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"Terra: da Cristoforo Colombo a Giordano Bruno" incontro con Massimo della Valle all''Auditorium del Seminario Regionale di Molfetta
01 febbraio 2015

MOLFETTA - L’uomo è un cosmopolita invasivo, la cui diffusione alle origini è stata ben diversa da una semplice migrazione. Estintisi i dinosauri, i primati, poi umanoidi sono stati protagonisti di un processo di evoluzione che scorreva parallelo a quello di colonizzazione aggressiva.

Gli uomini occupano i continenti in viaggi di sola andata, senza guardarsi alle spalle, attraverso ‘’navigazioni’’ terrestri prima, celesti poi, come asintoti che tendono all’infinito.

Lo afferma Massimo della Valle,  in occasione dell’incontro  ‘’Terra: da Cristoforo Colombo a Giordano Bruno’’ parte del  progetto ‘’Puglia incontra l’Universo’’ coordinato dal responsabile Paolo Minafra, tenutosi presso l’Auditorium del  Seminario Regionale Pio XI, nella mattinata di ieri.

L’incontro, promosso dalla prof. Anna Salvemini, ha riscontrato larga partecipazione, vista l’estensione dell’invito anche ad altre scuole, oltre al Liceo Classico e Scientifico sotto la presidenza della prof. Margherita Bufi.

Della Valle è un astrofisico di fama internazionale, la cui partecipazione, presso Monaco di Baviera, al progetto E-ELT (European Extremely Large Telescope), per la costruzione di un telescopio di 40 m operativo  nel 2023 e la carica di Cavaliere all’Ordine del Merito della Repubblica, conferitagli da Napolitano, spiccano all’interno di un curriculum non meno strabiliante.

Il suo intervento si è collocato nel solco di un progetto il cui obiettivo è quello di incoraggiare le aspirazioni scientifiche dei giovani, metterli in contatto con personalità del mondo astrofisico e soprattutto, indipendentemente dai diversi indirizzi di studio, ‘’fare cultura’’.

Infatti, Della Valle presenta il proprio lavoro mantenendo come fil rouge la storia del pensiero umano, la cui dialettica interna passa per dogmi, opposizioni e scoperte rivoluzionarie. 

Non a caso riprende un personaggio contrastato come Giordano Bruno, condannato assieme alle proprie profetiche intuizioni sull’esistenza di  innumerevoli soli e innumerevoli terre che ruotano attorno a loro, in modo simile a come i nostri pianeti ruotano attorno al nostro sole, per dimostrare come i visionari del passato avessero predetto molte delle odierne consapevolezze.

Oggi si lavora proprio sulla dimostrazione della tesi del martire di Campo dei Fiori (per il quale se infiniti sono i mondi, infinite saranno anche le forme di vita su di essi) che per Della Valle, tuttavia, resta una speculazione non verificabile, sulla quale è possibile solo discutere amabilmente.

Le ricerche intanto proseguono: la sonda della NASA  ha scoperto 2000 pianeti e ne ha 3000 candidati; grazie alla missione Rosetta conosciamo i parametri di formazione di sistemi, tra i più interessanti quello del pianeta extrasolare Kepler 186f, ed il prossimo passo sarà mosso su Marte, sul quale il primo astronauta potrebbe atterrare tra circa trent’anni.

Oltre alla presenza di acqua nel sottoterra di Marte, tuttavia, non è ancora possibile riscontrare in altri pianeti quelle costanti che rendono abitabile la Terra.

Certo è che se sarà possibile infrangere le leggi della fisica e superare la velocità della luce, afferma scettico Della Valle, per mettersi in viaggio e colonizzare lo spazio, sarà ancora una volta per l’uomo, un viaggio di sola andata.

Autore: Gaia Giancaspro
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Altri mondi, altre vite? Meglio sarebbe non trovarne altre o non venirne a contatto perché l'uomo ripeterebbe gli stessi errori commessi sulla Terra: distruzione e manipolazioni. A tutt'oggi, la Terra, è l'unico pianeta a disporre del codice genetico della vita, il Dna. Per quanto ne sappiamo. La vita è un tutto unico. Non si tratta di nun clichè, ma di una realta biologica. Nel corso di più di 3,6 miliardi di anni si è evoluta un'incredibile varietà di forme di vita vitali, ma in ogni cellula compaiono caratteristiche comuni di acidi nucleici, che racchiudono il codice ereditario e l'edonosina trifisfato, che fornisce l'energia. In ogni organismo vivente, ormoni e composti similari trasportano messaggi chimici di importanza vitale. Tutti gli organismi sono poi collegati in complicati ecosistemi in azione reciproca fra loro. La nostra biosfera si è evoluta solo dopo la fotosintesi nelle prime alghe, e dopo che le piante hanno cominciato a liberare ossigeno nell'atmosfera. L'evoluzione, insomma, produce una grande varietà di esseri viventi, e poi li collega in un unico processo. Noi, che siamo parte dell'Homo sapiens, siamo le prime forme vitali capaci di modificare il processo evolutivo, ma lo facciamo in genere per ignoranza o per errore. Ben poca attenzione prestiamo alle complesse catene alimentari che garantiscono sopravvivenza alle specie e armonia ecologica, o alla ricca messe di informazioni genetiche rappresentate dalle specie stesse, tanto che oggi non sono più del 10% gli organismi che gli scienziati hanno classificato. Il biosistema è una “biblioteca” di strategie della sopravvivenza, accumulatesi in miliardi di anni di selezione/estinzione, e non si può manipolarlo alla leggera. Dal primo impulso del Dna, il “mattone” della vita, è poi derivato un flusso in continua espansione di forme vitali, che a mano a mano che le specie si sono fatte più numerose e differenziate, è diventato impetuoso e continuo. Questo “flusso ncreativo” però non è stato costante: al suo avvio è stato molto lento e fino ai tempi abbastanza recenti, cioè la fine del periodo permiamo (225 milioni di anni fa) non c'erano più di circa 350 mila specie, per lo più marine. In seguito tuttavia la diffusione della vita sulla terra ha prodotto un'esplosione di “creatività” che, alla fine, ha dato via a molti milioni di specie. Il nostro mondo moderno è talvolta considerato soprattutto un mondo di mammiferi, ma questi, che costituiscono solo in un certo senso arrivati per ultimi, e solo alla fine dell'era dei rettili, che è durata 160 milioni di anni. Guardando nelle tenebre del passato, noi possiamo discernere una sorta di processione di forme vitali, in continua trasformazione. La durata media di una specie è stata finora solo di circa cinque milioni di anni, il che significa che del mezzo miliardo di specie finora vissute, almeno il 98 per cento sono scomparse. Ma guardiamo il crogiuolo della vita di oggi e riflettiamo: esso non è costituito solo da un semplice agglomerato di specie, ognuna delle quali va per proprio conto. Ogni specie dipende dalle altre in una interconnisione di “servizi”: anche l'uomo, anche l'homo sapiens sapiens. L'uomo da solo muore, non sopravvive, si estingue: quello che sta accadendo. - (da: GAIA BOOK)

La grande "presunzione dell'uomo", il riconoscersi figlio diretto di un dio, per cui il suo "viaggio terrestre" dovrebbe avere un "ritorno". Com'è possibile tutto questo se, come scrive Einstein, che gli uomini "non" sanno resistere alla psicosi dell'odio e della distruzione? Se fosse vero l'ipotesi della sua "discendenza", l'uomo sarebbe stato capace di subordinare la forza che divide e distrugge alla forza che compone e unisce. All'alba del 12 ottobre 1492, Colombo incontrò i primi indigeni nella piccola isola dei Caraibi da lui battezzata San Salvador avvenne che: "l'uomo" incontrò se stesso e non si riconobbe. In questo fallimento è il senso di quell'evento grandioso e tragico. A rendere fallimentare quell'incontro, oltre al condizionamento etnocentrico per cui l'europeo quando pensa all'uomo pensa solo all'uomo occidentale, oltre alla teologia della dominazione mascherata dalle false spoglie della teologia della redenzione, c'era anche la qualità culturale degli indigeni che, per effetto del loro immaginario religioso, scambiarono i conquistatori con gli dèi tornati dopo un lungo esilio. L'una e l'altra cosa fecero si che l'europeo davanti all'indiano vide uno "schiavo", e l'indiano davanti all'europeo vide un "dio". Nessuno, di fronte all'uomo, riconobbe l'uomo, perchè nessuno seppe accogliere la "diversità" e "l'alterità" come dei valori. Questo nostro "viaggio" è di sola andata, tutto il resto è dettato da una sciocca "paura", anche se umana e comprensibile.

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