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Successo del musical di beneficenza Scugnizzi al Teatro don Bosco di Molfetta
07 ottobre 2009

MOLFETTA - Non è andata delusa l'attesa per il musical di beneficienza in due atti tutto napoletano «Scugnizzi», scritto da Claudio Mattone ed Enrico Vaime e messo in scena nel «Teatro Don Bosco», dopo mesi di dura preparazione e sano divertimento. Il gruppo di 18 ragazzi, senza dimenticare scenografi (Francesca Turtur, Mina de Palma, Mauro D'Alto e Antonio Piergiovanni), direttrice dei canti (Maria Nicola Lisena), responsabili audio e luci (Gennaro Altamura e Gennaro D'Agostino) e la straordinaria regia di Pasquale Paparella, dopo il successo dello scorso anno del musical «I dieci comandamenti», è tornato in scena con personaggi diversi ed una storia calata nella realtà dei bassifondi napoletani. Due giovani amici detenuti nel carcere minorile napoletano dell'isola di Nisida, Saverio e Raffaele, dopo essere usciti dal riformatorio, si perdono di vista, per ritrovarsi, a distanza di vent'anni, ormai adulti, su due fronti opposti: Saverio è divenuto sacerdote e cerca di allontanare i giovani dalla strada e sconfiggere il disagio minorile attraverso l'insegnamento della musica; Raffaele, detto “O' Russo”, è un boss di quartiere, che vive nel malaffare diffondendo il terrore e arruolando gli stessi giovani come corrieri della droga. La tensione fra i due crescerà fino al punto che Raffaele, accecato dall'ira e incapace di affermare se stesso se non attraverso la violenza, arriverà ad uccidere Saverio, gesto che segnerà la sua sconfitta. L'uccisione di Saverio darà a tutto il gruppo dei ragazzi la forza di ribellarsi contro la camorra e di lanciare contro di essa un grido di protesta lacerante e liberatoria: "'O russo è 'n òmm 'e merda" e Carmine, il più ribelle di tutti, prenderà il posto di Don Saverio per proseguirne l'opera. E' stato il musical dei sentimenti, dell'espressività: è stato il musical dell'amicizia. Tutti lo hanno più volte evidenziato e il risultato ha segnato proprio questo: l'iniziativa, organizzata dalla Polisportiva Giovani Salesiani, ha coinvolto piccoli e grandi attori non professionisti della realtà molfettese, che hanno avuto l'occasione di confrontarsi e crescere insieme, superando le non poche difficoltà che si sono presentate nella quotidianità, ma anche condividendo momenti di gioia. Durante questo percorso i ragazzi hanno avuto modo di assaporare, anche se in minima parte, quella che è la meravigliosa arte del teatro nelle sue numerose sfaccettature. E' stato un percorso abbastanza lungo, talvolta difficile e tortuoso da percorrere, ma che i giovani protagonisti, grazie alla loro tenacia, alla loro forza, alla loro grinta, senza dimenticare l'instancabile e brillante regia di Pasquale Paparella, sono riusciti a realizzare, trovando la giusta strada dell'equilibrio e dell'armonia, indispensabile per tenere unito un gruppo numeroso e variegato come quello di questo spettacolo. La canzone, la cultura e la comicità napoletana hanno trovato spazio in questa storia popolare, forte e piena di ironia (tra i brani più dinamici ed amati “Personne, personne”, “Arrangiamoce”, “La città 'e Pulcinella”, “Stat?v? accort?”), che si sviluppa tra riferimenti alla realtà e vera poesia, in un emozionante crescendo di tensione. Anche se ambientata a Napoli, la storia ha un respiro più ampio ed universale, attuale: musiche forti, coinvolgenti ed entusiasmanti, hanno senza fatica convinto e coinvolto tutti. Ecco allora che la storia di don Saverio e dei suoi ragazzi è diventata il tramite di un forte messaggio umano ed educativo, perché ha descritto la realtà dei ragazzi meno fortunati e disagiati di qualunque città del mondo.
Autore: Marcello la Forgia
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