Un “orco” a Molfetta vecchia
CORSIVI
Rileggendo l’articolo a fronte mi sono accorto che in questa vicenda, che ha tanto il sapore di una favola, mancava qualcosa. Ma certo mancava, come in ogni favola che si rispetti l’orco. Bè, c’è stato un orco anche in questo caso e lo chiameremo Gnappone.
C’era una volta il centro storico di Molfetta, buio, freddo, fatto solo di palazzi fatiscenti. C’erano poi i nostri ragazzi che volevano far rivivere il centro storico: “Cosa ne dite di una festa?” disse il più eclettico di loro durante una riunione “Una grande festa che sia l’inizio della rinascita del centro storico, una festa al cui allestimento prendano parte tutti gli abitanti del quartiere, da sempre messi da parte, dagli adulti ai più piccoli”.
“Dai dai, facciamo la festa dissero esultanti tutti gli altri. Cominciamo dividiamoci i compiti: tu i festoni, tu contatti i cantanti, tu spargi la voce”. Ed ecco il problema, i nostri ragazzi per allestire la festa si sono autotassati, la somma raccolta è esigua, quindi difficilmente, possono sostenere le spese legate all’affissione di manifestini.
L’idea comune è quindi: “Le autorizzazioni per l’utilizzo del suolo ci sono e la festa non è assolutamente a scopo di lucro, quindi i manifestini potremmo anche affiggerli da qualche parte, senza che diano fastidio a nessuno”.
Poveri ingenui, non sapevano di imbarcarsi in qualcosa che poteva diventare più grande di loro. Ebbene, racimolati un po’ di soldi, si fanno le copie dei volantini e si va in giro per la città, per far conoscere a tutta la cittadinanza che vi è una parte dimenticata che sta riemergendo con le proprie forze.
I baldi giovanotti iniziano il loro lavoro senza alcun doppio fine, e pur consapevoli di essere in torto, confidano nella clemenza a loro riservata, se si pensa alla bontà della loro iniziativa. Fin qui, come in una favola, tutto fila a meraviglia, quando ecco aggirarsi di soppiatto vicino ai nostri ragazzi un losco figuro, si proprio lui Gnappone.
Questi, visti i ragazzi, ergendosi a difensore della legge, senza neanche capire il senso dei manifestini (probabilmente era difficoltoso leggerli, visto che erano scritti in Italiano, lingua a cui egli forse non è molto avvezzo), celato dal buio della strada, senza neanche il coraggio di farsi riconoscere, arma il suo cellulare e chiamati i gendarmi, riferisce l’accaduto.
I carabinieri si precipitano e, pur lodando l’iniziativa, infliggono ai nostri poveri ragazzi la multa di 600.000 dobloni (leggi £. 600.000). Grazie Gnappone, c’è chi con un gesto può rovinare il lavoro di una vita! La festa in ogni caso è stato un successo, forse anche grazie a te!
Donato Centrone