Il 2020 è terminato convenzionalmente alle 24,00 di giovedì 31/12. Di solito quando un anno finisce, si svolgono grandi festeggiamenti, sia in pubblico che nel privato delle proprie abitazioni; quasi a voler esorcizzare quanto è stato ed avanzare buoni auspici per quanto verrà; e si fanno riepiloghi di quanto si è fatto, con i voti per quel che s’ha da fare! Questa volta le cose sono andate un po’ diversamente: Il CoV19, il virus, il piccolo assassino, che non uccide esseri umani – secondo la Scienza - per il piacere di prevalere sull’ “homo” e creare un nuovo ordine mondiale, ma solamente perché deve ‘sopra-vivere’ lui, non ce lo ha permesso. Le prescrizioni di sicurezza emanate dalle autorità, per tenere, tentare di farlo, sotto controllo la diffusione del virus, ha imposto che fossero limitate al massimo le riunioni di più persone e gli spostamenti biblici di prammatica. Molti hanno seguito le indicazioni; molti le hanno più o meno ignorate; in generale le manifestazioni di ‘giubilo’, a volte sfrenato, complici anche gli ausili alcoolici, sono state dimesse, anche perché le riunioni come detto erano proibite. Che cosa possiamo dire dell’anno ormai passato? Sicuramente che è stato… speciale! Ma non nel senso che la parola dà quando vengono ritualmente diffuse attraverso i media le previsioni degli astrologi, per i quali, a voler fare una mini-statistica, l’anno a venire lo è sempre; salvo poi essere smentiti dai fatti. La ‘specialità’ deriva non tanto e solo per la novità della pandemia, quanto per il fatto che, avvicinandosi la fine dell’anno, mai come questa volta, i media hanno diffuso gli eventi che, in altre occasioni simili, non erano neanche citati: le morti di personaggi eccellenti in tutti i campi dell’umano; gli eventi catastrofici che hanno caratterizzato l’anno e che hanno amplificato l’angoscia, già grande per la pandemia. Dunque il bilancio del 2020 possiamo, senza tema di grandi smentite, definirlo deludente: un ‘annus horribilis’! Che tuttavia, se proprio vogliamo essere obiettivi con noi stessi, ci ha fatto ricordare quello che tendiamo a rimuovere, nell’euforia della novità dell’anno entrante. Le storiche carenze sanitarie, che ci hanno trovati impreparati come non mai all’arrivo dell’epidemia, che si è trasformata velocemente in pandemia. La Sanità comunque, grazie alla dedizione di tanti, con tanti sacrifici personali, ha globalmente retto l’urto. I problemi della Scuola, con gli studenti, nella quasi totalità, costretti a star lontani dalle aule, dai compagni e dai docenti. La mobilità sicura e la carenza conseguente di un adeguato piano nazionale di mobilità dinamica degna di tale attributo, fiore all’occhiello di ogni Società civile. Il Lavoro! e il lavoro da remoto, lo smart working nei settori in cui è possibile farlo, cosa che ha evidenziato carenze di infrastrutture tecnologiche in grado di assicurare una corretta e costante esecuzione di compiti lavorativi. A questo bisogna aggiungere e, non è certamente poco, il grave tracollo dell’Economia nazionale, come noto, già gracile per effetto di una Finanza asfittica e inadeguata, regolamentata ed asfissiata dal ‘capitale’ e da una burocrazia bizantina che costituisce la fatidica ‘palla al piede’ che rallenta lo sviluppo sociale, persino in presenza del ‘Debito sovrano’ immane e che peggiora sempre di più. In tutto questo quadro già di per sé drammatico, si inserisce la Politica. Ci si sarebbe aspettato, in uno scenario così drammatico, un po’ più di senso dello Stato dai nostri rappresentanti, uno scatto d’orgoglio per l’alto ruolo ricoperto. Delusione netta! Le Opposizioni all’attuale Governo hanno continuato a fare il proprio mestiere: opporsi, a volte opportunamente, a volte strumentalmente. Non si può dire di meglio dell’Esecutivo in carica. Un Governo ‘nato’ più per necessità che per convinzione politica e culturale dei componenti: gelosie, ripicche, voglia di visibilità, ricatti, minacce che rendono sempre meno credibile e sempre più fragile la Maggioranza che, in un quadro così devastante, deve invece essere solida e solidale. Il Presidente Mattarella, percepito unico baluardo ancora valido per la tutela costituzionale dello Stato democratico, nel suo discorso di fine anno, ha ricordato molto ed altro di quello che in sintesi abbiamo scritto sopra ed ha invitato, per il prossimo anno, a cambiare registro e lavorare per approfittare delle opportunità che si presenteranno. Il vaccino, frutto di ricerche e sperimentazioni scientifiche, elaborato in relativamente breve tempo, cosa che dà fiducia in un futuro che altrimenti poteva sembrare fosco e senza speranza. Impostare le azioni per un vero ammodernamento dello Stato, rimuovendo le remore che ancora persistono. Afferrare l’opportunità di accedere a poderosi finanziamenti – non in deficit – pensati e impostati dall’Europa, con il Recovery fund: (l’Italia potrebbe ottenere circa 209 miliardi di euro, sempre che i suddetti governanti elaborino un piano di utilizzo di tale massa di denaro, che sia credibile e che non venga invece speso per alimentare i soliti vizietti nazionali). Investire realmente in Cultura, Ambiente, Salute: il solito trittico di azioni… necessarie allo sviluppo sociale del Paese: quante volte sentiamo questa sorta di giaculatoria. Eppoi? Dunque ci accingiamo ad affrontare, vivere nel 2021. Come sarà? Data l’esperienza della previsione degli astrologi dello scorso anno proviamo a prefigurare noi, in modo naif, quali eventi ci potranno essere – in continuità con quelli attuali – ma soprattutto quali saranno gli esiti di nuovi avvenimenti ragionevolmente prevedibili. I problemi della Natura, del Pianeta continueranno ad accentuarsi: non si scorge all’orizzonte ragionevolmente prossimo, un’inversione di tendenza. Timidi segnali? Sì, quelli ci sono, ma non sembrano tali da invertire la tendenza perversa in atto. Anche perché saremo impegnati ancora nella guerra senza quartiere contro la Pandemia. Sembrano, più che altro, ‘professioni di fede’. Dunque, con tutta la buona volontà, saremo… in altre faccende affaccendati. Le disuguaglianze strutturali e sociali che affliggono vaste aree e tanti miliardi di Esseri umani, continueranno ad esistere, per gli stessi motivi citati nel punto precedente. Anzi, proprio a causa di essi, forse si accentueranno ancora di più. L’argine che benemerite associazioni di volontariato, robuste donazioni provenienti da mecenati con patrimoni a ‘nove zeri’, ancorché benvenute, non bastano perché non esiste un ‘ente’ che coordini le azioni e spenda bene e dove sono più necessarie, tali risorse. L’Europa: dopo la Brexit avvenuta, sembra, in modo quasi indolore, adesso si spera che gli Organi comunitari facciano buon uso dell’esperienza vissuta e si provi finalmente, rimuovendo innanzi tutto le diffidenze di alcune entità nazionali, a ragionare in modo più federale: un’Europa che sia continentale per fronteggiare alla pari le grandi sfide internazionali, tecnologiche, culturali e sociali che il nuovo assetto mondiale propone per il futuro. Sia chiaro a tutti che l’idea di “stato felice, in sola beatitudine” sta diventando anacronistico nel mondo sempre più globalizzato! L’Italia, la nostra strana, cara penisola. Unica geograficamente come Stato sovrano. Come noto si estende da nord a sud per circa nove gradi di latitudine, dalle Alpi a Lampedusa! Clima, cultura, usi, tradizioni che rispecchiano questa… ‘lunghezza geografica’: al ‘Nord imprenditoriale, moderno?’ si contrappone il ‘Sud più legato al folklore ed alle tradizioni’. Il tutto in un territorio che trabocca di cultura millenaria e bellezze, inesistenti in ogni altra realtà nazionale. Curiosamente annotiamo che quest’anno ricorrono i 160 anni dalla proclamazione dell’Italia una e unita! Molto è cambiato in questo secolo e mezzo, molto è rimasto pervicacemente quasi immutato: il ‘dualismo Nord-Sud’ è ancora vivace e alimentato ad arte da personaggi di pochi scrupoli. I tentativi di alcuni politici di ‘riunire politicamente’ al nord Regioni del Sud, fino a poco tempo prima, reiette, insultate, quasi esecrate, è miseramente fallito; non per altro, se non per la pelosità strumentale dell’operazione, volta esclusivamente ad aumentare il proprio bottino di consensi, senza alcun riferimento alle offese pronunciate. I vizi e vizietti nazionali sono sempre vivi ed energici: condizionando pesantemente le sparute azioni che i vari governanti provano a mettere in atto per modernizzare lo Stato. Finora, non molto è mutato. Vantiamo genialità unica, intrapresa vigorosa, voglia di cambiamento (in meglio); tutto si infrange sull’ottusa macchina della burocrazia. Un inciso che fa al caso: abbiamo detto che finalmente c’è il vaccino. E’ iniziata l’operazione ‘vaccinazione nazionale’, per gradi. Già, ad una settimana dall’inizio in grande stile, si lamenta che l’operazione… procede non ai ritmi sperati e necessari. Israele, un Paese con una popolazione che è il 13% di quella Italiana, nello stesso periodo ha potuto vaccinare oltre un milione di abitanti (un ottavo del totale!). Si dirà: il Paese è più piccolo, gli abitanti sono di meno; tutto vero ma, non si può tacere il fatto che tale nazione vive in un quasi continuo stato di guerra, quasi emergenziale. Ad oggi nel nostro Paese, il numero dei vaccinati ammonta a circa 85.000; un po’ pochi. L’Esecutivo è ancora alle prese con la ‘gestione dei fondi del ‘Recovery plan’; tutti vogliono mettere naso nelle scelte che permetteranno di utilizzarlo; nessuno ha (sembra avere) le idee chiare su chi, come e dove spendere i soldi. Lo stesso alto Commissario europeo Paolo Gentiloni ha ammonito il Governo a fare presto nel presentare un piano credibile di utilizzo delle risorse; risorse che la Comunità mette a disposizione, a fronte di programmi di riforme trasparenti e credibili, da realizzare in tempi certi. Forse perché, vizio italico, tutte le parti sperano di poter ‘gestire’ un pezzo del tutto, a propri fini. Le prossime settimane ci daranno probabilmente prova provata dell’impossibilità quasi patologica che l’Italia, la nostra splendida, vituperata Casa possa finalmente tornare – se mai lo è stata – nel novero delle Nazioni moderne in un futuro che ha bisogno di trasparenza, umiltà, amore per il tutto e rifiuto netto dell’interesse di parte. Attendiamo dunque con trepidazione la ripresa della piena attività in tutti i settori, dopo la stasi del periodo ...festivo. I primi segnali saranno importanti per dirci se quello appena iniziato si rivelerà un “annus mirabilis”, o quanto meno un anno normale. N.B. ma, molto bene: Le ipotesi sull’anno in corso, presuppongono che la situazione attuale evolva, se non al meglio, non al peggio. © Riproduzione riservata