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Sei scrittori e una pittrice, omaggio al giovane scrittore Gianni Palumbo, redattore di
Quindici
21 febbraio 2008
MOLFETTA -
“Un vulcano di idee, sempre in fermento e mai pago della sua pur cospicua attività letteraria. Uno scrittore amabilissimo nello stile, nella lingua e nei sentimenti, espressione di una cultura che spazia in tutti i campi, dalla lirica e dal melodramma alla prosa di autori riconosciuti a livello mondiale, appartenuti al passato o al presente. Basti pensare alle sue opere teatrali, come
Mozart, Buonasera Scespir, La mala Pasquetta e Orlandino scalzacane
: le parole della poetessa
Ada de Iudicibus
descrivono in modo sintetico e preciso quella che è la personalità letteraria dello scrittore molfettese
Gianni Antonio Palumbo
(nella foto, durante il suo intervento), “un operatore culturale che s'impegna nel silenzio”. È stata una conversazione tra amici quella tenutasi al Centro Culturale Auditorium “S. Domenico”. O meglio “una testimonianza e un ringraziamento ad un intellettuale colto e giovane, schivo e distante, ma profondo e culturalmente apprezzato ed attrezzato, impegnato nella ricerca presso all'Ateno di Bari. Che si cimenta nella scrittura prosastica, poetica e teatrale, oltre che giornalistica, vista la sua collaborazione preziosa con il giornale
Quindici
”. È, insomma, l'esempio paradigmatico della promozione della cultura giovanile, che non si dimostra né stantia né retrograda, tanto meno disinteressata e pressappochista. Gli intervenuti, quasi tutti apprezzati collaboratori di "Quindici", hanno analizzato e descritto Gianni Antonio Palumbo nella sua attività di scrittore, in modo scrupoloso ed ordinato, quanto mai sintetico: “Gianni Palumbo concretizza la scrittura poetica come militanza esistenziale, facendosi fecondare ed ossigenare dagli autori e dalle letture del passato”, come vorrebbe
Gianna Sallustio
che, durante la lettura di alcuni componimenti tratti dalla silloge “Non alla luna, non al vento di marzo”, ha decrittato l'esperienza poetica del nostro conterraneo. Una poesia così matura che non è possibile catalogare – ha continuato la poetessa – di cui possiamo delineare alcune caratteristiche principali. Il bisogno di isolarsi emerge in tutti i componimenti, ma Gianni Antonio Palumbo non è il poeta del dissidio lacerante: questo lo dimostra la sua capacità di autoironia, chiave di lettura della sua poetica, in cui domina il tema dell'amore e dell'attesa come riposo desiderato, il valore catartico della poesia e il naturalismo”. Un intellettuale che non si accosta alla letteratura in modo frettoloso e superficiale, ma congetturato, meditato, dando così voce in modo limpido e genuino alla sua vita interiore: quanto ha sottolineato la poetessa
Ada de Iudicibus
, stupita dai suoi romanzi (come
“I fantasmi di un poeta”, “Krankreich. Tramonto di un sogno” ed “Eternità. La leggenda di Destino e Sospensione”
) “così ricchi da un punto di vista contenutistico e strutturale, il cui intreccio tende a mescolare l'onirico e il reale, il fantasioso e il contingente, il passato e il presente”.
Per quanto pratico e concreto possa essere, Gianni Palumbo è un sognatore, hanno riconosciuto gli amici e i testimoni presenti: un sognatore, come confessa
Marisa Carabellese
(nella foto durante il suo intervento. Da sinistra
Marco de Santis, Gianna Sallustio, Ada de Iudicibus e Loredana Pietrafesa
), che dovrà necessariamente “continuare a cercare di più, perseverando nei propri sogni, ma comportandosi da realista, domandando l'impossibile a se stesso”. Durante la serata, cui sono intervenuti anche
Mimmo Amato, Donato Altomare, Loredana Petrafesa
e le già citate Ada de Iudicibus, Gianna Sallustio e Marisa Carabellese, sono state lette alcune delicate e squisite poesie di Gianni Palumbo, accompagnate dalle note del pianoforte, oltre ad una conclusione frizzante e briosa, durante la quale l'attrice e presentatrice
Tania Adesso
ha letto, in modo divertente ed intenso, una passo tratto dal romanzo “Eternità”. Gianni Palumbo, in conclusione ha ringraziato tutti per l'omaggio che gli è stato offerto e per l'apprezzamento verso il suo lavoro e ha ringraziato in particolare “
Quindici
” che ha creduto in lui fin dal primo momento e gli ha offerto la magnifica opportunità di farsi conoscere, sia come scrittore sia come giornalista, dal grande e qualificato pubblico dei lettori della rivista.
Autore:
Marcello la Forgia
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