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Teatro: a Molfetta l'Amleto di Michele Sinisi
12 marzo 2009

MOLFETTA - L'associazione "Colletivo Teatrale Gli Alchemici", in collaborazione con l'Ass. "Linea 5", presenta domenica prossima, 15 Marzo, alle ore 20.30 presso il Teatro S. Filippo Neri in Via Mascagni a Molfetta l' Amleto di William Shakespeare, riletto e intepretato da Michele Sinisi, con collaborazione alla scrittura scenica di Michele Santeramo, assistenza di Marcella Nocera, costumi di Luigi Spezzacatene, e cura del progetto di Antonella Papeo. Alle ore 18.00 avverrà la presentazione dello spettacolo, presso la libreria Il Ghigno, in Via G.Salepico a Molfetta, con la presenza di Michele Sinisi. Prevendite a Molfetta: Il Ghigno, L'altra Edicola (Via Terlizzi), Spririto e Sandracca (Centro Storico) Amleto è una coproduzione Festival Castel dei Mondi di Andria , con il sostegno alla produzione FestTeatro - PontederaTeatro - Armunia - Piccolo osservatorio universale Garzia, partner tecnico Artefattiadp - claudio kougla studio Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l'attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L'unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi della storia sino alla morte. Le sedie vuote saranno le uniche testimoni della sua esperienza. È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma puntualmente mi confrontavo con l'ossessiva e malinconica qualità della lingua scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto. Una tragedia che sfugge all'analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella stanza dei ricordi e delle immagini che più l'assillano e da cui non vede l'ora di liberarsi. L'intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere.
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