MOLFETTA – Ormai sul porto di Molfetta discutono tutti e sono tutti esperti, tutti ingegneri, tutti esperti di traffici marittimi, tutti strateghi di sviluppo. Un po’ come avviene per il calcio nel quale tutti i cittadini si sentono commissari tecnici pronti a dare consigli.
Non mancano in questo festival i campioni dell’improvvisazione e della superficialità su Facebook i quali, in cerca di una qualche visibilità o per motivi di esistenza in vita, si comportano come i bambini capricciosi: voglio il porto, voglio il porto.
Ora, invece, su questo argomento abbiamo una presa di posizione dei grillini, che avanzano le loro proposte, vediamole:
«Un porto è una struttura naturale o artificiale posta sul litorale marittimo …. atta a consentire l'approdo e l'ormeggio a imbarcazioni e mezzi marittimi, e la loro protezione dalle avverse condizioni del mare”. Wikipedia.
«Nella nostra città ormai sia l’approdo che l’ormeggio presentano numerosi rischi per i lavoratori che operano in mare, dicono gli attivisti del Movimento % stelle.
«In primo luogo, tra il prolungamento della diga e il nuovo “sperone” nella parte esterna della Banchina Seminario – dice un comunicato -, si crea un moto ondoso che rende arduo e insidioso l’ingresso nel porto per le imbarcazioni anche in condizioni meteorologiche non particolarmente avverse.
Una soluzione temporanea ma immediata, potrebbe essere ravvisata nello spostamento delle boe presenti in quel tratto per rendere meno critiche le manovre pur mantenendo l’efficacia nella segnalazione degli ostacoli.
Tale soluzione era stata già suggerita all’Amministrazione ad agosto.
Inoltre, l’ormeggio nel bacino del porto non garantisce più l’incolumità delle barche, dei proprietari e dei lavoratori come si è potuto constatare ancora una volta nei giorni scorsi.
La parziale chiusura del tratto di mare tra la diga e la costa e la costruzione del “vascone” hanno probabilmente modificato e rafforzato il moto delle correnti e delle onde all’interno del porto aumentando i rischi per le imbarcazioni ormeggiate.
In questo caso soluzioni immediate e dai costi contenuti possono essere:
1) prevedere l’utilizzo di mezzi di servizio specializzati nell’assistenza alle imbarcazioni e verificare l’efficacia dei mezzi eventualmente già esistenti;
2) ripristinare sulla Banchina Seminario e sul Molo Pennello le bitte e le colonne danneggiate e predisporre per ogni imbarcazione un “corpo morto” (base in cemento a cui è fissata una catena utilizzata come ancoraggio sul fondo).
Chiediamo all’Amministrazione e alle Autorità competenti di attivarsi in tempi brevi per risolvere le situazioni di pericolo per la marineria molfettese, valutando le possibili soluzioni suggerite dagli stessi pescatori molfettesi ed ogni altro elemento che possa garantirne la sicurezza.
Ciò in attesa della realizzazione di opere più a lungo termine che possano garantire soluzioni definitive quali l’eventuale completamento del prolungamento della diga e la riqualificazione della Banchina San Domenico con i finanziamenti del GAC finalizzati allo sviluppo sostenibile della zona di pesca».