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A Molfetta Michele Mirabella presenta il suo libro: "Cantami, o Mouse"
07 gennaio 2012

MOLFETTA - Il 7 gennaio la presentazione del nuovo libro del docente e presentatore barese.
Nessuno meglio degli antichi riesce a spiegarci il mondo di oggi. Cleopatra, la regina egizia che ha saputo trasformarsi in un''icona immortale, può insegnarci le regole del marketing più di tanti incravattati consulenti aziendali.
Il mito della mela della discordia getta una luce tutta nuova sul matrimonio di William e Kate (e le natiche della cogn...ata Pippa). Venere, che splendida si erge da una conchiglia, lezioni di vera bellezza alle scollacciate divette della TV. Le tragedie di Shakespeare ci fanno riflettere sui nuovi mezzi di comunicazione (cosa sarebbe successo se Giulietta avesse avuto il cellulare?). Omero può farci capire come i mass media raccontano la guerra, Giulio Cesare e Alessandro Magno come i politici usano la comunicazione, con illuminanti paralleli fra il nodo di Gordio e il taglio dei nastri.
E poi le piramidi e i tronisti, Facebook e il fiume Lete, il Discobolo e Francesco Totti...
Nessuno meglio di Michele Mirabella, il "professore" della televisione italiana, esperto e appassionato di cultura classica e docente universitario di sociologia della comunicazione, spalleggiato dal suo allievo Luca Zanchi, poteva fare un libro come questo. Nell''atmosfera divertita di un simposio d''altri tempi, con un''ironia che mai lascia il posto alla seriosità e alla noia, l''autore confronta i grandi miti del nostro passato e le piccole manie della nostra epoca. L''affascinante cortocircuito temporale ogni volta rivela uno spunto, mostra un guizzo, regala un lampo, un sorriso. E una pagina dopo l''altra si scopre l''insospettabile, illuminante attualit? della cultura classica.
Il volume, dal titolo "Cantami, o Mouse", sarà presentato il 7 gennaio alle 18.30 a Palazzo de Luca, a Molfetta in corso Dante.
Ingresso libero.

 

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Come non “trovarsi” in simposio con il professor Mirabella: sembra quasi un dovere, cercare di effettuare un ipotetico raffronto dei miti “tecnici” del nostro tempo, con i miti “classici” del nostro passato. Due culture che cercano di sovrapporsi annullandosi, invece sarebbe corretto se riuscissimo a creare un “melting pot”, un crogiolo culturale e sociale. Non ci sono più idee: non ci sono più valori. La passività e l'inerzia sembrano caratterizzare l'atmosfera del nostro tempo, dove l'impressione è che nessuno abbia una storia da scrivere né passata né futura, ma solo energia da liberare in una sorta di spontaneità selvaggia, dove non circola alcun senso, ma tutto si esaurisce nella fascinazione dello spettacolare. Viene allora da chiedersi come mai dopo tante rivoluzioni e un secolo o due di apprendistato politico, nonostante i giornali, i sindacati, i partiti, gli intellettuali e tutte le energie preposte a sensibilizzare gli uomini alla loro storia, si trovano solo mille persone che reagiscono, e milioni di persone che rimangono passive e preferiscono, in perfetta buona fede, con gioia e senza neppure chiedersi il motivo, un incontro di calcio a un dramma umano o sociale. La risposta va forse cercata nel fatto che, bombardati come siamo da stimoli, messaggi, test e sondaggi, le nostre teste sono diventate il luogo dove circolano le idee e valori che noi non abbiamo “prodotto”, ma semplicemente “assorbito”. Teste e cuori, quindi, che non si “esprimono”, ma si “sondano”, non per conoscere le loro idee o i loro valori, ma per verificare il grado di efficacia dei media nell'inculcare in loro unì'idea o un presunto valore, e poi appurarne l'indice di gradimento. Ridotte in questo modo a schemi di lettura, le nostre teste non sono più un luogo di ideazione e di invenzione, ma un luogo di assorbimento e di implosione, dove ogni senso propulsivo si inabissa e ogni significato acquisito si allinea a quell'ideale di uniformità che è l'inerzia del conformismo. (U.Galimberti) - Perciò: cantami o mouse!
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