Tridente: “Il progetto politico-amministrativo targato Minervini, è fallito”
La crisi politica della coalizione di liste civiche che hanno sostenuto il sindaco Tommaso Minervini, si è ampiamente sfaldata. A contribuire a questo risultato è stata anche la lista “Obiettivo Molfetta” che ha come referente politico l’ex assessore Pietro Mastropasqua, dimessosi al momento dell’abbandono della coalizione. “Quindici” ha intervistato l’avv. Luigi Tridente, capogruppo di “Obiettivo Molfetta” per capire i motivi di questa decisione che porteranno alla fine di questa consigliatura, allo scioglimento del consiglio comunale e all’arrivo del commissario prefettizio fino alle elezioni di maggio 2022. Come mai il Vostro gruppo ha deciso di abbandonare la maggioranza? Desiderio di poltrone, dissensi personali col sindaco, incompatibilità con altre liste civiche, mutamento delle ragioni della coalizione, conseguenza dei recenti fatti giudiziari? «La nostra decisione di non proseguire in un progetto politico nato nel 2017 con precisi connotati e caratteristiche, è dipesa dal fatto che ormai tale percorso risulta impraticabile e decisamente differente rispetto a quello per cui i cittadini di Molfetta avevano deciso di premiarlo. Non rinneghiamo l’operato fatto dall’amministrazione in questi anni, alla luce del fatto che i buoni risultati ottenuti sono frutto dell’impegno di tutti ed anche del nostro assessore Pietro Mastropasqua in giunta e del nostro gruppo consiliare. Non abbiamo compreso da tempo tuttavia le decisioni prese dal Sindaco a seguito di una pasticciata crisi amministrativa con le conseguenti scelte, non discusse, sulla giunta con l’allontanamento di alcuni membri, circostanza che, come noto, ci hanno visto ad un passo dall’abbandono dell’esperienza amministrativa già in quell’occasione. E questo giammai per rivendicare “poltrone” a cui mai saremo interessati (e chi conosce i componenti del nostro gruppo consiliare sa bene che ciò non appartiene alla storia personale di ognuno), ma per consentire invece agli assessori legittimamente nominati dall’inizio dell’esperienza amministrativa di poter proseguire nell’operato intrapreso, fatto di studio di carte, procedimenti, e rapporti con la macchina amministrativa comunale. Di fatto il percorso amministrativo si è concluso più di un anno fa, e sono i risultati a dirlo. I fatti giudiziari hanno finito indubbiamente per incidere anche sull’operato della macchina amministrativa, seppure confermiamo la nostra linea garantista e non potremmo che confermarla, visti anche i trascorsi giudiziari che hanno caratterizzato la scena politica molfettese degli ultimi anni». Non vi preoccupa l’arrivo del commissario prefettizio? «Non ci preoccupa affatto l’arrivo di un commissario prefettizio, rappresentante dello Stato e delle Istituzioni, in questo momento storico. Peraltro a nostro parere il Commissario avrebbe i poteri e le competenze per portare a termine, senza ombra di dubbio alcuno, quei progetti che giacciono da mesi tra le maglie di una macchina amministrativa ferma e “titubante” a causa dei fatti accaduti qualche mese fa». Ci sarebbero margini per eventuali ricuciture e rientri nella maggioranza per concludere la consigliatura? «Non vediamo spiragli per un’eventualità del genere, posto che più e più volte abbiamo cercato di intavolare invano dialoghi costruttivi con l’attuale primo cittadino e alcune forze politiche sia per il prosieguo dell’esperienza amministrativa sia per il futuro. Abbiamo preso una posizione chiara e ragionata; di certo, non torneremo indietro mettendo a repentaglio la nostra credibilità». A questo punto quali sarebbero le prospettive per la prossima consigliatura? Tornare a una coalizione di liste civiche “allargata” ad altre forze non presenti in questa tornata, tipo Forza Italia e il sen. Azzollini, oppure “ristretta”, escludendo qualcuno? «È prematuro parlare della prossima consigliatura, in quanto mancano alcuni mesi alla fine naturale dell’attuale amministrazione. L’aspirazione è di riuscire a creare un’area politica che riesca a dare le giuste risposte alla Città al di là dei personalismi. Propendiamo, tutt’ora, per la linea civica e ci piacerebbe confrontarci con tutte le realtà cittadine, sia civiche che partitiche, che condividano con noi un’idea di Città e un programma chiaro. Non abbiamo preclusioni verso alcun movimento, salvo verso gli “estremisti” che ambiscono a governarla. In questo momento non abbiamo partiti che ci rappresentano appieno e siamo critici verso l’attuale quadro partitocratico. A livello nazionale votiamo, spesso, “turandoci” il naso per chi riteniamo essere il meno peggio, ma poi sul territorio crediamo che sia necessario mettere al centro di tutto i problemi di Molfetta e creare un’alleanza vincente con chi condivide i programmi. Con il Sen. Antonio Azzollini non abbiamo raggiunto alcun accordo politico, così come con Forza Italia o altri partiti. Registriamo tante voci in Città, ma non ci risultano esserci stati, in questi mesi, incontri politici tra il nostro ex assessore Pietro Mastropasqua e il Senatore Azzollini e/o il suo entourage. Certo, è notorio che abbiamo rispetto per ciò che il Sen. Antonio Azzollini ha fatto per Molfetta, in quanto mai nessun politico molfettese è riuscito a catalizzare tanti finanziamenti verso la nostra Città». Credete che ci siano ancora margini per una coalizione vincente di centrodestra? «Allo stato, non ci siamo posti il problema di creare una coalizione di centrodestra o di centrosinistra o di centro. Il centrodestra, nelle ultime elezioni amministrative, ha dimostrato di essere meno in salute rispetto al centrosinistra e al PD. Colpa dei candidati? Colpa dei partiti? Non siamo in grado di dirlo, non conoscendo le dinamiche interne a queste forze politiche. Certo, non si può partire all’ultimo minuto e improvvisare candidature e coalizioni. Crediamo che gli elettori, di volta in volta, valutino – e poi votino – la proposta migliore per la propria Città a prescindere dal colore politico. L’idea su Molfetta è di creare qualcosa di nuovo e di ambizioso. Poi, capiremo i contorni di un progetto e i confini. Ribadisco, noi propendiamo per una scelta civica di carattere liberale, ma non escludiamo che possa nascere l’esigenza di prevedere un’alleanza strategica con le forze politiche credibili e presenti sul territorio». Sareste pronti a sostenere ancora Minervini come candidato sindaco oppure proporrete un vostro candidato (si parla dell’ex assessore Pietro Mastropasqua)? «Non credo esistano le condizioni politiche per riproporre lo stesso candidato delle ultime elezioni comunali. Sono cambiate molte cose rispetto al 2017 e il progetto politico amministrativo targato Tommaso Minervini è, come detto, impraticabile. Ci sono tanti uomini e donne in gamba in questa amministrazione, che non sono riusciti pienamente ad emergere e hanno visto frustrate le proprie idee e legittime ambizioni. È necessario ripensare ad un nuovo progetto politico con tutti coloro che riterranno di condividere un percorso vero di rilancio della nostra Città. Sul nome del candidato non abbiamo preclusioni tantomeno intendiamo a tutti i costi imporre nomi a chicchessia. Nel nostro gruppo esistono, potenzialmente, diversi amici che hanno le qualità per candidarsi al ruolo di primo cittadino, ma posso assicurare che nessuno è accecato dall’ambizione di fare a tutti i costi il Sindaco. Il nostro Assessore Pietro Mastropasqua ha lavorato bene ed ha maturato una esperienza amministrativa importate e da non sottovalutare. Alcuni giornali (in primis Voi di “Quindici”) lo indicano come “papabile”, ma posso riferire che a me ha solo detto di essere interessato, come tutti noi, a costruire un progetto politico serio e duraturo per la nostra Città». © Riproduzione riservata