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Una strada una storia Corso Umberto - Parte III
15 aprile 2018

La delibera comunale del 27 agosto 1864 stabilì la costruzione della nuova strada ed approvò il progetto dell’ing. Corrado de Judicibus. Si iniziò prima con gli espropri dei terreni, ma alcuni proprietari dei fondi interessanti all’apertura della nuova strada (Sergio Panunzio fu Giuseppe Domenico, Luigi de Candia fu Giovanni e Leonardo Antico fu Giovanni) si opposero all’espropriazione sia perché consideravano la strada inutile per l’esistenza di altre strade che portavano alla stazione, sia per la notevole spesa che sarebbe gravata sui cittadini con l’espropriazione dei suoli. Diversi cittadini appoggiarono la richiesta di questi ultimi, ma l’ing. de Judicibus fece notare che la strada S. Angelo era ripida, angusta e pericolosa e non permetteva il passaggio contemporaneo di due traini. Il R.D. del 01 aprile 1861 stabilì che la costruzione delle ferrovie nelle Province Napoletane era da considerare opera di pubblica utilità. Nel contempo, per rendere più scorrevole l’iter della costruzione, il Comune chiese al Re un Sovrano Decreto di espropriazione ai danni di Sergio Panunzio ed altri. Con delibera del 13 giugno 1865 si rese noto che era regolare l’operato del Municipio per la novella strada che dal Largo della Porticella conduceva alla Stazione e si rigettava il ricorso del Panunzio, mentre il de Candia e l’Antico rinunciavano al ricorso. Solo nel 1866 il Panunzio e il Municipio si accordarono all’esproprio. Secondo le leggi allora in vigore le strade non potevano avere meno di 8 m di larghezza per cui, essendo la nuova strada progettata con 16 m di larghezza, ai futuri frontisti si faceva pagare per la lunghezza del futuro fabbricato solo lo spazio lasciato per il marciapiede che in questo caso doveva essere largo 4 m al costo di £. 4,25 al m2. Per ogni porzione di fondo espropriato si faceva una perizia e, a seconda dello stato del fondo, era valutata da £.52 a £. 85,41 l’ara + il prezzo degli alberi da sradicare con i frutti pendenti che variava da fondo a fondo. La legna ricavata era riservata a vantaggio all’espropriato. Per la ricostruzione dei parieti a secco fu stabilito che dovevano avere le seguenti misure: 1,70 m alto per 1,20 m di larghezza a £. 0,34 al metro lineare; mentre i muri di cinta in muratura dovevano avere le seguenti misure: 4 m alto per 0,50 m di larghezza a £. 2,50 al metro cubo. Il Consiglio Comunale in data 27 agosto 1864 approvò la spesa di tutti gli espropri (£. 35.394). Per dare inizio al lavori il Consiglio approvò la spesa provvisoria di £. 29.000; detta spesa veniva coperta per £. 9.046,13 con l’aumento del dazio sul vino, per £. 573,73 con l’aumento del dazio sulla carne, per £. 4. 683,20 con il ribasso sull’appalto del locale a costruirsi delle scuole elementari e per £. 14.696,94 da prelevarsi dall’articolo 1, categoria 10 del fondo cassa del bilancio. Il 14 aprile 1865 i maestri muratori Sergio Balacco di Ignazio e Domenico Uva di Berardino si aggiudicarono l’appalto per lo sbancamento e l’apertura della strada per £.. 29.000. La Società Italiana delle Strade Ferrate Meridionali dal canto suo sistemò il largo semicircolare antistante la stazione e aprì, sul tratto della terra espropriata fino all’incrocio della strada rurale Madonna della rosa, una strada osservando la larghezza a 16 m. Sul piazzale semicircolare e lungo i bordi della strada a destra e a sinistra per abbellimento piantò alcuni alberi di robinia. La stazione ferroviaria come riferimento di un nuovo sviluppo urbano doveva essere per il viaggiatore l’ingresso verso una nuova città, questo era l’intendimento dell’ing. de Judicibus per dare alla nuova strada un aspetto signorile, infatti sin dal 1869 si indicò la via come il Boulevard a modello dei viali parigini ampi, alberati e fiancheggiati da palazzi con ricercati stili architettonici. A fronte di tanto vigore e aspettative segnaliamo che la prima corsa di prova della ferrovia nel tratto Bari Foggia e ritorno fu effettuata il 30 maggio del 1864 e si impiegarono 2 ore e mezzo all’andata e altrettanto al ritorno. 3. continua (Le precedenti puntate sono state pubblicate su “Quindici” di dicembre 2017 e febbraio 2018) © Riproduzione riservata ————— Note: Archivio Comunale Molfetta, cat.4, vol. 56.

Autore: Corrado Pappagallo
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