Anche il Movimento 5 Stelle interviene contro il Piano di riordino ospedaliero: quali tutele?
MOLFETTA - «Proporre un piano di riordino ospedaliero – cioè chiusure e tagli di strutture, reparti e servizi sanitari – non suffragato da dati demografici ed epidemiologici ci sembra una mossa carente delle necessarie forme di tutela da mettere in campo quando si parla di salute pubblica, una debolezza amministrativa che potrebbe diventare cronica e costare caro alla salute dei cittadini» – dicono i cittadini del Meetup Amici di Beppe Grillo di Molfetta.
«Oltre a ciò, abbiamo verificato come la delibera di Giunta n.161/16 si limita alla rimodulazione ospedaliera, accenna appena ad un potenziamento della sanità territoriale ma non ne specifica i programmi e gli investimenti, come non specifica l’esistenza o la provenienza dei fondi necessari. Chiariamo che quando si vuole riordinare un servizio o una struttura bisogna necessariamente predisporre anche risorse e finanziamenti per garantire, appunto, l’ordine. Tanto, attualmente, non emerge.
Abbiamo fatto un passo in più valutando, dati alla mano, gli indici demografici del nostro territorio, Molfetta.
Troviamo una salita vertiginosa dell'indice di vecchiaia (175% anno 2015 – dati ISTAT) -indice altissimo anche rispetto al dato regionale che è di 145,9% o quello provinciale che è di 141,6% - ed una contestuale diminuzione dell'indice di natalità - nel 2014 l’indice di natalità è di 7,5 contro un indice di mortalità di 9,8 – che ci mostrano come, per la nostra popolazione, il trend sia in continua decrescita con bilancio demografico naturale negativo.
Per quanto sopra, l’incidenza delle patologie croniche (quelle previste dal DM 329/99) è più alta rispetto ai comuni limitrofi e ne deriva che le necessità clinico/assistenziali richiedono offerte sanitarie, anche complesse, non delocalizzabili nel territorio, per le caratteristiche demografiche di cui sopra.
Appare quindi azzardato privare l’ospedale dell'unità operativa di Cardiologia e per questo ci chiediamo in che modo possono le U.O. di Medicina/Chirurgia/Ortopedia curare ed operare senza l’integrazione clinico/diagnostica/terapeutica dei cardiologi e delle tecnologie e strutture ad essi in uso, con buona pace delle best practices.
Per i motivi sopra citati, è evidente che non si deve e può fare a meno neppure dell'unità di Urologia.
Necessita, inoltre, segnalare che nella declassificazione dell’Ospedale Don Tonino Bello a presidio di base si potranno perdere anche altre attività; infatti, questa tipologia di ospedale, come da DGR 161, deve avere una radiologia ma non una Tac come pure deve avere una emoteca e non una ST – sezione trasfusionale (vedere art. 4 DGR 161). Se così fosse, è davvero difficile capire la razionalità di tali decisioni! Un traumatizzato ma anche una apparentemente semplice perdita di coscienza (iperteso – cardiopatico - ipotesi ictus) possono fare a meno dei controlli TAC? Anche la ST (sezione trasfusionale) ovvero l’unità operativa che può lavorare il sangue, che monitora le terapie anticoagulanti etc. rischia il suo “riordino” venendo declassata ad emoteca che non prevede questa tipologia di compiti; in questo modo l’attuale U.O. Medicina Trasfusionale perderà la possibilità di eseguire molte delle attuali prestazioni.
Come Meetup Amici di Beppe Grillo di Molfetta stiamo portando avanti sul territorio una raccolta firme, coordinata con altri Meetup del Nord Barese, necessaria a dare ai cittadini la possibilità di rimettere in discussione la delibera regionale sul piano di riordino».