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Studenti in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro
14 ottobre 2017

BARI - In 9 città in tutta la Regione, 10mila studenti pugliesi sono scesi in piazza per rivendicare il diritto ad un’istruzione gratuita e di qualità, ad un sistema di diritto allo studio efficiente, per un’alternanza scuola-lavoro realmente formativa e che non si traduca in ore di sfruttamento da parte delle aziende ospitanti.

“Per la prima volta nella storia del nostro Paese gli studenti e le studentesse sono scesi in piazza in occasione dello sciopero dall’alternanza scuola-lavoro. In 10mila abbiamo manifestato il dissenso nei confronti di un modello di alternanza scuola-lavoro che non ci soddisfa, che ci rende manovalanza gratuita in mano alle aziende ospitanti e che non prevede alcuna forma di tutela nei confronti degli studenti che intraprendono tali percorsi” dichiara Davide Lavermicocca, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.

“Durante lo scorso anno abbiamo svolto un’inchiesta regionale - che ha coinvolto migliaia di studenti in tutta la Regione - sulle condizioni degli studenti e delle studentesse impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. I dati parlano chiaro: il 97% degli studenti ha espresso la volontà di poter decidere maggiormente sui percorsi di alternanza scuola-lavoro, il 78% crede sia stata una perdita di tempo e oltre la metà degli studenti intervistati ha dichiarato di volere una Carta dei diritti che tuteli gli studenti e le studentesse” continua Lavermicocca.

“All’interno della nostra Regione, durante la VI Commissione dello scorso 4 ottobre, è stata discussa la proposta di legge sull’alternanza scuola-lavoro del Movimento 5 Stelle. Sin dalla sua presentazione ci siamo posti contrariamente a questo tipo di proposta, definendo quelle che secondo noi devono essere le priorità da inserire in una Legge Regionale che parla di alternanza scuola-lavoro. Non siamo mai stati ascoltati: dalle piazze di oggi parte il percorso per la costruzione di una nostra legge sull’alternanza scuola-lavoro in Regione. Vogliamo diritti e tutele reali per gli studenti impegnati nei percorsi e un Codice Etico per gli enti ospitanti che eviti il rischio di intraprendere percorsi di alternanza scuola-lavoro in aziende colluse con la mafia, che devastano il territorio e sfruttano i lavoratori” conclude il coordinatore del sindacato studentesco.

“Per quanto riguarda gli Universitari la situazione non è certamente migliore. Nel corso dei tirocini formativi obbligatori all’Università ci scontriamo con l’assenza di diritti e tutele. Crediamo nel valore formativo dell’esperienza del tirocinio ma tutto questo non può avvenire in esperienze lontane dal piano di studio e senza uno Statuto dei diritti degli studenti e delle studentesse in tirocinio che contenga un Codice Etico per tutelare dagli abusi.” dichiarano gli studenti di Link - Coordinamento Universitario.

“Sono circa 1114 gli studenti e studentesse che, pur essendo idonei, non sono assegnatari di posto alloggio per via della mancanza degli effettivi posti letto che sono solo 1878 a fronte di 3000 domande” - continuano i ragazzi di Link - “Inoltre, anche gli aventi diritto alla borsa di studio sono in aumento e questo impone un maggiore finanziamento per scongiurare la drammatica figura dell’idoneo non beneficiario”

“Oggi, a seguito dei cortei studenteschi che hanno attraversato le città pugliesi, abbiamo incontrato l’Assessore Regionale alla Formazione e Lavoro, Sebastiano Leo. Nel corso dell’incontro abbiamo riportato il tema dei finanziamenti al diritto allo studio scolastico e universitario, chiedendo sia dei finanziamenti sulla Legge regionale per il diritto allo studio, quanto maggiori risorse per raggiungere la copertura totale delle borse di studio universitarie e misure di sostegno agli idonei fuori sede per fronteggiare l’insufficienza di posti alloggio. Abbiamo inoltre interrogato l’assessore su quello che sarà il contenuto della Legge regionale sull’alternanza scuola-lavoro che il Governo regionale ha dichiarato di voler proporre, rilanciando su quella che sarà la nostra proposta di legge da costruire con gli studenti e le studentesse” conclude Sara Acquaviva.

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