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Sen. Minuto (FI) di Molfetta: un’elemosina i pochi soldi per i danni della Xylella
La sen. Minuto nel suo intervento al Senato
16 maggio 2019

MOLFETTA – La sen. Carmela Minuto di Forza Italia è intervenuta sulla crisi dell’agricoltura: «I pochi milioni di euro messi a disposizione dal Governo per affrontare i danni della Xylella e delle gelate del 2018, per alcuni sono un’elemosina io però voglio essere propositiva e vederlo come un inizio.

Forza Italia da sempre, è dalla parte degli agricoltori, di coloro che fanno impresa e dei lavoratori del comparto che caratterizza la mia regione, la Puglia. Servono ulteriori e adeguate risorse per rispondere alle due emergenze ma serve anche accertare le responsabilità per evitare il ripetersi di tali gravissime inadempienze, fra tutte, quella del governo regionale.

La Xylella è ormai alle porte di Bari e continua ad avanzare ogni giorno dopo aver distrutto, forse per sempre, l'olivicoltura del Salento. Non dobbiamo nascondere le gravi anzi gravissime responsabilità dell'attuale governo regionale perché è chiaro a tutti che ha fatto poco o nulla per fronteggiare in modo consono questa vera e propria tragedia. Di fatto la Regione Puglia non ha provveduto alla declaratoria della calamità naturale, né ha accelerato le eradicazioni. Se non si contrasta l’avanzata del batterio, non basteranno né serviranno mai i fondi per risarcire e risanare i territori colpiti dall’emergenza.

Nel decreto Governativo ci sono punti che riguardano un aumento del fondo di solidarietà nazionale (20 milioni) e la questione dei Consorzi di Bonifica, che chiedono ulteriori risorse ma che non dimostrano di rispettare quei parametri di efficienza e funzionalità minimi ed indispensabili.

Sono stati stanziati 5 milioni di euro per gli interessi sui mutui agricoli del 2019, necessari per sostenere gli agricoltori. Diverse associazioni di categoria lamentano la limitatezza del fondo e io sono d'accordo che sia solo un punto di partenza necessario per far ripartire con forza le nostre politiche agricole.

Altra questione è quella legata alla necessità di proteggere le nostre eccellenze agroalimentare soprattutto quelle protette da denominazioni di origine che caratterizzano il nostro Bel Paese. È evidente che anche l’agricoltura stia scontando gli effetti negativi della globalizzazione, soprattutto per quello che concerne la contraffazione dei nostri beni e oggi, più che mai, è urgente attuare delle politiche chiare e stringenti che impediscano tali pratiche e che tutelino il comparto agro-alimentare italiano.

Urgono, peraltro, delle campagne di sensibilizzazione sull'opinione pubblica incentrate sull'importanza di acquistare dei prodotti italiani e, quando possibile, locali. Noi consumatori, che andiamo a fare la spesa, dobbiamo acquistare in maniera quanto più consapevole e al giusto prezzo, per rendere merito agli sforzi dei nostri agricoltori che producono prodotti eccellenti in condizioni difficili ma con gli standard qualitativi migliori del mondo, non dimentichiamolo.

L'agricoltura del sud, inoltre, soffre da decenni di vergognose carenze infrastrutturali che le impedisce di competere ad armi pari sul mercato. I beni agricoli spesso sono altamente deperibili e, soprattutto in ambito export, è impossibile pensare di poter sviluppare economie senza che i nostri imprenditori abbiano la possibilità di inviare questi beni in poco tempo e nelle condizioni adeguate.

I nostri giovani hanno voglia di creare nuove opportunità di sviluppo e lo vogliono fare nelle proprie terre, specie in ambito agro-alimentare. Favorire l’autoimprenditorialità giovanile con politiche economiche o di formazione adeguate rappresenterebbe certamente una leva per aiutare questi ragazzi a realizzarsi nella vita. Altro che le elemosine promesse e spesso disattese del reddito di cittadinanza. Nel nostro sud i giovani vogliono investire, crescere e realizzarsi con le proprie forze, partendo anche dall'agricoltura ma si sentono abbandonati da un Governo che vuole pagarli per non fare nulla e che non mette a disposizione gli strumenti minimi per poterlo fare».

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