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Villa Comunale: l'incuria dopo l'inaugurazione  
15 luglio 2007

Ammettiamolo, senza cattiveria, l'inaugurazione della Villa Comunale non ha avuto luogo sotto il migliore degli auspici. Lo scetticismo serpeggiava silenzioso già da un po', alimentato dai ritardi, non sempre giustificati, nella consegna e dalle modifiche al progetto originale, una su tutte: l'abbattimento dell'ormai “storico” gazebo. Certo, un manifesto polemico firmato Lillino Di Gioia non alleggerisce l'atmosfera, così, in nome dell'imparzialità, abbiamo deciso di fare un sopralluogo e verificare con i nostri occhi lo stato delle cose a circa due settimane dall'inaugurazione ufficiale. (Vi mostriamo anche le immagini realizzate dal nostro nuovo collaboratore, il bravo Fabrizio Annese, una delle quali abbiamo scelto come copertina). Il primo punto su cui il candidato sindaco obietta è il ritardo nei lavori di restauro per il monumento ai caduti dell'artista Giulio Cozzoli, ritardo su cui non abbiamo nulla da obiettare, in effetti al centro della villa campeggia una vistosa impalcatura che ingabbia il monumento, ci si domanda quando potremo ammirarlo di nuovo. Ma proseguiamo col punto più spinoso della questione: il gazebo, abbattuto per “esigenze estetiche” pare, nel manifesto si legge che tutto ciò impedirebbe lo svolgimento delle consuete manifestazioni che riempiono la villa d'estate (pensiamo alla festa dell'Unità o ad Aritmia Mediterranea), potremmo obiettare che, in ogni caso, il gazebo non era largamente utilizzato durante le manifestazioni, e comunque lo spiazzo centrale della villa sarebbe ottimo per ospitarle. Per quanto riguarda la pavimentazione, un netto miglioramento si ha grazie alla eliminazione di quei fastidiosi ciottoli che avranno contribuito alle cadute di parecchie generazioni di bambini, ma la situazione non pare migliorata; due pavimentazioni diverse si alternano: una per la zona centrale e una per le zone “alberate” ma pare che per i bambini molfettesi non ci sarà pace. I ciottoli ritornano in diversa forma: cementati insieme per dare vita ad un pavimento irregolare che non sembra conciliarsi perfettamente con le abitudini dei più piccoli: genitori avvisati. Per ultimo, il problema dei bagni, questi ultimi motivo di vanto nel discorso di inaugurazione del sindaco: di Gioia si chiede con quale modalità saranno gestiti i servizi igienici ed è quello che ci chiediamo anche noi auspicando forse la presenza di un custode, una volta passato il periodo di “rodaggio” della struttura forse tutti questi interrogativi troveranno risposta. Ma passeggiando per la villa, di pomeriggio, ci accorgiamo di tante altre imperfezioni che forse non dovrebbero essere prese così “sotto gamba”: i fiori posti a decorazione dei vari busti sono ormai appassiti (diciamolo, vedere un desolato busto illustre circondato da mazzolini di fiori desolati non è proprio il massimo). Se si prova a sedersi su una panchina ci si accorge di dover parlare per bisbigli per garantirsi un po'di privacy: le panchine sono poste a distanza ravvicinata, cosa inspiegabile a meno che non si voglia costringere la cittadinanza a partecipare ad una gigantesca conferenza. E che dire della mancanza di ombra, soprattutto al mattino? Aver abbattuto molti pini secolari è stato un errore. L'ombra non viene certo dai prati verdeggianti. Poi si notano alcuni dei tubi per l'irrigazione che sbucano fuori dal terreno senza un apparente motivo ma la cosa che ci lascia più perplessi è proprio l'irrigazione: alle diciotto il sistema entra in funzione per una parte del “prato all'inglese” (che resiste, imperterrito, in barba ai fiori piantati che subiscono ogni giorno maltrattamenti a partire dal caldo sino alla maleducazione dei cittadini) creando dei piccoli “laghi” in zone piuttosto “trafficate” della Villa. Se questo può risultare piacevole in una giornata afosa, lo è di meno pensare che la pavimentazione bagnata potrebbe causare spiacevoli incidenti. Ad onor del vero, c'è da ammettere che la zona per i giochi dei bambini è stata completata in maniera discreta, è forse una delle zone più riuscite dell'intera “ristrutturazione”. Un po'desolato, campeggia al centro dell'enorme spiazzo il logo del Comune di Molfetta, dai contorni già un po'sporchi, quasi una triste metafora. Anche l'illuminazione lascia un po' a desiderare. Come già detto, non c'è nessuna cattiveria dietro il voler far presente alcune imperfezioni, né la volontà di cercare il cosiddetto “ago nel pagliaio”, semplicemente il desiderio di contribuire al lavoro dell'amministrazione, in quanto cittadini desiderosi di vedere la propria città al meglio.
Autore: Ilaria Ragno
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