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Accordo nel centrosinistra a Molfetta, passo avanti del Pd. Ancora tante incognite
26 gennaio 2017

MOLFETTA – Piccolo passo avanti nel tentativo di aggregare le forze politiche e i movimenti del centrosinistra che nel 2013 dettero vita alla maggioranza che vinse le elezioni amministrative col sindaco Paola Natalicchio (nella foto con tutti i rappresentanti dei partiti della coalizione dell'epoca). Anche se restano tante incognite.
Nell’ultimo incontro nella sede di Sinistra Italiana, con la partecipazione di Linea Diritta (Maralfa), Dèp, Rifondazione, Puglia in più (ex vendoliani di Stefàno), Centro Democratico (Siragusa), il Partito democratico si è dimostrato più possibilista nella partecipazione a una coalizione che non comprenda anche le liste civiche di Tammacco, come richiesto dagli altri. Questa posizione ha lasciato l’amaro in bocca a Mauro de Robertis di “Puglia in più” che punta proprio a questa alleanza per sostenere la candidatura a sindaco di Tommaso Minervini.
Se questa linea dovesse passare, Tommaso sarebbe bruciato e non è escluso che questa nuova posizione sia il frutto di una scelta di Annalisa Altomare, per sgombrare la strada alla propria “nomination”. Infatti Annalisa avrebbe abbandonato la sua precedente posizione favorevole al grande centro con i tammacchiani, temendo di essere scavalcata da Tommaso Minervini e cercando, perciò, una pacificazione con il resto della coalizione di centrosinistra, ben conoscendo il rifiuto dell’ala sinistra ad allearsi con gli avversari di centrodestra degli anni di Azzollini, i quali invece oggi sperano di riposizionarsi con Emiliano.
Il Pd ha articolato la sua proposta con la richiesta di una valutazione complessiva non solo sul programma, ma soprattutto su quella parte che ha provocato la caduta dell’amministrazione Natalicchio. Una giusta richiesta del segretario Antonio Di Gioia per evitare che si possa partire già con posizione diverse e quindi arrivare divisi su alcuni temi che, in caso di vittoria, potrebbero compromettere la stabilità della coalizione come avvenuto in passato.

Insomma, occorre allargare le ragioni dello stare insieme, sciogliendo i nodi ancora presenti, soprattutto in materia urbanistica, per procedere, poi, alle relative alleanze.
Inoltre, il Pd, come partito di maggioranza relativa, in cambio della rinuncia alle liste civiche di centrodestra, rivendica il candidato sindaco: altra mossa che spiazza definitivamente Tommaso Minervini che sperava in un appoggio del Pd. Appoggio difficile per la presenza di Annalisa Altomare, non disposta a fare un passo indietro. Alla finestra resta Piero de Nicolo, che, intanto, per rimettersi in gioco detta gli articoli al solito cronista amico, che gli fa da megafono (vecchio vizio del personaggio politico sempre in transito da un partito all’altro). L’ex segretario del Pd spera di godere tra i due litiganti (Annalisa e Tommaso). In realtà, la nuova posizione del segretario Di Gioia spiazza anche lui, da sempre propenso ad allearsi con i suoi amici tammacchiani.
Ma la politica è cambiata e sono mutate soprattutto le scelte degli elettori, come si è visto in tutt’Italia. Non ci si può più basare sui conti dei signori delle tessere e dei presunti voti di alcuni candidati utilizzando le equazioni nelle quali il “cinghialone” è maestro. Oggi, con la generale intolleranza ai partiti e ai personaggi politici, gli elettori non accettano il ritorno dei dinosauri e un errore in questo senso, potrebbe aprire la strada ad un outsider che cavalca la protesta, vincendo le elezioni.
Inoltre a giorni sembra che debba essere ufficializzata anche una lista Emiliano anche a Molfetta e questo rischia di creare non pochi problemi al Pd che, forse, spera di continuare la trattativa ad oltranza con l’obiettivo di sfiancare le altre forze di centrosinistra, costringendole a cedere. Finora solo “Linea Diritta” di Bepi Maralfa sembra più in sintonia col Pd, che chiede agli altri, in sostanza, un mea culpa prima di un eventuale nuovo matrimonio.
Il risultato sarebbe quello di andare ognuno per la propria strada (e, forse, questa sarà la scelta finale) per raccogliere più consensi, come è avvenuto nel 2013 (non dimentichiamo che lo scarto sul centrodestra all’epoca fu di poche centinaia di voti). L’accordo si farebbe al secondo turno. Una scelta di questo tipo eviterebbe le primarie, che non tutti gradiscono, perché possono riservare sorprese, facendo saltare tutti gli ipotetici accordi.

Insomma, c’è da capire se alcuni personaggi del centrosinistra siano disponibili a stare insieme con altri considerati assolutamente impresentabili. Ci sono da superare anche problemi personali, che rappresentano un ulteriore ostacolo.

Se Atene piange Sparta non ride e nel centrodestra le cose non vanno meglio. L’ex sindaco Antonio Azzollini mostra sicurezza, al punto da annunciare che a giorni rivelerà il candidato sindaco del centrodestra (me nessuno ne conosce il nome e tutti temono un altro possibile errore come fu quello della candidatura di Ninnì Camporeale, ormai politicamente bruciato a vita). Il senatore, però, si trova oggettivamente in difficoltà per aver perduto buona parte delle sue milizie (e come Augusto esclama: Saverio, Saverio rendimi le mie legioni!). La possibilità dell’election day con le votazioni contemporanee per Comune e Parlamento, lo spingono a recuperare i vecchi amici, tentando di tornarne al Senato per non perdere una preziosa immunità, visti i processi penali in cui è coinvolto. Ma anche per lui vale la regola del dinosauro.
Cosa accadrà alla fine? E’ possibile che si sfidino tre formazioni: il centrosinistra, Tammacco con Tommaso (anche se non va data per scontata questa candidatura) e Azzollini con quel che resta del centrodestra. Ci sarebbero anche i grillini, ma sono ancora divisi e frammentati, per poter aspirare al ballottaggio, almeno sulla carta.
Intanto le forze di centrosinistra si sono prese un’altra settimana per riflettere: appuntamento a martedì prossimo, quando alcune prognosi politiche potrebbero essere sciolte, delineando un quadro clinico politico più chiaro.

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