Al via l'undicesima edizione delle Ecclesiadi a Molfetta, 1.033 atleti uniti dalla stessa passione, sotto il segno del fair play
MOLFETTA - Un appuntamento ormai immancabile per la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, nate nel 1998 da un'idea dell'Associazione Cattolica e giunte all'undicesima edizione, le Ecclesiadi sono una delle iniziative più attese dai ragazzi delle diverse parrocchie e non solo della Diocesi. L'amore per lo sport infatti unisce i giovani come nessun'altra attività sa fare. E' capace di creare agonismo e competizione sempre però all'insegna del divertimento. Fa nascere nuove amicizie. E' linfa vitale.
Saranno quindi 50 giorni ricchi di sana passione quelli delle Ecclesiadi il cui programma è stato presentato in una conferenza stampa presso il Museo Diocesano di Molfetta, moderata da Luigi Sparapano (Nella foto: Toma, Fedrizzi, Sancilio, Spadavecchia, Caravella, Sparapano), che ha posto l'accento sull’importanza dell'aspetto ludico dell'iniziativa, ha riportato alcune parole di Papa Francesco riguardanti lo sport: "E' importante che lo sport rimanga un gioco, perché solo così fa bene. Mettetevi in gioco. Non accontentatevi di vite tiepide. Cercate sempre la vittoria, ma fate si che giochino tutti, non solo i più bravi". Inoltre ha colto l'occasione per ricordare la figura di Mons. Luigi Martella che fino alla scorsa edizione delle Ecclesiadi nel 2014 ne era un entusiasta ammiratore.
Don Franco Sancilio, direttore dell'Ufficio pastorale dei pellegrinaggi, sport, turismo e tempo libero, sottolineando l'importanza dei valori umani e spirituali dell'iniziativa, ha confessato con un pizzico di orgoglio che diverse Diocesi hanno provato a copiare l'idea delle Ecclesiadi ma che ancora nessuno ci è riuscito, facendo di fatto rimanere la realtà di Molfetta&co un meraviglioso unicum. Si era pensato addirittura di rendere l'iniziativa regionale o per lo meno estenderla alla città metropolitana di Bari ma per ora questi rimangono solo dei progetti che verranno discussi in futuro. A Don Franco fa eco il referente del Servizio diocesano di Pastorale giovanile, Don Luigi Caravella , il quale dopo aver fatto anche lui riferimento alle caratteristiche aggreganti dello sport ha ricordato l'appuntamento di domenica quando partiranno ufficialmente le Ecclesiadi con l'accensione della Torcia in Piazza Municipio, dopo l'incontro tra gli atleti ed il Vescovo Mons. Domenico Cornacchia.
Per la prima volta nella loro storia le Ecclesiadi saranno patrocinate dal Comune di Molfetta, eletta città dello sport 2016. Ma questo sarà un connubio che non si limiterà alla sola edizione di quest'anno ma proseguirà, promette l'Assessore allo Sport Tommaso Spadavecchia, perché lo sport, parola chiave che in sé racchiude moltissimi altri concetti, coinvolge moltissime persone e bisogna che gli si dia la giusta importanza sempre.
Pietro Toma poi, referente del Comitato organizzatore, ha dato alcuni dati sull'edizione in partenza, facendo riferimento al Dado del "Stay in play with us" un insieme di tre regole: take it care of; Celebrate!; Fair play. 30 i gruppi partecipanti di cui non tutte sono parrocchie, 1033 gli atleti ufficialmente iscritti, 50 giorni di gare che prevedono dal lunedì al mercoledì le partite di calcio, giovedì e venerdì quelle di pallavolo, nel weekend tutti gli altri sport. Due le novità di quest'anno ovvero lo Street basket e la Street Pallavolo che andranno a sostituire altri sport non più compresi in quest'iniziativa. Le strutture messe a disposizione per le gare saranno i diversi campetti parrocchiali, il Pala Fiorentini, il Pala Panunzio e per le finali il Palapoli.
Testimonial dell'iniziativa è il pallavolista dell'Exprivia Molfetta Michele Fedrizzi, il quale dopo aver sottolineato l'originalità dell'idea si è prestato volentieri alle domande dei presenti sulla sua passione per la pallavolo e sull'importanza della parte ludica all'interno dello sport. Quest'ultimo infatti, facendo un distinguo tra quest'iniziativa e lo sport come professione, ha precisato che ciò che muove ogni attività, ad ogni livello, è proprio la passione che fa andare avanti nonostante i momenti difficili, nonostante i duri allenamenti quotidiani dei quali permangono costantemente i dolori, nonostante le tante rinunce fatte però per raggiungere un obiettivo più grande. Importante è quindi non perdere mai la parte più ludica e passionale dello sport perché solo così rimarrà un'attività limpidamente positiva, un toccasana per il corpo ma anche per l'anima.
© Riproduzione riservata