Stop a bottiglie e lattine: il tormentone dell'estate molfettese
File di bottiglie sparse qua e là, lanci di lattine in mare, cocci di vetro sotto i piedi; tutti ingredienti dell'estate molfettese. A non essere mancato, infatti, in questa calda stagione, è un pizzico di inciviltà. Impigriti dall'afa, numerosi sono stati i cittadini pronti ad abbandonare lattine e quant'altro sui muretti del lungomare, e per terra. Passeggiando a tarda ora nelle vie più frequentate apparivano chiari i segni di tutto ciò. Cosa fare allora per limitare questo fastidioso fenomeno? La risposta è arrivata direttamente dal sindaco lo scorso 9 agosto. Stop alla vendita di lattine e bottiglie di vetro ed alluminio dalle 22 alle 5, pena una multa dai 25 ai 500 euro. Un'ordinanza volta ad assicurare la pulizia e l'incolumità dei cittadini, secondo l'assessore al commercio Mimmo Corrieri. Il travaso nei bicchieri di plastica o il limite di bere in bottiglia al massimo entro le pertinenze esterne dei locali, non sembra però essere stata una iniziativa ben accetta da diversi esercenti del lungomare e del centro della città. Quindici ha ascoltato allora i pensieri e le perplessità dei commercianti. Uno dei proprietari di un pub del lungomare ci dice «l'ordinanza va bene, però deve essere accompagnata da maggior concretezza. Noi non siamo né educatori né vigili di nessuno. Che dire grazie al sindaco aumenteremo i costi». Non più entusiasta una giovane esercente, che pur accettando l'ordinanza mostra seri dubbi su eventuali miglioramenti. «Le bottiglie possono essere comprate al supermercato e poi portate qui al lungomare – asserisce – in realtà tra noi commercianti non c'è stato modo di discuterne, per non parlare dei tempi di lavoro rallentati per il travaso». Categorico il proprietario di una pizzeria che ci dice «sono assolutamente contrario, non è con le restrizioni che si risolvono i problemi. Mancano i controlli e per questo chi vuol essere irrispettoso lo è». Ad aggiungersi la voce di un altro esercente infastidito: «E' solo una perdita di denaro. Il sindaco sa quanto costa un bicchiere? E' alla fonte che devono fare i controlli, e non scaricare il compito su di noi. Comunque penso sporchino in ogni caso. Se buttano per terra le bottiglie di vetro figuriamoci i bicchieri in plastica». Emblematiche poi le parole del proprietario dell'ultimo pub che incontriamo passeggiando. «Ma è davvero cambiato qualcosa? La speranza è l'ultima a morire. In realtà per affrontare seriamente questo problema bisognerebbe riunire tutti i commercianti e trovare insieme la soluzione migliore». Riflettiamo sulle opinioni generali che emergono. Tante le perplessità, poche le speranze che qualcosa cambi sul serio. Ci chiediamo, allora, cosa ne pensano i ragazzi di questo “divieto”? Chiedendo un po' in giro, tra il via vai del lungomare, sin da subito sembra che l'ordinanza sia diventata uno degli argomenti tormentone dell'estate. C'è chi si mostra assolutamente favorevole, c'è chi ignora i divieti sentendosi “furbo” nel bere tranquillamente la propria birra in bottiglia seduto sul muretto, e chi è semplicemente scocciato dall'idea di dover attendere anche solo un minuto in più per ottenere la propria fresca bevanda. Curiosa la domanda che ci viene rivolta quando chiediamo un'altra semplice opinione ad un ragazzo «l'ordinanza va bene. Ma dove sono i cassonetti per la plastica?». In effetti, guardandoci intorno, abbiamo difficoltà nel scovarne qualcuno. Qual è allora il senso dell'ordinanza? C'è o non c'è una vera educazione al rispetto dell'ambiente? Concludiamo con queste amletiche domande, riflettendo sulla risposta, almeno sino alla fine dell'estate.
Autore: Alessandra Lucivero