Show finale della destra per le amministrative del 25 giugno a Molfetta: scelta fra meno peggio, astensione o scheda nulla. La prestanome De Bari spera, Azzollini all'ultima spiaggia
Anche la candidata della coalizione di Forza Italia non fa i nomi degli assessori: poca trasparenza
MOLFETTA – Ultimo show anche per la destra per le elezioni amministrative di Molfetta: si vota domani dalle 7 alle 23 e poi subito dopo inizierà lo scrutinio.
In una affollatissima piazza Municipio il sen. Antonio Azzollini ha radunato tutti i suoi fedelissimi in uno sforzo sovrumano di recuperare il distacco dall’altro candidato sindaco Tommaso Minervini.
La sua prestanome, la candidata ufficiale Isabella de Bari, (vedi l’efficace vignetta del numero di Quindici" in edicola, del nostro Michelangelo Manente che ha sostituito l’immagine di Ninnì Camporeale del 2013, con quella di Isa de Bari, entrambi nella mani del burattinaio Antonio Azzollini) ha ripetuto noiosamente tutte le frasi imparate a memoria per evitare di fare altre brutte figure, come quando si è trovata a confronto con gli altri candidati sindaci e ha dovuto far ricorso ai “pizzini” scritti da altri. E poi, ha rifiutato di partecipare ai confronti e affrontare i giornalisti scomodi (di “Quindici”) che rifugge come il demonio. Tra l’altro, Azzollini ha fatto scuola e lei ha appreso bene la lezione di denigrare gli avversari e mostrarsi intolleranti alle regole democratiche, in cui il senatore è maestro. Ma, forse, una ripassata di diritto costituzionale dei tempi dell’università non farebbe male ad entrambi gli avvocati.
Azzollini ha l’abilità di sbagliare sempre candidato. Accadde con Ninnì Camporeale nel 2013, che oggi da buon trasformista, lo ha tradito passando dall’altra parte nel ciambotto di Tommaso Minervini, definito di sinistra da Emiliano. Avverrà anche questa volta con Isa? Lo diranno domani le urne, ma già segnali in tal senso si sono avvertiti durante la campagna elettorale, dove la sua presenza ingombrante ha fatto ombra alla De Bari, scelta solo perché membro del cerchio magico della Nutella e quindi più affidabile.
Le stesse dichiarazioni della candidata, tese a ribadire la propria autonomia dal senatore (excusatio non petita, accusatio manifesta, come sa bene il bravo avvocato De Bari, ma forse lo dimentica il pessimo politico Isa), non hanno fatto altro che aumentare nei cittadini la convinzione di una dipendenza stretta o al massimo, proprio per essere generosi, ad una simbiosi fra i due personaggi.
Nessuna novità nel programma, le stesse cose che hanno fatto parte del bagaglio azzolliniano con i suoi contorni di fallimento e di risvolti giudiziari.
L’unica novità è stata quella del porto turistico. Azzollini ha preso il microfono è ha stravolto il progetto inziale del porto. Per noi di “Quindici” è stata una soddisfazione. Indirettamente il senatore ci ha dato ragione, perché noi, fin dall’inizio, proponevamo la soluzione dell’approdo turistico nell’area antistante il Duomo e criticavamo il progetto megagalattico, inutile, costoso e irrealizzabile del porto commerciale, che confinava quello turistico nell’area di mare marginale della Madonna dei Martiri, dove al massimo puoi ormeggiare qualche barchetta di pescatori.
Ma il senatore doveva inventarsi qualche presunta novità, per presentare un programma che apparisse diverso. Ma ancora una volta, come il suo avversario Michele Emiliano, ha raccontato bugie ai cittadini di Molfetta. Ha sostenuto che il porto va completato, ma non ha detto che la nuova collocazione del porto turistico (l’unica soluzione che può dare lavoro a tanti e al territorio, altro che il porto commerciale che serve a dare lavoro solo a qualche trasportatore marittimo interessato) comporterà una modifica del progetto (del resto già richiesto dal Consiglio superiore dei lavori pubblici). In realtà, dopo il sequestro del porto e la relativa vicenda giudiziaria, sarà necessario rielaborare il progetto, ridimensionarlo e adeguarlo alle necessità concrete. Questo comporterà anni, ammenocché non si stravolgano le indicazioni della magistratura e delle altre autorità, con rischi che l’attuale candidata, priva di immunità parlamentare, non può permettersi.
A tal proposito va detto che Azzollini in questa tornata elettorale si gioca tutto. La sua prestanome Isa de Bari (che non ha reso noti i nomi degli assessori, come chiedeva "Quindici") ha detto che Tommaso Minervini e i suoi sostenitori sono nel panico, nel timore di una sua rimonta al ballottaggio, come avvenne con la Natalicchio nel 2013. In realtà, ad essere nel panico sono anche loro, quelli della destra di Forza Italia, con contorno di fascisti, xenofobi e ora anche trasformisti dell’ultima ora, perché temono per il loro Tonino. Le notizie sulle decisioni di Berlusconi che non vuole candidare “vecchi arnesi” come Azzollini, mentre già monta la protesta per le voci dei blindatura del suo mentore Renato Schifani che sarebbe tra i 30 blindati dal patron (e Azzollini in questa rosa già non c’è), non fanno dormire la notte il senatore locale. Inoltre Berlusconi punterebbe a candidare solo gli under 40, per rilanciare l’immagine del partito che ha già come leader un ottantenne. Poche chance, in pratica.
Senza un riferimento a Palazzo Giovene e senza candidatura, soprattutto in caso di insuccesso elettorale, Azzollini è destinato a restare emarginato dalla politica e costretto a tornare a fare l’avvocato e a perdere l’immunità parlamentare con due pesanti processi penali in corso. Insomma, è l’ultima spiaggia.
Ma i cittadini di Molfetta non vogliono un ritorno al suo passato disastroso: il ricordo è troppo fresco, dopo la parentesi della Natalicchio, per poter consegnare la città ancora una volta al suo distruttore.
Fra due coalizioni di destra, due candidati impresentabili, Molfetta si accinge al voto di domani con molte perplessità: c’è chi sceglierà il meno peggio, chi si asterrà (e saranno in molti, ma questo favorirebbe la De Bari), chi voterà scheda bianca (attenti alle manipolazioni degli scrutatori disonesti) e chi sceglierà la scheda nulla. Insomma, è un voto difficile fra due destre, due egoismi, due gruppi di interesse politico, poco interesse per la città.
Poi ci saranno quelli che porteranno anche i moribondi a votare, perché la partita è difficile e rischiosa per entrambi. Chi dà per scontata una o l’altra soluzione, soprattutto quella di Minervini, potrebbe trovarsi con qualche sorpresa. Meglio essere cauti e vedere i primi risultati: dopo una quindicina di minuti si saprà già chi governerà Molfetta per i prossimi 5 anni. O quasi.
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