Vogliamo il cinema Odeon
Quante belle serate trascorse al cinema Odeon, d’estate, d’inverno; e poi le assemblee, le manifestazioni studentesche, gli spettacoli teatrali. I film d’essai del giovedì. L’Odeon è stato per noi come Nuovo Cinema Paradiso. Ognuno può scrivere la propria biografia scandendola con i film visti all’Odeon e dopo, il giro di villa, sognando, fantasticando. È finito tutto, gli anziani che non possono andare alle multisale non possono più andare al cinema. Quella via Baccarini diventa sempre più brutta con quei tufi che stanno là da anni. Il problema più importante è che nel cuore della città abbiamo bisogno di uno spazio ampio in cui i giovani possono ancora incontrarsi, fare teatro, fare musica. In altri momenti, quando girammo il corto I Lavoratori del mare, scrissi su Terre libere, che a Molfetta c’erano le energie per creare una piccola facoltà universitaria come il Dams, ma la città era governata da Forza Italia. Oggi sento parlare di esperimenti di città partecipata, di comitandi, della cittadella degli artisti e mi chiedo se il problema del cinema Odeon non attiene alla politica culturale della città. La nuova giunta ha il dovere morale di pagare l’affitto ai proprietari e di aprire un spazio sociale nel cuore della città. Anche perché il Teatro di Ponente è utilizzabile solo nel periodo estivo. Leggo intanto su la Repubblica di venerdì 14 marzo che il Teatro Valle di Roma, il teatro occupato considerato fuorilegge in Italia ha ricevuto il premio della principessa dei Paesi Bassi Margriet e che i responsabili della politica culturale andranno a ritirarlo. Nella motivazione per l’attribuzione del premio è scritto che “Il teatro Valle è di grande ispirazione per tutti quelli che lottano contro l’ondata di misure di austerità e privatizzazione. Perché le azioni collettive basate su responsabilità condivise si presentano come modelli innovativi e alternativi”.