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Silvia Rana: i colpevoli silenzi del sindaco sul degrado e sull’allarme sicurezza
15 ottobre 2021

Sinistra italiana (SI) è il partito dell’ex sindaca di Molfetta Paola Natalicchio. Dopo la caduta dell’amministrazione di sinistra è presente in consiglio comunale con un rappresentante, la dott.ssa Silvia Rana, subentrata alla stessa Natalicchio. A lei abbiamo chiesto di rispondere alle domande di “Quindici” su degrado e allarme criminalità. Ecco le sue risposte: 1 – Ritengo assolutamente da attenzionare la situazione relativa alla sicurezza in città; proprio per questo come Consigliere e come Circolo di SI Molfetta, abbiamo preso parte alla manifestazione di venerdì 24 settembre, condivisa da altre forze politiche e da una gran parte del mondo dell’associazionismo, del civismo e della sfera sindacale. Ci ha sicuramente stupito il silenzio del Sindaco e dell’amministrazione comunale perché, di fronte a situazioni simili a Molfetta, situazioni che non solo mettono a rischio l’incolumità di ciascun individuo, ma che fanno temere e sottintendere problematiche locali di ben più grave livello, ci saremmo aspettati una presa di posizione forte e decisa da parte di chi governa la città. La sicurezza deve essere certamente un priorità. E non c’è sicurezza senza legalità, anticorruzione, trasparenza. Anche nella sfera pubblica e nella macchina comunale. Noi proponiamo una totale ristrutturazione della macchina comunale a partire dall’individuazione di figure dirigenziali competenti e trasparenti e una totale revisione nella gestione degli appalti. 2 – L’espressione “Molfetta positiva” appare in questo momento alquanto anacronistica. Talvolta, nella frenesia del fare si è probabilmente andati oltre il rispetto di alcune norme e principi di buona amministrazione. Non spetta certamente a noi sostituirci al lavoro della magistratura che ha il delicato compito di stabilire la esatta natura degli eventi e delle responsabilità. Quello che è certo è che, su diversi appalti, sono state riscontrate irregolarità ma nonostante questo, nell’opinione pubblica, si è radicata la convinzione che tutto sommato quel che importa è che le cose si facciano. 3 – Non si può fare a meno di pensare che sia proprio così. Come Consigliere di Si e come espressione del gruppo politico di cui faccio parte, abbiamo più volte attenzionato la questione del “cemento selvaggio” organizzando manifestazioni come ad esempio “Vento di Levante” in cui affrontavamo la questione di quelli che, ormai sono chiamati, i “palazzi sul mare” (icantieri peraltro dove si sono verificate le due ultime esplosioni di ordigni) che, la precedente amministrazione aveva tentato di fermare. Purtroppo con le dimissioni del Sindaco allora uscente (Paola Natalicchio), la questione è stata dimenticata con la conseguenza che, oggi, assistiamo ad un espansionismo edilizio incontrollato (cementificazione sul mare, sulle lame etc)… I fabbisogni abitativi seguono ancora la logica del PRG del 2001 formulato con la prospettiva di una popolazione molfettese ben oltre i dati attuali (poco più di 59.000 residenti) ed è chiaro che non si possa più fare riferimento al vecchio PRG ma occorre definire un nuovo PUG. Anche la sporcizia non rappresenta certo un segnale positivo: la città appare evidentemente “trasandata”: i social sono pieni di foto quanto meno imbarazzanti e di commenti di ex molfettesi, residenti fuori città da anni, che non possono fare a meno di notare e denunciare il degrado in cui versa la città. Certamente una parte della motivazione è da cercare ed individuare nello scarso senso civico del cittadino. Ma l’Amministrazione Comunale dov’è? Perché rinnovare gli incarichi pregressi alla Presidenza dell’ASM, società partecipata, per la quale il Comune di Molfetta versa ogni anno 10 milioni di euro, se i risultati visibili da ogni cittadino sono quelli descritti? Abbiamo il diritto di pretendere una città più pulita? 4 – Non conosco personalmente le motivazioni che possano aver spinto il Dott. Felice Spaccavento a rinunciare al suo iniziale progetto di scendere in campo per la città. Certamente, come lei afferma, la sinistra dei partiti e dei movimenti viene fuori da questo periodo di amministrazione Minervini già divisa tra chi ha appoggiato e governato come il PD e chi è stato all’opposizione in consiglio. Ma l’area progressista non parte da zero: la stagione 2013-2016 ha lasciato a Molfetta pratiche di partecipazione, politiche pubbliche positive e più di tutto l’esempio che la Molfetta democratica, progressista e ambientalista può vincere e sa governare. Si lavorerà ad una alternativa che possa rappresentare un rinnovamento rispetto all’attuale Amministrazione nonostante, come lei afferma, in questi anni si abbia l’impressione che la città si sia un po’ assopita e allontanata dalle questioni politiche. In questo potrebbe aver giocato un ruolo la pandemia da Covid che, sicuramente, ha impedito per molto tempo la partecipazione attiva di molte delle persone storicamente impegnate nella città e per la città e, probabilmente, un ruolo è stato giocato anche dalla sfiducia sempre più crescente nelle istituzioni e nella politica, fenomeno nazionale e non solo locale ma che, proprio a livello locale, ha dovuto fare i conti con le vicende giudiziarie dell’ultimo anno che tutti ben conoscono e che contribuiscono a far apparire ahimè, ai cittadini la politica prevalentemente come un intreccio fra interesse pubblico e privato. Per questo bisogna ricostruire un progetto popolare, coinvolgente e che sappia tenere al centro la lotta alle disuguaglianze, la difesa dell’ambiente e del paesaggio, la valorizzazione del territorio, la realizzazione di opere utili ai cittadini in un quadro di legalità, trasparenza e anticorruzione. Sarà la proposta politico amministrativa, alternativa a questo governo, ad attrarre la società civile e siamo convinti che la città tornerà alla partecipazione e all’impegno diretto. © Riproduzione riservata

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