Teatro: a Molfetta l'Amleto di Michele Sinisi
MOLFETTA - L'associazione "Colletivo Teatrale Gli Alchemici", in collaborazione con l'Ass. "Linea 5", presenta domenica prossima, 15 Marzo, alle ore 20.30 presso il Teatro S. Filippo Neri in Via Mascagni a Molfetta l' Amleto di William Shakespeare, riletto e intepretato da Michele Sinisi, con collaborazione alla scrittura scenica di Michele Santeramo, assistenza di Marcella Nocera, costumi di Luigi Spezzacatene, e cura del progetto di Antonella Papeo.
Alle ore 18.00 avverrà la presentazione dello spettacolo, presso la libreria Il Ghigno, in Via G.Salepico a Molfetta, con la presenza di Michele Sinisi.
Prevendite a Molfetta: Il Ghigno, L'altra Edicola (Via Terlizzi), Spririto e Sandracca (Centro Storico)
Amleto è una coproduzione Festival Castel dei Mondi di Andria , con il sostegno alla produzione FestTeatro - PontederaTeatro - Armunia - Piccolo osservatorio universale Garzia, partner tecnico Artefattiadp - claudio kougla studio
Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti,
i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi
desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta
nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare
con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude,
l'attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le
sedie gli fanno compagnia. L'unica presenza reale è il fantasma del padre che in
quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è
quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto
sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi
della storia sino alla morte.
Le sedie vuote saranno le uniche testimoni della sua esperienza.
È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato
di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma
puntualmente mi confrontavo con l'ossessiva e malinconica qualità della lingua
scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo
del tutto.
Una tragedia che sfugge all'analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta
di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella
stanza dei ricordi e delle immagini che più l'assillano e da cui non vede l'ora di
liberarsi.
L'intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere.