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A Molfetta nessuna donna in giunta, presa di posizione della presidente alle Pari Opportunità alla Regione
10 luglio 2008

BARI - La presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, Magda Terrevoli (foto), ha preso posizione contro l'assenza di donne nella giunta comunale di Molfetta. “La Commissione regionale P.O. della Regione Puglia e la Consigliera di Parità, Serenella Molendini - dice un documento - sono accanto alle donne della Consulta femminile di Molfetta sostenendo la loro battaglia di civiltà ed apprezzandone il difficile lavoro svolto con le istituzioni e nella società in difesa dell'art. 51 della Costituzione Italiana, novellato nel 2003, sul principio delle pari opportunità. Le sosteniamo nella loro richiesta al Sindaco per una corretta applicazione di quelle finalità recepite negli obiettivi programmatici del citato Statuto Comunale (art.4, comma 2, lett.d); art 10,comma 1; art 23 ) per quanto concerne la politica delle Pari Opportunità, affermando, tutte insieme, che uno Stato di diritto si basa sul rispetto delle regole democraticamente approvate ed una comunità non dovrà mai essere governata eclusivamente da uomini escludendo di fatto il 50% della popolazione. Per queste motivazioni invitiamo la Consulta a proseguire il suo percorso di buone pratiche politiche e relazioni tra donne in un'ottica di rappresentanza a due generi della società e delle istituzioni ed annunciamo di voler impugnare davanti al Giudice amministrativo i provvedimenti di nomina degli assessori e le conseguenti comunicazioni del Sindaco ex art. 46 del Testo unico degli Enti locali”.
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Luoghi comuni e vecchie discriminazioni fra uomo e donna resistono ancora,nonostante le numerose conquiste del femminismo.E'vero,la legge 903 del 1977 consente l'accesso al lavoro su basi paritarie:alla catena di montaggio dell'Alfa Romeo,negli altiforni Falck e nelle miniere di carbone della Sardegna ci sono anche operaie.Tuttavia,quando si tratta di fare carriera,difficilmente spetta a una donna.Negli anni immediatamente precedente la Grande Guerra,l'emendamento Socialista che estende il voto alle donne viene bloccato da Giolitti che,con espressione poi diventata famosa lo giudica "un salto nel buio".Negli anni 20 su "L'Ordine Nuovo",il giornale di Gramsci,si parlava già del diritto della donna al controllo delle nascite,per quei tempi una rivoluzione.Poi cala la notte del fascismo che vuole la donna forte e sana in funzione dei figli.Nel 1932 qualcuno affermava:"Nel nostro Stato, la donna non deve contare".La realtà femminile non venne capita.35.000 donne partigiane e 200.000 combattenti attive,parteciparono alla Guerra di Liberazione,altre5.000 furono arrestate,torturate e deportate in Germania: molte pagarono con la vita il loro impegno sociale.Il coraggio non è solo virile,ancor più donna e femmina.Leone XIII nell'enciclica sul matrimonio:"L'uomo è capo della donna,siccome Cristo è capo della Chiesa.Quindi come la Chiesa è soggetta a Cristo,così le mogli eziandio(senza speranza) debbono essere soggette ai loro mariti in ogni cosa".Forse le donne devono guardare alla storia e alle scelte scellerate fatte in questi anni.
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