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A Molfetta la presentazione della Nota pastorale dei Vescovi di Puglia La conferenza stampa di presentazione giovedì 12 aprile ore 12, al Seminario Regionale con tutti i Vescovi della Puglia, e nel pomeriggio la presentazione e consegna al laicato di Puglia
12 aprile 2012

MOLFETTA - Cristiani nel Mondo,Testimoni di Speranza. Questo il titolo della Nota Pastorale dei Vescovi delle 19 Diocesi di Puglia, dopo il terzo Convegno Ecclesiale regionale sui laici nella Chiesa e nella società pugliese oggi, svoltosi a San Giovanni Rotondo dal 28 aprile al 1 maggio 2011 e definito “un dono di Dio, un evento dello Spirito, un’autentica esperienza pasquale”, una grande iniziativa ecclesiale, sollecitata dalla Consulta regionale per il laicato e promossa dalla Conferenza Episcopale Pugliese, nella consapevolezza che questa “è l’ora dei laici”.  La Nota Pastorale verrà presentata giovedì 12 aprile 2012 alle ore 12,00 presso il Seminario Regionale di Molfetta,  presenti tutti i Vescovi di Puglia, a conclusione dei lavori della Conferenza Episcopale Pugliese. 
“Auspichiamo, - scrivono i Vescovi di Puglia - che questo testo sia favorevolmente accolto da tutto il popolo di Dio, ma anche da quanti, pur non essendo cristiani, operano per la giustizia e la pace e interpellano i credenti, specialmente in tempi di crisi. Ci rivolgiamo ai cercatori della verità e a tutti gli uomini di buona volontà, ai quali guardiamo con rispetto e stima.” 
Nel pomeriggio, alle ore 17 sempre presso il Seminario Regionale, è convocata l' Assemblea Straordinaria della Consulta Regionale del Laicato di Puglia, allargando la partecipazione non solo ai Responsabili delle Associazioni, ma invitando gli stessi a far partecipare anche i loro delegati, che sono stati presenti al Convegno, e qualche altro componente appartenente alle stesse Aggregazioni e Consulte Diocesane, per la presentazione e la consegna della Nota da parte del Presidente della CEP Mons. Francesco Cacucci, il Presidente dell’Istituto Pastorale Pugliese Mons. Pietro Maria Fragnelli, l'arcivescovo Mons. Rocco Talucci, delegato per il Laicato di Puglia e, secondo il proprio impegno, anche altri Vescovi. 

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La vera verità è che quasi tutte le cose per cui gli uomini vengono impiccati o imprigionati quando le commettono l'uno verso l'altro, sono azioni quotidiane della Natura. L'uccidere, che costituisce l'atto più criminale riconosciuto dalle leggi umane, viene compiuto una volta dalla Natura verso ogni essere vivente; ed in moltissimi casi dopo torture protratte quali soltanto i maggiori mostri di cui siamo a conoscenza abbiano mai inflitto di proposito ai suoi simili. Anche se, facendo una riserva arbitraria, non si volesse considerare assassinio se non quello che accorcia un determinato limite ipoteticamente assegnato alla vita umana, noi vediamo che la natura commette proprio questo atto verso quasi tutti gli uomini all'infuori di una piccola percentuale, e lo commette usando tutti i mezzi, violenti o insidiosi, con i quali i peggiori esseri umani tolgono la vita agli altri. La natura impala gli individui, li spezza in due come la ruota della tortura, li getta in pasto alle belve feroci, li lapida con pietre come i primi martiri cristiani, li fa morire di fame e di freddo, li avvelena rapidamente o lentamente con le sue esalazioni, e tiene in riserva centinaia di altri orrendi generi di morte, quali neanche l'ingegnosa crudeltà di un Nabis o di un Domiziano riuscì a siperare. Tutto questo la Natura lo fa col più altezzoso disprezzo sì della pietà come della giustizia, colpendo con i suoi strali tanto gli esseri migliori e più nobili quanto i più meschini e peggiori; vengono colpiti coloro che sono impegnati nelle imprese più considerevoli e meritorie, spesso proprio come conseguenza diretta delle azioni più nobili, e si potrebbe quasi ritenere che fosse una punizione. La natura stermina senza rimorso quelli della cui esistenza dipendono il benessere di un intero popolo e forse le speranze dell'umanità per le generazioni future, come stermina coloro la cui morte è per essi un sollievo, o una benedizione per quelli che ne subiscono la nociva influenza. Così opera la Natura con la vita. Nessun essere umano viene mai al mondo senza che un altro essere umano sia letteralmente prostrato per ore o per giorni, e molte volte il dare la vita significa morire. Quale testimoni e testimonianza di speranza?
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