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Vivere e studiare all’estero grazie al Rotary Club L’esperienza di Annapaola, una giovane ragazza di Molfetta che ha trascorso un anno in Taiwan e quella di Logan, una studentessa che dal Canada ha viaggiato verso l’Italia per rimanerci un anno
15 ottobre 2019

Annapaola e Logan hanno vissuto una delle esperienze più belle che un adolescente possa sperimentare: l’exchange year (l’anno di scambio) e per un anno intero, si sono catapultate in un mondo completamente diverso da quello in cui hanno sempre vissuto. Mentre Annapaola ha lasciato la sua casa a Molfetta per volare in Taiwan, Logan è arrivata direttamente dal Canada per essere ospitata proprio a casa di Annapaola, le due ragazze hanno poi stretto una forte amicizia grazie al ritorno di Annapaola in Italia, in anticipo rispetto alla partenza della giovane Logan, tornata da poco in Canada. Prima di ripartire però, ha accettato di raccontare la sua esperienza a “Quindici”, insieme ad Annapaola. ANNAPAOLA DE NICHILO, DALL’ITALIA AL TAIWAN Ho saputo della possibilità di trascorrere un anno all’estero con il Rotary Club di Molfetta grazie a mio cugino e ad alcuni miei parenti che mi hanno aiutato e spiegato in cosa consistesse l’esperienza dell’anno all’estero. In Italia, è possibile vivere l’esperienza durante il quarto anno di scuola superiore, invece all’estero è possibile farlo in diversi anni, per quanto riguarda la condizione economica, non bisogna avere un reddito altissimo, ma bisogna garantire, ai ragazzi che vengono ospitati all’interno delle case, vitto alloggio e anche la possibilità di visitare il paese. Prima di partire, non riuscivo a realizzare di dover passare un anno dall’altra parte del mondo, non me ne rendevo conto. Ogni volta che cercavo di pensarci, nella mia mente c’era il buio, perché è un Paese così diverso dal nostro, che non si possono creare delle aspettative. Sono partita senza immaginare nulla e non mi aspettavo tutto quello che alla fine ho trovato in Taiwan. Purtroppo la prima parte della vacanza non è andata benissimo, poiché la famiglia che mi ospitava era in complesso un disastro, quindi ho pensato che tutte le famiglie fossero come la prima, e ho iniziato a rassegnarmi, mi stavo abituando già a non avere acqua calda, a vivere in una casa disordinata e a mangiare su fogli di carta. Per fortuna, ogni tre mesi era in programma il cambio della famiglia, e solo nel momento in cui ho conosciuto la seconda famiglia e le successive (che sono state fantastiche), ho realizzato che non tutte le famiglie erano come la prima. La prima difficoltà che ho incontrato in Taiwan è stata sicuramente la lingua, perché a differenza del francese o di altre lingue le quali sono comprensibili con qualche sforzo, il cinese è completamente diverso. Per fortuna la maggior parte delle persone che ho conosciuto, parlavano inglese, anche se non in maniera eccellente, quindi riuscivo a comunicare. Poi mi sono impegnata durante l’anno, e ho provato ad usare la lingua inglese sempre meno, fino ad arrivare a sostenere una conversazione in cinese. Oltre la lingua, anche il clima ha creato problemi, perché quando sono arrivata in Taiwan, ho dovuto affrontare la temperatura di 45 gradi e umidità al 100%, davvero non si riusciva a respirare. Nei momenti più brutti, ho ovviamente desiderato tornare a casa. La difficoltà più grande l’ho trovata il giorno di Natale, trascorso con la prima famiglia, dalla quale volevo scappare via. È stato molto difficile, ho anche chiesto al tutor che mi seguiva in Taiwan di poter cambiare famiglia o addirittura di tornare a casa, in Italia. Per fortuna, dopo aver cambiato famiglia, è andato tutto per il meglio. Delle usanze e tradizioni strane che ho conosciuto, potrei seriamente parlare per un’ora. Io credo che se uno straniero venisse in Italia, non giudicherebbe le nostre tradizioni strane, invece lì in Taiwan, alcune feste sono davvero sorprendenti. Quando sono arrivata, era in corso il Festival dei Fantasmi: per cacciare i fantasmi che avrebbero potuto invadere le abitazioni, tutti i cittadini bruciavano, in delle pentole per strada, dei fogli che corrispondono a dei soldi e poi offrono del cibo per strada, insieme al quale venivano offerti anche dei polli interi, ma morti. Questo festival è stato ripetuto tre volte durante l’anno, quindi dopo un po’ trovare polli morti per strada è diventato addirittura normale. Insieme a questo festival ci sono anche altri eventi, come la Festa del maiale o il famoso Capodanno cinese. Per fortuna la tradizione che riguarda mangiare cani o gatti appartiene solo alla Cina, però in compenso in Taiwan si mangiano i serpenti con la zuppa. Il posto più bello che ho visitato è stato sicuramente Sun Moon Lake, un bellissimo lago vicino al quale vi è un tempio meraviglioso in cui era possibile venerare delle divinità. Cosa mi è mancato dell’Italia? Facile, il cibo. Lì il cibo mi piaceva, però la pasta o la pizza erano completamente diverse da quelle a cui ero abituata. Inoltre in Taiwan non si mangiano per niente il formaggio o il pane, quindi mi mancavano, però almeno era figo usare le bacchette al posto della forchetta e del coltello. Ora che sono tornata in Italia, mi mancano tanto i miei amici e l’ultima famiglia con cui ho vissuto e che posso considerare veramente la mia famiglia. Mi manca anche vivere in una grande città, muovermi con mezzi come treni, tram o pullman che erano indispensabili a Taipei. Ci sono tante cose che ho imparato grazie a questo viaggio, ma l’insegnamento che sento di voler condividere è di non essere timidi e di provare tutto, non avere barriere e sfruttare l’esperienza per arricchirsi al massimo. Prima di partire, io ero molto chiusa e timida, grazie al viaggio, ho imparato a non avere paura di provare nuove esperienze e ad avere fiducia in me stessa. Se ci fosse la possibilità di tornare indietro e scegliere un’altra zona del mondo in cui passare un anno della mia vita, sceglierei di nuovo il Taiwan e lo farei altre cento volte, perché è tutto, davvero tutto, diverso da ciò che ci si aspetta: ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, cibi, tradizioni… inoltre stando in Taiwan, parlavo l’inglese con i miei amici e il cinese con la mia famiglia, quindi arricchivo il lessico non di una, ma di due lingue, insieme alle piccole lezioni di spagnolo o di francese che i ragazzi che hanno condiviso con me l’esperienza tenevano a noi, così come io insegnavo loro qualche parola in italiano. LOGAN CRUZ, DAL CANADA ALL’ITALIA Il Rotary in Canada non è molto conosciuto, ma io sono stata informata della possibilità di vivere un anno all’estero grazie a mio zio, che prima di me, ha trascorso un anno in Germania e mi ha consigliato di provare l’esperienza. Da noi in Canada, non è richiesta un’età specifica per partire, non è obbligatorio essere al quarto anno di liceo, ma ci sono dei test che vanno superati per poter partire: bisogna essere intervistati in modo tale che gli organizzatori dei viaggi possano capire se sei pronto o meno a vivere un anno all’estero. All’inizio, ero spaventatissima all’idea di trascorrere un anno senza poter vedere la mia famiglia, perché sono molto legata ai miei parenti, è dura stare lontani e non potersi vedere per così tanto tempo. Io ho tre fratelli, uno dei quali aveva due anni quando sono partita, quindi è stato davvero difficile per me separarmi da lui. Per un po’ ho anche pensato di non voler più partire in modo tale da restare con i miei genitori, poi al fatto di non voler lasciare la mia famiglia si aggiungeva il mio carattere e il mio modo di essere molto timida, che mi spingeva a desiderare di non partire. Per fortuna i miei dubbi e le mie paure sono sparite dopo essere arrivata in Italia e dopo aver conosciuto la famiglia che mi ha poi ospitato per un anno, una famiglia davvero fantastica. Inoltre, sono stata anche fortunata nel poter conoscere Annapaola, poiché di regola il mio anno di scambio sarebbe dovuto finire prima che lei tornasse, perché ovviamente la sua famiglia avrebbe potuto avere problemi nell’ospitarmi anche dopo il ritorno della propria figlia, a partire dai letti a disposizione in casa. Per la famiglia di Annapoala invece non è stato un fastidio ospitarmi per più del previsto, anzi è stato un piacere: per il momento sto dormendo con Anna a casa di sua nonna, dove ci sono più letti a disposizione, ripartirò per tornare in Canada subito dopo la festa dei 18 anni di Annapaola.

Autore: Sara Mitoli
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