Vitangelo Solimini (Cittadinanzattiva): L'ospedale del nord barese non può che nascere a Molfetta. L'impegno dell'ex sindaco Paola Natalicchio
MOLFETTA - Caro Direttore, vorrei poter fare alcune puntualizzazioni, sulla nota pubblicata il 28-10 u.s. riguardante l’ospedale Nord Barese e le varie posizioni. Intanto nessuna polemica, nessuna partigianeria, da parte mia.
La proposta del nuovo ospedale, non era stata fatta solo dal sen. Antonio Azzolini; non fu mai condivisa perché, realisticamente le condizioni economiche del paese non sarebbero state idonee alla realizzazione, la ubicazione non era molto felice e per la eventuale costruzione i tempi sarebbero stati molto lunghi.
Di converso, esistevano ed esistano proposte più concrete fatte dal tribunale del Malato, dalla Consulta femminile, dagli operatori sanitari, dal Comitato cittadino con le migliaia di firme raccolte e non ultimo il Sindaco Paola Natalicchio.
Quando è arrivata la proposta del dott. Felice Spaccavento, ho subito scritto che, la proposta ere valida e andava sostenuta, perché condivisibile; un altro che si aggiungeva al coro. Ricavo invece, dalla nota pubblicata il 28-10 u.s. come se il tutto sarà risolto dal dott. Spaccavento, quasi dimenticando l’operato dei molti che si sono spesi in questi ultimi anni, a favore dei malati, degli operatori e delle strutture ospedaliere, senza dimenticare il Sindaco Natalicchio, perché, è stato l’unico sindaco a venire in ospedale con noi, a difendere i più deboli e il sacro santo diritto alla salute. Il problema dell’ospedale, caro Direttore, non è di facile soluzione.
L’ospedale che si spera di creare, non può che nascere a Molfetta, perché l’unico facilmente raggiungibile da grandissime strade, dall’aeroporto e perché non dal porto; ha ben 240 posti letto, ha otto ascensori e tre montacarichi, un pronto soccorso appena ultimato, ha moltissimi spazi disponibili ed altri impropriamente utilizzati, ma utilizzabili. Questi sono dati oggettivi ed inconfutabili.
Anche la soluzione di far nascere il nuovo ospedale su due strutture, la scelta possibile, sarebbe solo quella di Molfetta-Terlizzi. Oltre tutto, all’ospedale di Molfetta basterebbe aggiungere il reparto di ginecologia per diventare di primo livello. Naturalmente rivedendo e potenziando al meglio l’esistente. Il tutto a costo zero! Le strutture che rimarrebbero fuori, andrebbero, ripensate e adeguate ai bisogni del territorio.
Il nostro territorio è assolutamente privo di strutture come: strutture protette residenziali, destinate alle persone non autosufficienti; centri diurni socio sanitari; Hospice per anziani affetti da Alzheimer, sezioni per l’assistenza e l’accoglienza per chi è ridotto allo stato vegetativo permanente e questo, solo per citarne alcune. In futuro, la sanità avrà i grossi problemi, derivanti dallo invecchiamento della popolazione.
Bisogna coprire subito il territorio dei servizi indispensabili, atti a coprire la pressante richiesta di servizi. La mia preoccupazione è che, al momento della scelta della sede, venissero fuori dei campanilismi beceri quanto inutili, tanto da poter pregiudicare la soluzione.
Vitangelo Solimini
Cittadinanzattiva
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