acqua fanno crollare un palazzo a Castellaneta (Taranto). I morti sono 34 e 8 i feriti. 22 gennaio 1986: una fuga di gas liquido dalla bombola di un'auto è la causa dell'esplosione in un palazzo nel quartiere Sant'Agnese, a Modena. Otto i morti e otto i feriti. 26 febbraio 1991: a Pozzuoli (Napoli), un edificio crolla per un'esplosione durante lavori di ristrutturazione. Otto i morti. 16 dicembre 1992: il gas provoca l'esplosione che distrugge un palazzo a Napoli, nel quartiere Ponticelli. I morti sono 15. 14 luglio 1994: crolla una parte della casa di riposo di Motta Visconti, fra Milano e Pavia. Ventotto i morti. 16 dicembre 1998: a Roma, nel quartiere Portuense, un palazzo si sbriciola. I morti sono 27. 27 agosto 1999: a Palermo un incendio nel magazzino di un negozio di giocattoli fa crollare un edificio. Le fiamme si diffondono in un palazzo a fianco. Perde la vita un vigile del fuoco. 11 novembre 1999: si sbriciola una palazzina di 6 piani a Foggia. Il bilancio è di 62 vittime e 6 dispersi, probabilmente inceneriti dallo scoppio di una bombola di gas in seguito al crollo. L'incidente più grave finora è quello avvenuto a Barletta, il 16 settembre 1959: 60 morti per un crollo causato da sopraelevazioni abusive.
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