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Al via il festival della resistenza a Molfetta
22 aprile 2015

MOLFETTA - Entra nel vivo “Resistenza e resistenze”, il festival indipendente in corso a Molfetta, che sta portando i temi della resistenza a partire da esperienze nazionali, intersecando percorsi di ricerca, poesia, teatro, forme di conflitto e soggettivazione politica.

In particolare nei prossimi giorni si discuterà di geopolitica delle resistenze, neofascismi, autorganizzazione, con docenti dell’Università di Bari (Isidoro Mortellaro e Giuseppe Cascione) e attivisti da tutta Italia.

La necessità di discutere di resistenza è oggi quantomai urgente, vista la radicalizzazione di una governance neoliberale che punta ad uscire dalla crisi finanziaria attaccando i diritti fondamentali, tagliando il welfare, riducendo la spesa pubblica in salute, ricerca e formazione.

L’uscita dalla crisi a suon di tagli e restrizioni si abbatte innanzitutto sulle nuove generazioni, attraversate da processi di flessibilizzazione e pecarizzazione, impossibilitate a mettere a frutto le competenze acquisite in percorsi di formazione altamente specializzati e deprivate, al contempo, di qualsiasi tutela sindacale. I privati conoscono bene il loro potenziale, ma riescono a mettere a valore le capacità cognitive e creative delle persone attraverso il ricatto del lavoro scarso e sottopagato e facendo leva sulle logiche dell’autoinvestimento e dell’autovalorizzazione. I circa 20 mila giovani che lavoreranno all’Expo di Milano sono l’architrave su cui si regge l’evento, già attraversato da scandali e inefficienze. Eppure la maggior parte di loro non sarà pagata e fra qualche mese dovrà cercare lavoro in nuovi contesti professionali, totalmente distanti dal proprio percorso formativo, che immetteranno i soggetti in un nuovo progetto di vita a tempo determinato.

Rispetto a questa situazione, sorge innanzitutto la necessità di un processo di riappropriazione della potenza della cooperazione sociale, delle capacità da parte dei soggetti di inventare nuove istituzioni che riassumano la centralità dei bisogni fondamentali degli individui in carne e ossa e permettano a tutti di vivere e autodeterminarsi. Oggi una molteplicità di soggetti eterogenei – precari, lavoratori della conoscenza, disoccupati, migranti, lavoratori autonomia  partita iva ecc – emerge sulla scena del mondo e rompe quel compromesso fordista che ha favorito la crescita dei nostri sistemi di welfare nei cosiddetti “Trenta gloriosi”.

Dalla crisi, allora, non si esce attraverso una restrizione delle possibilità, con i tagli e i sacrifici a spese di lavoratori e precari, ma per mezzo di un processo istituente che riconosca a tutti il diritto fondamentale di autodeterminarsi. Quel capitale umano costantemente espropriato, attraversato da dispositivi di disciplinamento e assoggettamento, deve essere al centro di un processo di riappropriazione che riafferri il lessico della politica e delle istituzioni.

In forma sempre più forte, invece, vengono fuori posizioni identitarie e assolutiste che puntano ad uscire dalla crisi attraverso un investimento sull’identità nazionale, sui valori del proprio popolo contro la degenerazione della tecnica e dei mercati. Il verticismo e il protezionismo contro l’invasione del mercato e degli stranieri. Anziché fare dell’eterogeneità e dell’apertura all’alterità la sfida per una società che riconosca a tutti il diritto universale di esistere e di condurre la propria vita dignitosamente, queste posizioni, sempre più in voga in Europa, imboccano la via dell’odio e del razzismo. Gli effetti della chiusura di confini e frontiere, al fine di regolare la mobilità internazionale del lavoro, sono sotto gli occhi di tutti, durante le stragi di uomini e donne in mare, su barconi della speranza.

Di neofascismi parleremo giovedì con Giuseppe Cascione (Università di Bari) e i collettivi antifascisti di Milano e Lecce.

La sfida per un processo costituente che riscriva la produzione nelle forme della cooperazione e del libero accesso ai beni comuni non è da ricercare in quale modello astratto. E’ invece importante partire da quelle esperienze di soggettivazione che già innervano i nostri territori.  Da ciò deriva l’importanza dell’incontro del 24 Aprile con Italo di Sabato, moderato da Carmen Pisanello, della Caserma Rossani di Bari.

Di seguito il programma completo del festival:

http://www.quindici-molfetta.it/resistenza-e-resistenze-da-domenica-a-molfetta_34443.aspx

© Riproduzione riservata

Autore: Giacomo Pisani
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