“MANGIARE è UNA NECESSITA, MANGIARE INTELLIGENTEMENTE è UN’ARTE …un mito colui il quale, tale La Rochefoucoult, ha scritto tale frase; Niente può essere così vero e spero nel tempo di distillare in voi la consapevolezza di tale assioma.
Oggi dopo un bel po’ di tempo, ma sono mamma compagna professoressa appassionata di nutrizione e storia di cibi e ricette per cui non ho il tempo di e fare ciò che più piace…bene dicevo oggi discuteremo di un argomento che è alla ribalta ed incute un certo terrore non solo tra le fasce di età più colpite ossia i nonni >60 anni, ma anche tra i giovani, 40-50enni, che iniziano quella strada con il sole rosso cupo all’orizzonte…detto tristemente il viale del tramonto. Sto parlando della demenza, che inizia con la depressione ed ancor prima dallo stress. Cercheremo di capire anche quale potrebbe essere un metodo di prevenzione per tutte le malattie neurodegenerative che includono il Parkinson, la Sclerosi Multipla,le patologie autoimmunitarie etc etc..
L'esistenza di un legame tra ciò che si mangia e lo stato di salute così come l’impiego di piante e derivati di esse nel prolungare e conservare il benessere psico-fisico è riconosciuto fin dall'antichità. Nel 400 a.C. IPPOCRATE, il medico di tutti i medici, diceva "Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo". Citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola. Oggi il nostro rimedio, unico a poter controllare volontariamente o quasi è il cibo e lo stress! Ma, Come evitarlo? L’azione dello stress fisico e psicologico sulle sinapsi cerebrali favorisce l’insorgenza delle malattie neuropsichiatriche.
A seconda della durata e del tipo di eventi stressanti ma anche dell’età e del sesso degli individui, lo stress può variare beneficamente sulle funzioni cognitive ed affettive oppure indurre effetti nocivi sul cervello. Tuttavia bisogna ragionare anche in termini positivi e sottolineare che esiste lo stress positivo, tipo una passeggiata all’aria aperta o una partita di calcetto che induce si stress ma libera una cascata di mediatori chimici favorevoli, che stimolano ed amplificano il nostro benessere, son quelli interessati alla serotonina, a quella molecola che si sprigiona ed induce un senso di estrema benevolenza verso il genere umano indipendentemente da chi ci sia ai nostri occhi… insomma quello che vien fuori quando addentiamo una cioccolata alla nocciola! Per avere questo stress ‘in positivo’ dobbiamo attenerci a regole scrupolose per cercare di diminuire l’ormone capo dello stress, tale cortisolo, che ci produce alla lunga quel collo ‘taurino’ o quelle braccia da massaia (senza nulla togliere a quest’ultime) tipiche delle donne in menopausa. Allora ai carboidrati a cena (pane a go-go o pasta asciutta o pizza ipercondita) preferiamo le proteine e verdure cotte, si stimola cosi’ la produzione di un ormone quale è il glucagone e l’ormone GH e come effetto rebound si diminuisce la produzione di cortisolo. Cerchiamo di fare ATTIVITA’ FISICA IN FASCIA MATTUTINA O POMERIDIANA, da EVITARE LA SERA TARDI: Sicuramente si avrà un beneficio in termini di relazioni sociali ma allora attenzione a ciò che si consuma prima e dopo la palestra.
Non dimentichiamo che ormai viviamo in un’epoca in cui la sola alimentazione non è sufficiente al controllo delle nostre parti organo-apparato-cellule-tessuto a meno di non vivere isolati in qualche stupendo agriturismo ed allora convertiamoci all’USO DI PIANTE adattogene. In relazione allo stress legato probabilmente all’insonnia nel 90% dei casi potremmo provare la MELATONINA, il cui effetto lo vediamo non immediatamente come gli ansiolitici, antidepressivi etc etc che ovviamente sono farmaci dose risposta, ma lo acquisiremo nel tempo. Occorreranno almeno 1-2 mesi. Una bella tazza di tisana calda a sera prima della nanna non sarebbe male e le erbe che ci aiutano sono Passiflora, Biancospino, Melissa, Valeriana, mentre spezie altamente ‘carminative’ possono essere Menta e Zenzero. Sicuramente con gli alimenti non dobbiamo farci mancare la vitamina B6 che viene distrutta dai processi di inscatolamento, surgelamento, disidratazione dei cibi, e il selenio la cui carenza produce invecchiamento precoce, tumori, disturbi cardiaci, cataratta, ridotte difese immunitarie.Il Selenio è un componente essenziale di un enzima impegnato nei processi di riparazione dall’invecchiamento (glutatione perossidasi) ed insieme alla vitamina E stimola le difese immunitarie dell’organismo, addirittura sembrerebbe influire anche sulla fertilità, contribuisce alla riduzione delle malattie cardiovascolari e il rischio di tumori, nonché l’intossicazione da metalli pesanti e problemi alle articolazioni. Dove si trova? Nel lievito di birra (alimentare), leguminose, cereali integrali, latticini, tuorlo d’uovo, verdure, alghe.
Allo stress segue dritta dritta la depressione! Adulti energici, a volte troppo, dopo la pensione iniziano ad isolarsi e se tale comportamento perdura ecco che sopraggiunge l’ombra nera della depressione. Attualmente, a parte qualche medico che sbagliando diagnosi la confonde per altre sindromi o addirittura patologie organiche, sembrerebbe che la depressione possa essere correlata a fattori genetici. Un team di ricercatori francesi hanno analizzato l’attività dell’amigdala, una parte del cervello che è iperattiva nelle persone che soffrono di ansia e depressione; l’attività del cervello potrebbe essere modulata a seconda del corredo genetico, la storia personale e la cognizione del soggetto. C’è un gene che influenza la serotonina che avrebbe un ruolo importante nella comparsa della depressione: osservando la regione regolatoria del DNA che si trova vicino al gene che trascrive si è osservato che quando il promotore era diffuso nella sua forma breve accentuava l’impatto emotivo degli eventi stressanti. La forma breve del gene innesca l’attivazione dell’amigdala e potrebbe portare a sintomi quali ansia e depressione in quanto l’amigdala è appunto coinvolta nelle emozioni e nel riconoscimento dei segnali di pericolo.
Che vi posso consigliare contro la depressione? Potrei scriverne un capitolo anzi un altro libro in merito e chissà che prima o poi non mi cimento, tuttavia per ora posso rimarcare il concetto degli alimenti crudi, delle verdure a foglia verde e degli zuccheri della frutta. Ma soprattutto dell’aria ‘verde’, ossia di passeggiare tra alberi e fogliame vario; fate attenzione, l’aria è diversa, sa di pulito, è un’aria verde ricca di ossigeno che fa bene al nostro cervello, lo fa respirare e lavorare in piena autonomia. I parchi chiusi? Cerchiamo di aprirli, d’altro canto non possono costare più di quanto non si spenda per asfaltare strade a volte inutili, no?
Ma tornando a noi, una strategia di recupero psico-fisico è caratterizzata da riposo e tranquillità in cui la natura ci offre delle piante medicinali, dette adattogene, le cui proprietà possono essere di valido aiuto. Il termine adattogeno è stato coniato appositamente per spiegare proprio l'azione che queste piante svolgono nei confronti dell'organismo. Tra le piante adattogene per eccellenza troviamo
l'eleuterococcoL’eleuterococco viene indicato come tonico per rinforzare il corpo durante gli sforzi e come rimedio contro la debilitazione e la tendenza a diminuire la capacità lavorativa e la concentrazione oltre che durante la convalescenza. Viene usato come stimolante, tonico-adattogeno, diuretico, per dolori alla schiena, artrite reumatoide, per aumentare la resistenza alle malattie, insonnia…e … nella storia moderna rimane famoso l’uso dell’eleuterococco nella performance degli atleti russi alle olimpiadi di Mosca oltrechè quello dei cosmonauti nello spazio. (
Eleutherococcus senticosus), le cui proprietà sono utili non solo in situazioni di stress già in atto ma anche a scopo preventivo.
Un’altra firma genetica sembrerebbe averla un’altra malattia neurodegenerativa quale è la Sclerosi Multipla ma attenzione: un gruppo di ricercatori italiani ha individuato i marcatori che permettono di distinguere le persone sane da quelle malate. Se non si conosce una terapia definitiva per la sclerosi multipla sapere anzitempo chi svilupperà i sintomi della malattia aiuterà ad intervenire prontamente e migliorare la qualità di vita dei malati. Addirittura andando avanti sarà possibile capire da un prelievo di sangue se una persona è affetta da sclerosi multipla o meno. In merito vorrei spendere due parole e ricordare che il nostro corpo è un terreno e che quanto maggiore è l’acidità del nostro terreno maggiore è il danno tissutale. Alcuni cibi che mangiamo possono lasciare disordine che il corpo non è in grado di neutralizzare ed eliminare. E questo vorrei renderlo più chiaro prossimamente affrontando argomenti specifici inerenti i cibi potenzialmente benevoli nelle neuro-degenerazioni partendo dall’osteoporosi sino al Parkinson, alla SLA e oltre. ...cerchiamo ora di affrontare il dramma sociale che noi italiani stiamo vivendo ma che negli States ormai non fa più tanta notizia: Alzheimer.
Alla base delle demenza si trova un processo neurodegenerativo dovuto ad una alterazione dei sistemi responsabili del metabolismo cellulare e dello smaltimento dei radicali liberi. Questa attività cellulare è controllata da fini meccanismi di regolazione genica che possono essere influenzati da molti fattori ambientali quali la nutrizione, i pesticidi, i metalli pesanti e i farmaci. Una volta innescato il processo patologico si perpetua all’infinito e si diffonde coinvolgendo un crescente numero di neuroni con il peggioramento del quadro clinico.
La ricerca si è intestardita per oltre 30 anni a studiare i meccanismi molecolari con cui si formano i depositi cerebrali tipici della demenza senza ottenere grandi risultati. Presto potrebbe essere disponibile un test di diagnosi precoce basato sul semplice prelievo di sangue sviluppato a livello sperimentale dai texani universitari del Medical Center. È una tecnologia che usa molecole sintetiche per cercare di trovare anticorpi specifici di patologie e disturbi difficili da diagnosticare tra cui anche il Parkinson, il Lupus e la Sclerosi multipla. I pazienti di Alzheimer mostrano un’attivazione del sistema immunitario e un processo di neuro-degenerazione in molte regioni cerebrali, di qui l’ipotesi che nel loro siero ci sarebbero anticorpi specifici che fungono da biomarcatori. Ora fin qui tutto bene tranne che gli anticorpi vanno cercati in risposta ad un antigene (ossia una molecola che provoca la formazione dell’anticorpo), quale è l’antigene? Per saperlo sono stati utilizzati migliaglia di molecole sintetiche (peptoidi) e prima nell’animale e poi nell’uomo si sono individuati tre diversi biomarker. La riprova che potrebbero essere proprio quelli giusti sarebbe stata quella di averli usati in un esperimento controllo dove hanno identificato con un’accuratezza del 90% i soggetti affetti.
Quello che ci sta a cuore: Si potrebbe prevenire? Molto si sta scrivendo sulla dieta e forse non ci sono tante evidenze scientifiche. D'altronde altre medicine tra cui quella omeopatica sono sotto la lente di ingrandimento e anche per loro non c’è una reale spiegazione scientifica in senso stretto. Non si puo’ ipotizzare di analizzare un altro sistema con metodologie appartenenti ad una medicina tradizionale. Allora se non vogliamo tirare in ballo la fede, ciò che a mio moderato parere bisogna fare, è fidarci del buonsenso e interrogarci sulla nostra esistenza di uomini che son nati e che vivono cibandosi dei doni di madre terra, quei doni che realisticamente oggi forse non esistono più o che paradossalmente andiamo a ricercare come oggetti preziosi. Mi spiego meglio. Sono stati individuati alimenti con ipotetico potere neurotrofico, neuroprotettivo, neurorestauratore... in breve che ci fanno bene!
E allora discutiamo di alcuni di queste proposte nutrizionali. Il nostro organismo che presumibilmente dovrebbe essere sano alla nascita, viene già messo a dura prova perché semmai il latte materno è abbandonato e preferito il biberon. Il maggior consumo di cibi di pessima qualità, la presenza di conservanti, gli aromi artificiali e le sostanza tossiche già quando compriamo un pesce di taglia superiore al kg (arsenio, piombo e mercurio), sicuramente non gioveranno a persone che sono piene di radicali liberi, e che soffrono di malattie neurodegenerative. Aggraveranno la situazione, renderanno evidente una situazione pregressa, una patologia predisposta geneticamente, e questo è inconfutabile.
Ci sono numerose evidenze che una dieta ricca in grassi saturi e zuccheri raffinati (quella comune) incrementa il rischio di degenerazione del sistema nervoso, invece una dieta ricca in antiossidanti e acidi grassi della serie omega-3 farebbe più che bene. E’ disponibile uno studio recente pubblicato, realizzato su oltre 2.000 anziani americani che ha identificato una dieta che dimezza il rischio di contrarre l’Alzheimer caratterizzata da un elevato consumo di insalata, semi oleosi, pesce, pomodori, ortaggi ‘verdi’ quali cavoli, spinaci, broccoli, e soprattutto pochi latticini e carne rossa. La dieta giusta è la vera arma vincente per bloccare questa patologia così grave? Vi propongo uno schema alimentare alquanto semplice che ho proposto con successo ad una mia cara conoscente che è stata per me un esempio di forza e determinazione oltreché di rigore e coscienza personale. Allora la signora in questione, era in pensione dopo ben 35 anni di onorato servizio presso l’amministrazione pubblica, tre figli di cui il più piccolo problematico e per questo più coccolato dalla mamma, un marito anche lui pensionato e l’onere di una cucina e di una casa da portare avanti. Niente depressione alla signora, niente commiserazioni, ma tanta tanta forza e un cuore affaticato oltre che un peso eccessivo che gravava su gambe imponenti e gonfie; tanto consumo di grassi saturi, la carne e i latticini… che fanno bene! Poche verdure... i figli non ne mangiano… pochi legumi: mio marito non li gradisce… poco pesce, e continuiamo… Ha le spine!!!! Bene bene, inizio la mia consulenza con sedute amichevoli di incremento della propria autostima di donna e non di mamma! ed un corso accelerato di cucina anti radicali liberi, i maggiori responsabili dell’invecchiamento:
1°Giorno
Pranzo: riso con le cicorie: Polpette di cavolfiore e uova: Pane senza sale tostato, 1 arancia.
cena: fettina di cavallo Tris di verdure: 1 fetta di ananas.
dopocena:1 tisana digestiva
2°Giorno
pranzo: Pasta con i carciofi: Merluzzo alla livornese Pane senza sale tostato 1 arancia.
cena: Petto di tacchino al limone: Finocchi gratinati, Pane senza sale tostato 1 arancia. dopocena:1 tisana depurativa
3°Giorno
pranzo: Riso con piselli: Pane senza sale tostato 1 arancia.
cena: Fiocchi di formaggio magr.Insalata Pane senza sale tostato 1 arancia.dopocena:1 tisana stop zuccheri
4°Giorno
pranzo: Pasta con broccoletti Filetti di cernia al forno:Carote grattugiate Pane comune senza sale tostato 1 arancia.
cena: Fettina pollo arrosto:Cicoria saltata:Pane senza sale tostato dopocena:1 tisana digestiva.
5°Giorno
pranzo: Riso con lenticchie: Spinaci lessi (1 mela senza buccia ed 1 arancia.
cena: Filetti persico con patate. Insalata Pane senza sale tostato (30g) (2 fette).dopocena:1 tisana digestiva.
6°Giorno
pranzo: Pasta asciutta con rucola: Rape lesse1 arancia.
cena: Carciofi lessi: Prosciutto cotto magro con stracchino Pane senza sale tostato 2 arance.
dopocena:1 tisana stop zuccheri.
7°Giorno
pranzo: Fettuccine con funghi porcini: Bocconcini all’agro: Crostata di marmellata 1 arancia.
cena: Insalata di finocchi: Carciofi trifolati: Pane senza sale tostato (50g) (2-3 fette).1 mela senza buccia. dopocena:1 tisana stop zuccheri.
La signora dopo i tempi previsti era in formissima! Tutti i parametri rientrati nella norma, non prendeva la statina, aveva un guardaroba nuovo di zecca, metteva il rossetto e cucinava in modo intelligente. Eccovi la sua settimana… ovviamente è la sua non la vostra, non vi sono le quantità, le associazioni alimentari son fatte in base alle sue esigenze, tuttavia è una donna di 75 anni a cui son state date integrazioni di resveratrolo e omega 3. Ora siamo ancora in tempo di giovarci di una panacea succosa e zuccherina quale è il succo di melagrana ed allora MEDITATE.
A presto vedervi, in occasione del libro “La salute ha una sorella” che spero apprezzerete come state apprezzando questa piccola informativa on line.
Dott.ssa Amelia Sagliano
Esperta in Nutrizione