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Spiagge e pulizia Molfetta perde il confronto con le città vicine
15 luglio 2008

Da molti anni ormai vado al mare a Giovinazzo, zona Trincea, fra Molfetta e appunto Giovinazzo. Rimasi nauseato dopo l'ultimo tentativo di fare il bagno a Molfetta nel tratto di mare di Torre Gavetone, il cui unico vantaggio è un decente accesso ed un facile parcheggio (retaggio di un sindaco degli anni '90), anche se pieno di immondizie mai rimosse. Per il resto, la “spiaggia” era un tappeto di bottiglie di birra sane e rotte, lattine, gusci e pezzi di pizze, bicchieri e piatti di plastica, fazzoletti di carta usati ed altro materiale anche molto “intimo”. Ricordo che allora mi venne in mente quel turista giapponese, incontrato durante una visita ad un sito archeologico in Sicilia, che fumava tenendo in mano un piccolo portacenere portatile, di quelli con l'apertura a molla, nel quale gettava la cenere della sigaretta man mano che si formava e nel quale spense la cicca, mettendo poi tutto in tasca! Sono civiltà diverse, sensi civici diversi, culture diverse, anche se poste agli estremi del mondo. Ma ciò che non capisco è la differenza enorme fra le spiagge libere e i lungomari di Molfetta e Giovinazzo, che distano meno di cinque chilometri e che presentano aspetti completamente diversi, sia per la fruibilità, sia per la manutenzione, e sia per il comportamento civico. Giovinazzo ha un bel lungomare, dotato di marciapiedi, muretti in pietra, panchine in pietra incredibilmente integre, scale per la discesa alla spiaggia, piste ciclabili segnalate e funzionanti (ricorderete che anche a Molfetta furono create, sempre negli anni '90). Poi, soprattutto, bidoni per l'immondizia dislocati sotto ogni scaletta, e bidoni piccoli sui marciapiedi. Ed ogni giorno gli operatori ecologici comunali, con tanto di divisa, effettuano la pulizia ed il cambio dei sacchi dei bidoni e anche della spiaggia, scendendo a raccogliere i rifiuti abbandonati sugli scogli da incivili che purtroppo non mancano mai. E poi i parcheggi puliti e ordinati, gestiti da distributori automatici di grattini posti a portata di mano. Il tutto sotto il controllo frequente delle pattuglie di vigili urbani che controllano anche il traffico e i fracassoni in motorino. Giovinazzo ha un campeggio, anzi due, piccoli ma ben tenuti, frequentatissimi dai tedeschi soprattutto. E poi le spiagge, libere tutte, salvo un unico stabilimento balneare. Tutto ciò vuol dire silenzio, acqua e spiagge pulite, voci di bambini e accenti stranieri. Per principio, non ho mai frequentato spiagge e stabilimenti balneari privati, perché ritengo che il mare sia un bene di tutti, così come l'aria e l'acqua, e non può essere privatizzato. Oltretutto odio accalcarmi con centinaia di persone fra sedie, ombrelloni, piscine, bar, radio a tutto volume, ecc. La costa molfettese, soprattutto in questi ultimi anni, è diventata un tappeto unico di spiagge private, ovviamente le migliori, recintate, cementate, guardate a vista da bagnini e controllori vari. Quel che resta è il peggio, difficilmente accessibile, sporco, mal tenuto. Quando ero ragazzo, e sono passati ormai molti anni, c'era lo stabilimento balneare “don Cristallino” posto dietro il palazzo (ex) Cappelluti e la villa comunale, praticamente al centro città, e “Franzese” dove si mangiavano frutti di mare e si facevano ottime pizze; per il resto non c'era alcun problema di accesso e di fruibilità alla spiaggia. C'era poi la serie delle cale, prima, seconda e terza, tutte belle, libere e accessibili e le spiagge ancora più avanti, verso Giovinazzo, cui però si accedeva attraversando a piedi campagne incolte, tenute così perché troppo vicine al mare e quindi difficilmente coltivabili, ma anche perché i proprietari speravano in un interessamento edilizio, un colpo di fortuna che per alcuni si è verificato. Per contro c'era il pericoloso parcheggio delle auto lungo ambedue i lati della statale 16 (non esisteva ancora la 16bis) che creava molti problemi. Ora invece è tutto un susseguirsi di “marine”, “scogli” “perle”, “alghe”, “nautilus”, pizzerie e ristoranti vari, cui si accede soltanto mettendo mano al portafoglio. Tornando all'argomento base, continuo a chiedermi il perchè di questa grande differenza fra due città confinanti. Non voglio solo pensare a livelli diversi di educazione civica, di rispetto dei servizi pubblici e dei diritti dei cittadini, fra le due città, ma qualcosa ci deve pur essere se fra il lungomare ed il mare di Molfetta e quello della o delle città vicine (io aggiungerei anche Bisceglie), c'è tanta differenza. Personalmente credo che si tratti in prevalenza di scelte politiche sbagliate e miopi fatte in passato, e non importa da quale gestione amministrativa, che hanno privilegiato il privato, la speculazione e l'incasso immediato anziché prevedere l'utilizzo lungimirante e lo sviluppo dei beni pubblici a vantaggio di tutti, con conseguente carenza di programmazione, manutenzione e controllo. Questo ragionamento potrebbe estendersi anche ad altri settori, ad esempio all'edilizia (vedi il palazzo INPS costruito praticamente sulla battigia del lungomare), oppure al verde pubblico o al borgo antico o al territorio agricolo molfettese, allo stato di totale degrado e vandalizzazione di cala S. Giacomo e del Pulo. Si vada ad esempio a vedere come sono tenuti i giardini pubblici (e non parlo solo di ville comunali) dei paesi nostri viciniori, confrontandoli con i nostri: uno per tutti piazza De Gasperi, vicino alla chiesa di San Pio X ed a una scuola elementare, con terreno incolto, sporcizia, piante semisecche, giochi per bambini distrutti, panchine sgangherate e… motorini in libertà. Per non parlare poi dei parchi di levante e di ponente e di quello “tematico” tanto propagandato, nella 167: per tutti sono state spese cifre enormi, per poi essere lasciati in mano ai vandali, ai ladri e agli sporcaccioni, senza controlli né manutenzioni. Non si creda che scrivo queste cose per rancore o pregiudizio nei confronti della “mia” città, cui sono affezionato più di quanto si possa pensare e che vorrei vedere diversa e migliore sotto tutti gli aspetti. Del resto scrivo, fotografo, denuncio e faccio proposte da decine di anni, purtroppo con scarsi risultati, ma spero sempre che la denuncia dei singoli, assieme a quella dei giornali locali più impegnati e delle tante associazioni culturali, vengano prima o poi ascoltate da chi ha il dovere di tenere alto il nome e l'immagine di Molfetta.
Autore: Mauro Binetti
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