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UPI-consiglio direttivo nazionale: ecco le dichiarazioni di Schittulli
17 marzo 2012

BARI - “Le Province chiedono a Governo e Parlamento di rivedere le disposizioni del patto di stabilità interno e le norme sulla tesoreria unica per ripristinare l’autonomia nella gestione delle risorse di cassa disponibili secondo quanto previsto dall’art. 119 della Costituzione, e di sbloccare, almeno in parte, i residui degli enti locali, dando priorità a settori strategici quali l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza delle strade provinciali, la sicurezza del territorio”. Per quanto riguarda la riforma delle Province varata dal Governo Monti, il Consiglio Direttivo chiede nel documento “al Governo e al Parlamento di approvare una riforma organica delle istituzioni di governo di area vasta, attraverso una legge di delega al Governo basata sul principio democratico della rappresentanza dei territori; ridefinizione delle funzioni delle Province, in modo da lasciare ad esse esclusivamente le funzioni di area vasta; eliminazione di tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi, autorità, aziende); istituzione delle Città metropolitane; riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato. I risparmi conseguiti da questa riforma (di gran lunga superiori alla soppressione delle Province) dovranno confluire in un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali e per la valorizzazione delle professionalità di quanti lavorano nelle amministrazioni locali”.

“Anche in Puglia - ha dichiarato il Presidente Francesco Schittulli – ci mobiliteremo, contro gli enti inutili, le società, le aziende, le agenzie, i consorzi che sprecano risorse pubbliche e che andrebbero cancellate subito, e non implementate. Le funzioni che svolgono questi enti devono essere esercitate da Province e Comuni: non serve un consorzio provinciale per gestire i rifiuti o l’acqua, o una società o agenzia per promuovere la difesa del territorio. La nostra proposta di riforma istituzionale delle Province parte dalla cancellazione degli enti inutili e dalla assegnazione delle funzioni oggi svolte da consigli di amministrazioni di “nominati”, in capo alle istituzioni democraticamente invece elette per amministrare i territori”.
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