ULTIM'ORA – Rifondazione comunista ottiene il proprio obiettivo: Gianni Porta candidato del centrosinistra
MOLFETTA - Clamorosa svolta nelle trattative per l’individuazione del candidato sindaco del centrosinistra. Come “Quindici” aveva intuito e anticipato, sembra che Rifondazione comunista sia riuscita, in seconda battuta, dopo che il centrosinistra è arrivato stremato e diviso all’ultimo tavolo di trattative, ad ottenere che il proprio candidato sindaco diventi, per tutto il centrosinistra, Gianni Porta (foto).
A questa soluzione avrebbe aderito anche Bepi Maralfa, che rinuncerebbe a candidarsi con Linea Diritta, permettendo così la riunificazione della coalizione vincente delle amministrative del 2013, tranne la parte del Pd di destra che andrà nel ciambotto di Tommaso Minervini.
Molfetta, ancora una volta, si rivela laboratorio politico in Italia, perché questa situazione non ha precedenti, tenuto conto che a livello nazionale il partito è scomparso dalle sedi istituzionali. Rifondazione guiderà una coalizione che comprenderà anche Sinistra Italiana, Dèp e i Pd di sinistra (Cuore democratico), che rifiutano di accettare il partito schierato a destra con Piero de Nicolo. Non si sa a questo punto cosa farà Leonardo Siragusa del Centro Democratico: se dovesse confluire nel ciambotto di destra, scomparirebbe nel brodo, anche perché sono finite pure le briciole; se sceglierà il centrosinistra potrebbe avere un ruolo e una rappresentanza. Della partita dovrebbero essere anche Lillino Di Gioia e Annalisa Altomare, rifiutati da una parte del centrosinistra perché responsabili della caduta dell'amministrazione Natalicchio.
La situazione diviene imbarazzante anche per Michele Emiliano referente di De Nicolo e candidato alla segreteria nazionale contro Matteo Renzi.
Con questa mossa si riapre la partita a tre, che sembrava doversi giocare solo tra le due destre in campo, quella di Tommaso Minervini e quella del sen. Azzollini. Ed è anche possibile che il centrosinistra arrivi al ballottaggio contro Minervini, mentre si riducono le speranze per Azzollini rimasto da solo con Pino Amato, dopo essere stato abbandonato dai suoi colonnelli schierati nel Tammavini.
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