Molfetta nel caos. La maggioranza “ciambotto” prima “scarica” il sindaco e poi emette un comunicato ipocrita. Rifondazione: che triste spettacolo. Incrementata la cementificazione selvaggia
Lama Scotella, sede del Comune
MOLFETTA – La maggioranza che sostiene il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, agli arresti domiciliari, dopo aver taciuto per settimane con un silenzio assordante e “scaricato” lo stesso sindaco, senza esprimere solidarietà per le sue vicende giudiziarie: un silenzio vergognoso e ipocrita), sembra aver diffuso, con la solita coda di paglia, dal presidente del Consiglio comunale agli assessori, un comunicato stampa ipocrita per salvarsi la faccia. Una vergogna istituzionale. “Quindici”, considerato media non amico del “ciambotto”, anzi da sempre critico con questi politici incapaci e inadeguati allo sbaraglio che stanno rovinando la nostra città, non ha ricevuto questa comunicazione che sembra sia stata emessa dalla maggioranza in maniera confusa e tardiva. Mentre Molfetta resta nel caos. Per rispetto all’opinione pubblica che rappresentiamo non possiamo tacere la vergogna di un’amministrazione che si propone di continuare a disamministrare e a operare la cementificazione selvaggia, obbedendo alle lobby dei costruttori vero cancro della città, come abbiamo scritto più volte.
Oggi Rifondazione Molfetta interviene su questo comunicato con una nota molto dura:
«Qualche giorno fa abbiamo appreso, da fonti di stampa, del comunicato diffuso dalle forze della maggioranza che sostiene il sindaco Tommaso Minervini, attualmente agli arresti domiciliari.
Ci è parso fin da subito un comunicato "lunare", in cui si ribadisce il “senso di responsabilità nel non voler gettare Molfetta nel caos istituzionale”, come se la città non vivesse già un caos determinato da un sindaco agli arresti e da tre dirigenti comunali impossibilitati a svolgere il proprio ruolo (una agli arresti e due interdetti). Un comunicato che si chiude con una chiosa sul bene collettivo della città, letto con i parametri di chi, evidentemente, non vive su questo pianeta e confonde i propri interessi privati con quelli della collettività.
Ma non è tutto: alle parole fuori luogo sono seguiti fatti altrettanto gravi. Nei giorni scorsi, sull’albo pretorio sono comparsi alcuni provvedimenti che danno la misura dell’irresponsabilità di questa maggioranza. Il vicesindaco ha infatti firmato atti per l’attribuzione ad interim degli incarichi dirigenziali ai Lavori Pubblici, all’Urbanistica e ai Servizi Sociali ad altri tre dirigenti (quelli dei settori Bilancio, Personale e al Comandante della Polizia Locale), con la possibilità che il Segretario Generale supplisca ulteriormente in caso di assenza di uno dei tre. Un atto sconsiderato, in un momento delicatissimo per la città e per la macchina amministrativa comunale, già gravata da pesanti indagini sulla propria trasparenza, che comporta una pericolosa concentrazione di potere senza alcuna corrispondenza con le competenze pregresse delle persone coinvolte.
E sapete qual è stato il primo atto, subito dopo aver redistribuito gli incarichi dirigenziali? Una variante urbanistica del PRGC relativa al comparto 9, che di fatto sblocca la costruzione di ulteriori edifici. Ancora una volta, insomma, si rivelano le vere priorità di questa amministrazione, anche in una situazione tanto delicata: cemento, cemento e ancora cemento. Ora è ancora più chiaro cosa intendesse la maggioranza con il richiamo al “bene collettivo” nel suo comunicato.
Noi, come Rifondazione Comunista, non demordiamo: ci troverete ancora una volta sulle barricate, per ridare a questa città il futuro che merita. Ma questa volta auspichiamo che qualche consigliere di maggioranza, folgorato sulla via di Damasco, prenda la saggia decisione di togliere la fiducia a un’amministrazione completamente delegittimata, che continua a operare come se nulla fosse e senza alcun senso delle istituzioni.
La mozione, come sappiamo, verrà discussa entro 30 giorni dalla data in cui è stata protocollata (il 13 giugno) da tutte le forze progressiste di sinistra, centrosinistra e dalle altre forze di opposizione in consiglio. Ci auguriamo che in quell’occasione si possa chiudere una delle pagine più nere della storia politica della nostra città».
Le facce di bronzo a Palazzo di città non vengono scalfite dalla vergogna, ma mostrano il vero volto dell’arroganza del potere e della presunzione dell’incompetenza. Povera Molfetta!
© Riproduzione riservata