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A.A.A. Molfetta, cercasi candidato vincente per una nascente coalizione di centrosinistra
24 ottobre 2012

MOLFETTA - Affiorano i primi nomi dei possibili candidati alle primarie del centrosinistra. L’Idv per prima ha “rotto le acque” proponendo già in via ufficiale la “pesante” candidatura del giudice dott. Giuseppe de Benedictis, che non ha smentito la sua possibile candidatura (allo stato in itinere). Altro nome di spessore, di cui si vocifera insistentemente la candidatura, è quello dell’avv. Bepi Maralfa, che dovrebbe essere proposto dal movimento politico “Molfetta Viva” (formato in linea trasversale da Giovanni Mezzina ex Pdl, Mauro Giancaspro ex Mpa e Leonardo Siragusa ex Sel)che potrebbe anche riscuotere consensi trasversali nel centrosinistra.
Infatti, l’avv. Maralfa non ha mai nascosto le sue simpatie politiche piddine, anche se, scegliendo di candidarsi con questo movimento politico che ha appoggiato il sindaco Antonio Azzollini sull’approvazione del comparto 18 nell’ultimo Consiglio, Maralfa si potrebbe ritrovare, suo malgrado, nel centrodestra. Allo stesso tempo, potrebbe spaccare il fronte forense che il candidato azzolliniano (Nicola Camporeale, sempre se verrà confermato o se non salterà fuori il candidato outsider, come preannunciato da Quindici), pure avvocato, potrebbe mobilitare in modo artificioso e maldestro a sostegno della propria candidatura, nonostante l’accentramento degli incarichi professionali perpetuato a danno di molti giovani e validi professionisti di Molfetta nel corso del regno azzolliniano. 
La Lista Emiliano, i cui maggiori e (unici?) esponenti sono la dott.ssa Annalisa Altomare, ex sindaco di Molfetta, il pluridecorato politico di lungo corso ing. Lillino di Gioia, ex assessore regionale all’Urbanistica ed ex sindaco di Molfetta, e il dott. Raffaele La Ghezza, di recente fuoriuscito dal Pdl, punterebbe, invece, sul vicepresidente provinciale dell’Associazione Antiracket Antimafia, l’avv. Maurizio Altomare, che ha già rilasciato un’interessante intervista a Quindici su racket, usura e criminalità a Molfetta (pubblicata sul numero di ottobre in edicola).
Inoltre, il parterre de rois di prim’ordine si arricchirebbe di ulteriori candidati, di cui si vociferano insistentemente i nominativi. Il duo Pino&Robert Amato (Udc) proporrebbe il prof. Manlio Massari, ex preside dell’Istituto Tecnico Industriale (curriculum invidiabile, ma l’età potrebbe essere considerata un gap per lo svecchiamento della classe dirigente). Mentre il Partito Democratico vorrebbe puntare sulla candidatura di un giovane “fatto in casa”, Davide De Candia, gradito all’ala capitanata dall’assessore regionale alla Mobilità, Guglielmo Minervini
Non mancano, però, le incognite. Tommaso Minervini ha rinunciato a una possibile candidatura (resta comunque una preziosa risorsa del centrosinistra), anche se Sinistra Ecologia e Libertà potrebbe tirare fuori una sorpresa, come il consigliere Nicola Piergiovanni, socialista da sempre, figura politica e sociale conosciutissima a Molfetta per la sua vicinanza ai problemi dei cittadini, o il prof. Vito Copertino, ordinario di Ingegneria Idraulica all’Università della Basilicata, intervenuto su numerose tematiche e problematiche locali (es. Piano dell’Agro, rischio idrogeologico, condotta sottomarina fognaria a Torre Gavetone, ecc.).
La figura di Tommaso Minervini sarebbe gradita non solo al movimento “Molfetta in Azione”, guidato dall’ex vicesindaco Pietro Uva (nel caso di più che plausibile allargamento della coalizione,), ma anche da una parte dello stesso Pd, ovvero la corrente che si riconosce nell’ex assessore alle Finanze, il prof. Nino Sallustio, già candidato sindaco nel 2001. Lo stesso Sallustio sarebbe stato indicato da Minervini e Uva come un valido candidato, per le sue ampie competenze politico-amministrative e per le sue riconosciute capacità di grande mediatore politico (anche se per una sua eventuale candidatura avrebbe posto delle precise condizioni, tra cui quella di avere “le mani libere” da qualsiasi condizionamento per poter riuscire nell’impresa che gli sfuggì nel 2001).
Oltre a questi nominativi, una vasta area di fermento giovanile all’interno della città non vorrebbe sottrarsi alla sfida democratica delle primarie non per opporsi ai partiti, ma per oltrepassare e collaborare con gli stessi partiti, qualora fosse possibile indicare alcuni candidati di alto spessore, nell’ambito della cultura e della informazione libera e/o incidere nel programma elettorale.
Le sorprese però, potrebbero essere dietro l’angolo. Non si può escludere sino alla fine, il colpo di scena: l’apparire di un «outsider» (secondo indiscrezioni, un ragazzo appartenente all’area vasta socio-culturale, laureato in filosofia, autore di alcuni interventi letterari e di un suo personale libro e collaboratore d’importanti filosofi contemporanei) oppure un candidato meno giovane, ma di chiara autorevolezza riconosciuta, esponente della società civile, capace di aggregare le varie anime del centrosinistra, sempre che accetti di candidarsi, avendo già rifiutato in passato.
Si tratterebbe di un candidato «a km zero» di provata fede anti-azzoliniana, che potrebbe concorrere alle primarie e ottenere un punto d’intesa con tutte le componenti della coalizione, pur non essendo un militante politico. Ecco perché potrebbero anche saltare tutti i tatticismi delle ultime settimane, visto che le forze politiche hanno puntato a incrementare la sponsorizzazione del titolare del marchio politico di turno, più che il consenso reale da parte dei liberi cittadini. In questo modo, però, si potrebbe incentivare la creazione di un’alleanza vasta che possa finalmente e definitivamente liberare la città dalla cappa politica clientelare che la ammorba oramai da parecchi anni.
Qualora si eviti o si rinunci di proposito a una figura di cerniera tra partiti e movimenti politico-culturali, in questo preciso momento storico fortemente critici nei confronti di tutti i partiti istituzionali, secondo alcuni potrebbe anche formarsi una terza coalizione costituita da movimenti politici alternativi, liste civiche, congiunta anche a Rifondazione Comunista (ma non con i grillini che non si alleano con nessuno), per battere non solo Azzollini, ma anche quella che (a torto o a ragione) è stata già etichettata come «partitocrazia».
 
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Autore: Nicola Squeo
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E' così difficile dare la parola al popolo? E' così complicato dialogare con tutti? E quando dico tutti, non intento solo i partiti locali che, come quelli nazionali, non hanno sempre operato le loro scelte, in completa indifferenza di quelli che potevano essere anche gli interessi personali e/o patrimoniali dei propri leader. Non è vero? Non è così? Tutti immacolati anche eticamente, da destra a sinistra, nessuno escluso? MMMMMMMMMMMMMMMMMMMM.... Non la penso come Marx (non completamente...), per il quale la ricchezza era un furto. Nella Molfetta di oggi, però, "i nuovi ricchi" (quelli vecchi li lasciamo perdere, daranno conto a breve al Padretereno, nella speranza che esista e li faccia ben rosolare tra le fiamme dell'inferno), quasi tutti ammanigliati con qualche politico, siamo sicuri che non hanno messo in banca neppure un centesimo che gli sia derivato impropriamente dalla politica? Che ne dite? Non solo, ci sono poi, tra questi "nuovi ricchi", alcuni che sono essi stessi politici, per cui quando devono fare qualche intruglio, non hanno che da parlare con loro stessi. Lasciando perdere "il pregresso", però, guardiamo avanti: il grande professionista in suv, ricco affermato, deve avere lo stesso diritto di parola, di proposizione, di rappresentanza, del giovane disoccupato nullatenente. E' eresia questa? No!!! E' la Costituzione che lo dice: tutti i cittadini sono uguali, ergo, quindi sono uguali quando votano, quando scelgono, quando decidono, quando propongono. I partiti, o capiscono che i candidati non si scelgono nelle "bische clandestine" (io mi prendo il sindaco, tu ti prendi l'assessorato, a quello diamo la presidenza, ecc...)o, almeno per quanto mi riguarda (ma penso di non essere in solitudine), possono andare sonoramente a putt...






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