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Storia di Paola, regina della ricerca La scienza è donna ed è molfettese
15 marzo 2005

“L'amore per la ricerca costa sacrifici e rinunce: famiglia, sentimenti. Ma è una scelta e va portata fino in fondo” «La scienza è una cosa da donne». Così sembra affermare il conferimento dei premi Unesco - L'Oréal “For Women in Science”, appena assegnati a Parigi e rispondere alla ormai nota provocazione del rettore di Harvard che, invece, aveva con convinzione affermato il contrario. Ma questo premio ha, per la nostra città, un significato ben più importante perché quest'anno, la sezione Borse di Studio di questo importantissimo riconoscimento ha avuto, per la prima volta, come protagonista assieme ad altre quattordici colleghe di tutto il mondo, anche una giovane ricercatrice italiana: Paola Tiberia Zanna, 31 anni, molfettese (nella foto, mentre ritira la borsa di studio). Il programma di Borse di Studio Unesco - L'Oréal è destinato a favorire giovani ricercatrici che si occupano delle cosiddette “scienze della vita” e, nel caso della dottoressa Zanna, le permetterà di effettuare un periodo di studio in Spagna presso il centro di eccellenza dell'Università di Murcia per lo studio della melanogenesi, campo in cui la dottoressa è ormai specializzata dopo anni di ricerca svolti presso l'ateneo barese. Al suo ritorno da Parigi, abbiamo chiesto di incontrarla per farci raccontare la sua storia, con il desiderio che questo meraviglioso risultato sia d'esempio e di incoraggiamento per tutti i giovani che vorrebbero intraprendere la via della ricerca, ma che sono comprensibilmente frenati dalle assurde reticenze governative a investire in questo campo, dalle difficoltà intrinseche a questo tipo di lavoro e dalla ancora troppo scarsa considerazione che gode nel nostro Paese. Genesi di una ricercatrice Paola Zanna è nata a Molfetta, trentuno anni fa. L'interesse per le scienze ha “contagiato” non solo lei ma anche i due fratelli: la sorella più grande infatti, vive in Norvegia dove è “assistant professor” in matematica, il fratello invece è un informatico. Paola ha conseguito la maturità scientifica e, nel 1997, la laurea in biologia con una tesi sperimentale in biologia molecolare. «È stato proprio durante il periodo di internato svolto durante la preparazione della tesi sperimentale che ho capito di amare il lavoro in laboratorio – racconta a Quindici. La ricerca per me è bella in sé, se poi a questo si aggiungono i benefici che porta per tutti, il desiderio di continuare e le motivazioni si fanno più forti». Dopo la laurea ha ottenuto una Borsa di studio biennale in oncologia sperimentale presso il consorzio «Mario Negri Sud» e ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca presso la sezione di Biologia del Dipartimento di Biochimica medica, Biologia medica e Fisica medica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bari, sotto la direzione della prof.ssa Rosina Cicero. E assieme alla dottoressa Zanna e alla professoressa Cicero, altre due ricercatrici, Gabriella Guida e Immacolata Maida, coadiuvate da due interne – anch'esse donne – formano un team di eccezionale qualità. Paola Zanna ci tiene a sottolineare come la Borsa di studio ottenuta sia il coronamento del lavoro svolto sino ad ora a Bari assieme a tutto il gruppo. La possibilità di accedere al centro spagnolo (presso cui era già stata per un periodo di quattro mesi durante il Dottorato di ricerca) sarà una fonte di estremo arricchimento che lei vorrebbe portasse i suoi frutti proprio a Bari: ritornare alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Ateneo barese con tutte le competenze acquisite in Spagna è quello che la dottoressa Zanna spera che avvenga e per il quale concorrerà di certo dopo il rientro in Puglia. Il suo ottimismo ci ha colpito dal momento che sappiamo bene quali difficoltà affrontano i ricercatori italiani, che spesso vedono la loro passione e i loro sforzi infrangersi contro le barriere costituite dagli scarsissimi investimenti profusi nel settore. «Ammetto che fare ricerca oggi in Italia è estremamente difficile… ma non impossibile». Questa la risposta di Paola Zanna ai nostri dubbi e, se vogliamo, allo scetticismo dei più. Una risposta che ci ha convinto molto più di tanti proclami e in cui vogliamo credere. Il quotidiano Il laboratorio assorbe comprensibilmente la maggior parte della giornata: i sacrifici che questo comporta per una giovane donna non sono così irrilevanti. «Certo – ci dice Paola serena – chi svolge l'attività della ricerca si rende perfettamente conto di dover fare delle rinunce. La vita privata, quella sentimentale, la famiglia spesso vengono sacrificate parecchio ma… la ricerca la si sceglie e assieme ad essa tutto quello che comporta». Non un'ombra negli occhi chiarissimi della dottoressa Zanna; è chiaro che la coscienza del cammino intrapreso e la passione che l'hanno portata anche a questi splendidi risultati hanno significato per lei rinunce, difficoltà, dubbi. Nulla però, e ce lo conferma lei stessa con sicurezza, ha mai messo nemmeno per un momento in discussione la sua scelta e i risultati ottenuti fino ad ora hanno significato per lei nuove e sempre più forti motivazioni. Il lavoro La Borsa di studio conseguita dalla dottoressa Zanna ha premiato un progetto sulla melanogenesi incentrato sullo studio della relazione tra il gene MC1R – che regola la pigmentazione della pelle e dei capelli – e la suscettibilità al melanoma, forma maligna di tumore della pelle che si sviluppa nei melanociti, le cellule che producono, appunto, il pigmento della pelle, dei capelli e degli occhi –. Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento di 20.000 euro ha superato prima il giudizio di una commissione nazionale e solo dopo è approdato al vaglio internazionale: dunque, se vogliamo, il successo è doppio. «I risultati della nostra ricerca sono i primi mattoni sui quali poi si innesta la “Ricerca applicata” che è quella che porta poi i risultati, diciamo così, fruibili, come farmaci, cure etc». L'importanza del lavoro corale è sicuramente ciò che dà senso alla ricerca e non solo in campo medico: le difficoltà si superano insieme, i risultati positivi si ottengono insieme e si festeggiano insieme. E infatti, fino alla sua partenza per la Spagna che avverrà in estate, la dottoressa Zanna continuerà il suo lavoro presso il Dipartimento al Policlinico dove l'eco dei festeggiamenti per questo suo risultato così importante risuona ancora piacevolmente, ma ha già ceduto il passo al lavoro quotidiano che ha trovato, ancora, una preziosa linfa con cui alimentarsi. Francesca Lunanova francesca.lunanova@quindici-molfetta.it
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