Annalisa Altomare: difficile per i politici accogliere la parola di un profeta
Speciale Don Tonino
Esaltate gli umili! Vi raccomando i poveri! Benedico questa Città ed il suo mare! Esaltate i poveri! Nella sera della domenica 18 aprile 1993, durante l’ ultimo brevissimo incontro, don Tonino lasciava queste parole scolpite nel cuore e nella mente del Sindaco di Molfetta. Davvero non meritavo di essere lì in quel momento così carico di dolore e così sublime. A venti anni dal Suo Santo transito le sue parole sono nuove perché vive, esse richiamano ad azioni coerenti capaci di rinnegare il potere per invece agire in favore dei diseredati. Per i politici non era e non è facile accogliere la parola di un Vescovo che nel ruolo del profeta non è assenziente, ma al fine di lacerare le maglie che soffocano la crescita della Comunità assume un ruolo dialettico anche rispetto alle Istituzioni. Nel dicembre del 1986 chiedeva ai politici di porsi alcune domande: «...Capisco che significa avvilire i più elementari principi di etica sociale quando, per giochi di potere, per manovre di sistemazione, per calcolo di poltrone, per lottizzazione di egemonie, si lascia morire una comunità, si abbandonano al degrado i fratelli indifesi, si blocca la crescita della vita cittadina? Sono convinto che il popolo io sono chiamato a servirlo e non a convocarlo come spettatore per le mie esibizioni di culturismo o per i miei interminabili tornei con gli avversari o per le mie logorroiche sfide con rivali sempre cangianti o per i bizantinismi di schieramento che si attardano sulle procedure e rinviano “sine die” i provvedimenti concreti?...». Parole scomode che generavano e generano ancora oggi inquietudine. Ricordo bene il 7 luglio 1992 in Cattedrale quando al popolo di Molfetta, sofferente per l’assassinio di Giovanni Carnicella, don Tonino chiede di sostituire il cuore di pietra con un cuore di carne. Molti tentarono di strumentalizzare quella affermazione. Non era l’espressione di un giudizio, ma una forte esortazione a farsi carico dell’ansia di sperare, di accogliere, di costruire pace, di andare verso cieli nuovi e terre nuove. Nel periodo del mio incarico, da Sindaco,mi incontravo sovente con don Tonino che era molto attento alla vita della Città. Durante l’incontro con il Consiglio Comunale di Molfetta in occasione del conferimento della Cittadinanza Onoraria affermò che Gesù è “fontana antica attorno a cui costruire la Città Nuova”, promise che avrebbe pregato per i giovani “quelli che conservano negli occhi la trasparenza dei laghi” perchè essi “vivano in un mondo più libero, più bello, più giusto”. Di don Tonino Bello si potrebbe scrivere a lungo, ma in atteggiamento di umiltà penso che sarebbe più giusto “ritornare alla fonte e bere l’acqua pura”: leggere i suoi scritti, ascoltare e, se possibile, migliorarsi
Autore: Annalisa Altomare