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Tornare alla processione del pomeriggio una petizione al Vescovo
15 aprile 2010

Ecco il testo della lettera che chiede al Vescovo, mons. Luigi Martella, il ripristino dell’uscita della processione del Venerdì Santo al pomeriggio: «Ecc.za Rev.ma Il tempo di Quaresima che ci invita a rifl ettere sulla passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo, qui a Molfetta ogni anno ripropone un tema che ormai domina l’opinione pubblica poiché nella nostra Città tale evento viene celebrato, relativamente al Venerdì Santo, fuori tal tempo evangelico, avulso dalla odierna visione dei tempi che ci sono propri e soprattutto sconosciuto alla gran parte dei nostri fi gli adolescenti, ma tristemente noti alle bande di incivili giovinastri che nelle ore precedenti l’inizio della processione che muove dalla chiesa di S.Stefano si abbandonano ad ogni genere di vandalismi, come possono purtroppo testimoniare le Forze dell’Ordine. Da ben oltre cinque secoli il popolo molfettese vive questa giornata come il giorno della “processione del Cristo Morto” ed il suo attuale orario di svolgimento non si concilia aff atto con i suoi sentimenti di amore e devozione verso la venerata immagine del Salvatore, raffi - gurato nell’immobilità della sua morte, esposta con 11 ore di anticipo sull’ora reale in cui il Salvatore morì due millenni prima. Ben vide S.S. Pio XII nell’emanazione del “Novus Ordo” nell’anno 1955 che riordinò temi, tempi ed orari delle funzioni della Settimana Santa e ben vide Sua Ecc.za Mons. Salvucci, Suo venerato predecessore, disponendo che la processione del Cristo Morto avesse inizio dopo le ore 15 del Venerdì Santo nel pieno rispetto del tempo evangelico e dell’ora nona dell’Impero Romano. Mons. Antonio Bello, stanco di pressioni, spinte intellettuali, conferenze organizzate da alcuni nostalgici (che successivamente si sono ampiamente ricreduti dichiarandosi apertamente contrari all’innovazione richiesta ed attuata), riportò alle ore quattro mattutine l’orario di uscita del Cristo Morto anche perché nell’anno precedente si era verifi cato un poco felice “ingorgo” tra funzione “In morte Domini” e processione concomitante, causato da estrema lentezza dei portatori della venerata statua. L’Arciconfraternita di S. Stefano deve rendersi conto (e se ne rende conto) che la processione non è un aff are privato ma è un servizio che si rende al popolo tutto di Molfetta e che tutti i molfettesi hanno il diritto e la devozione di assistere ad un evento che li coinvolge così intensamente. Il Venerdì Santo è un giorno lavorativo e lo squallore di portare la processione per strade semideserte dovrebbe far rifl ettere molti; i nostri bambini e giovanetti non conoscono la processione stessa poiché non si può obbligare un bambino a destarsi nel cuore della notte; la stessa partecipazione dei confratelli all’evento “clou” del loro anno confraternale si è ridotta mediamente ad un terzo della loro totalità e molti non partecipano aff atto poiché l’orario della processione è quello che è… Occorre ancora considerare che l’attuale orario processionale non ha raggiunto uno degli scopi che l’Autorità ecclesiastica si era prefisso: l’incremento della partecipazione dei fedeli alla funzione “In morte Domini” che avviene nelle singole parrocchie, infatti attraverso un monitoraggio durato oltre venti anni, senza tema di smentite, viene rilevata una diminuzione della partecipazione stessa in quanto avendo i fedeli trascorso una notte insonne viene molto difficile partecipare nel pomeriggio ad una funzione che si prolunga alquanto nel tempo… La soluzione ci pare a portata di mano: riportare la processione nel pomeriggio, lasciando quindi ai fedeli il tempo di assistere all’inizio della stessa, partecipare alla funzione “in morte Domini” e riprendere a seguire l’iter processionale fino alla sua conclusione. Ci rendiamo conto che la soluzione prospettata richieda una “mediazione” atta a conciliare le varie esigenze e segnatamente: se la funzione in Cattedrale fosse celebrata alle ore 18,00 e la processione iniziasse alle ore 15,00 per concludersi alle ore 24,00, si eviterebbe la concomitanza processione/funzione nella zona della Cattedrale, origine primaria dell’anticipo alle ore 4,00. Ci rendiamo conto che una funzione liturgica debba prevalere su espressioni di pietà popolare come è una processione, ma il popolo molfettese da ben cinque secoli identifi - ca il Venerdì Santo con la sua processione dei Misteri ed al loro passaggio, in particolare del Cristo Morto, non vi è alcuno che nel suo intimo non volga una preghiera al Signore, sia essa di ringraziamento o molto più spesso di richiesta di grazie o di benedizioni. Eccellenza Reverendissima Le chiediamo, con fi liale preghiera, di riportare tale evento nell’alveo della storia, Le chiediamo di rispettare la decisione di un grande Pontefi ce che con il “novus ordo” pose fi ne a distorsioni, abusi, spontaneismi perniciosi ed altri “orpelli” che si erano perpetrati per secoli; riporti Lei il rispetto dell’”ora nona” alla sua valenza originaria respingendo pretestuose obiezioni, chimeriche immagini pittoriche ed amenità del genere che non hanno alcuna attinenza con la storia e con la grandiosità della tragedia che si commemora nel giorno del Venerdì Santo. Filialmente si sottoscrivono (seguono le fi rme).

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