Ad alta voce: il dibattito della protesta a Molfetta
L'aria è un po' fredda… e si diagnostica un po' di stanchezza negli studenti dovuta alle lunghe camminate delle manifestazioni delle mattine precedenti. Ma non ci si arrende, si spera, ancora una volta. L'appuntamento per gli studenti dissidenti è alle cinque e mezza a Piazza Cappuccini, che, per mancanza di puntualità, accoglie pochissime persone che guardano l'orologio piuttosto speranzose. Quando una mezz'oretta più tardi l'ambiente si riscalda di respiri adolescenziali la gente attorno inizia a chiedersi perplessa cosa succeda in un semplicissimo mercoledì d'ottobre: il 29 ottobre 2008. Soprattutto quando un gruppo di simpatiche maestre, dal viso stanco e dalla percepibile rabbia scritta negli occhi, si affianca a quei ragazzi che da giorni “marinano” la scuola per protestare contro la riforma Gelmini. Entrambi i gruppi sono lì per il medesimo motivo e, se all'inizio rimangono piuttosto distanti ci vuole poco per fonderli, forse il freddo, chissà. Un po' di attesa per la distribuzione di scivolose candele per illuminare caldamente una notte molfettese e si parte. Inizia la “piccola grande” fiaccolata. Gli slogan e le voci di tutte le generazioni riecheggiano per svelare ribellione e insoddisfazione contro un decreto che la mattina stessa è già diventato legge. Dopo essere stati scortati dalla vigilanza urbana fino alla parrocchia “Madonna della Pace” i ragazzi dei licei classico-scientifico e delle altre scuole superiori di Molfetta insieme ai docenti delle elementari e non, si accomodano nella sala accogliente della chiesa. Li aspetta un irruente dibattito che si terrà tra due ospiti del Pdl, Giacomo Piepoli e Giacomo Rossiello, l'ospite del Pd Francesca Lunanova e del partito Sinistra Arcobaleno Gianni Porta. Il tutto organizzato e mediato da Michele de Sanctis, giornalista e condirettore di Quindici. La serata inizia con la proiezione di alcune foto dell'Italia in protesta, città gremite da Nord a Sud. Il moderatore presenta gli ospiti, ma i più attesi sono i ragazzi del Pdl a favore della riforma e contro una sala pronta a rispondere e a dissentire, ad alta voce. Il dibattito si snoda a partire dalle università dove le parole di Piepoli “con questa riforma l'università assume davvero le caratteristiche di un ponte tra istruzione e mondo del lavoro” scatenano polemiche da parte del Pd e di Sinistra arcobaleno. Ma soprattutto dal pubblico che interviene, si colora di motivazione, ad alta voce. Ad alta voce viene espresso anche l'interesse di passare ad argomenti caldi come il maestro unico, le classi ponte, i grembiulini, baluardo di un'uguaglianza agognata che i ragazzi, i docenti e i partiti di minoranza non riescono proprio a vedere. La serata così sembra afferrare in pieno il suo obiettivo, un incontro di infomazione e scambio di opinioni che si perde nel baratro del discorso, dai tratti anacronistici. E le maestre non rimangono in silenzio, si lamentano, ad alta voce, “ci stiamo tuffando nel regresso”. E nonostante la stanchezza basta leggere un pagina di “L'ipotesi di Calamandrei sulla scuola” per infiammare gli animi ad unirsi in un applauso conclusivo. La serata chiude il sipario come lo ha aperto con, al centro della scena, protagonisti assoluti, gli studenti, i dissidenti che se ne vanno come sanno fare, ad alta voce.
Autore: Roberta Petronelli